Claude Shannon: Come un genio risolve i problemi

di Zat Rana


Claude Shannon è stato a detta di molti uno degli uomini più geniali del XX secolo, soprattutto per la sua capacità di trovare modi innovativi per risolvere i problemi, percorrendo strade che ai più non sarebbero mai venute in mente: rigore logico e fantasia.
In Italia avremmo veramente bisogno di persone con queste qualità a governo e nella nostra classe dirigente.
Purtroppo oggi più che mai, invece, vengono premiate solo la mediocrità unita alla capacità di apparire.
Abbiamo tradotto questo articolo di Zat Rana, in cui si parla di Claude Shannon e del suo pensiero.


A Claude Shannon ci vollero circa 10 anni per formulare la sua fondamentale teoria sull’informazione.
Inizialmente cercò di stabilire una base comune per molte tecnologie dell’informazione di oggi (come il telefono, la radio e la televisione) negli anni di università.
Ma solo nel 1948, tuttavia, pubblicò il libro “A mathematical theory of communication” (Teoria matematica della comunicazione).

Ma questo non fu il suo unico grande contributo. Come studente al MIT (Massachussets Institue of Technology), alla sola età di 21 anni, pubblicò una tesi che molti considerano probabilmente la più importante tesi di laurea del secolo.
Per una persona media questo non significa molto. Non si tratta di un nome molo familiare, ma se non fosse per il lavoro di Shannon, quello che conosciamo come il moderno computer potrebbe non esistere. La sua influenza è stata enorme non solo nelle scienze informatiche, ma anche in fisica ed in ingegneria.
La parola “genio” è spesso usata a sproposito, ma ci sono pochissime persone che davvero meritano questo attributo come Claude Shannon. Era una persona che pensava diversamente e che pensava giocosamente.
Una delle sottili causa dietro a tale genialità era tuttavia il modo con cui si approcciava ai problemi. Non ha formulava domande per poi cercare risposte, ma era metodologico nello sviluppo di un processo per aiutarlo a vedere oltre ciò che era evidente.
I suoi problemi erano molto diversi da molti problemi con cui noi ci misuriamo normalmente, ma il modello e il suo ragionamento possono essere generalizzati in una certa misura e, quando lo sono, possono anche aiutarci a pensare in modo più nitido.
Tutti i problemi hanno un genere ed una forma. Per risolverli dobbiamo prima di tutto comprenderli.

 

Cerchiamo il cuore del problema, prima di definire i dettagli

L’importanza di trovare una risposta non è qualcosa di inaccessibile per ciascuno di noi, ma molti di noi non considerano quanto sia importante porre una domanda in modo che la risposta ci diventi accessibile.
Siamo rapidi a saltare da un dettaglio all’altro, nella speranza che alla fine si connettano fra loro, piuttosto che a concentrare la nostra energia sviluppando una intuizione relativa a ciò per cui stiamo lavorando.

E’ questo ciò in cui Shannon faceva il contrario di noi. In effetti, come notano i suoi biografi in “A Mind at Play“, lo faceva al punto che alcuni matematici del suo tempo pensavano che non fosse così rigoroso come avrebbe dovuto, nei passaggi che compiva per costruire un quadro coerente. Loro, naturalmente, volevano i dettagli.
Il ragionamento di Shannon, tuttavia, era che fino a quando non eliminiamo quello che non è essenziale del problema su cui stiamo lavorando, non vedremo il cuore del problema che ci guiderà verso una risposta.

In effetti, spesso, quando arriviamo al cuore, potremmo non riconoscere più il problema, il che dimostra quanto sia importante ottenere un’immagine più estesa proprio prima di andare a caccia dei dettagli. Altrimenti iniziamo puntando nella direzione sbagliata.
I dettagli sono importanti ed utili. Molti dettagli sono sproporzionatamente importati ed utili rispetto alla loro rappresentazione. Ma ci sono ugualmente anche molti dettagli inutili.
Se non troviamo il cuore di un problema, partiamo con tutti i dettagli sbagliati, che ci incoraggeranno ad aggiungere molti altri tipi di dettagli sbagliati, fino a rimanere bloccati.
Iniziare eliminando ciò che non è importante è come darsi una regola per vedere oltre la nebbia creata dall’inessenziale. E’ allora che troveremo i fondamenti che stiamo cercando.
Trovare la vera forma del problema è quasi importante quanto la risposta che viene dopo.

 

Attingere alla capacità di riorganizzare e dal contrasto

In un discorso tenuto presso i Bell Laboratories nel 1952, rivolto ai suoi contemporanei, Shannon si immerse nel modo in cui la sua mente si accendeva per pensare in modo creativo, quando era indirizzata a cose che lo tenevano occupato.
Oltre a semplificare e cercare il cuore del problema, suggeriva qualcos’altro, qualcosa che ad uno sguardo superficiale non sembrerebbe fare la differenza, ma che è cruciale per pensare diversamente dagli altri.
Spesso, quando abbiamo trascorso molto tempo a pensare a un problema, creiamo una visione “a tunnel” che ci dirige rigidamente verso un unico percorso. Ad un certo punto parte la logica del pensiero, che crea connessioni ragionate e che, se i passaggi sono fatti per bene, conduce ogni volta sempre allo stesso posto.

Il pensiero creativo è un po ‘diverso. Anch’esso crea connessioni, ma queste connessioni sono meno logiche e più fortuite, che consentono la nascita di nuovi percorsi di pensiero per ciò che stiamo pensando.

Uno dei trucchi di Shannon era quello di riorganizzare e di contrastare il problema nei modi più diversi possibile. Ad esempio: esagerare, minimizzarlo, cambiare le parole con cui viene espresso, riformulare l’angolazione da dove viene guardato e invertirlo.
Il punto di questo esercizio è semplicemente quello di dare uno sguardo più olistico a ciò che sta realmente accadendo.
È facile per il nostro cervello rimanere incastrati in circuiti chiusi della mente e il modo migliore per interrompere questi circuiti mentali è cambiare il punto di riferimento. Non stiamo cambiando la nostra comprensione intuitiva del problema o del cuore che abbiamo identificato, ma solo il modo in cui è espresso.

Potremmo ad esempio chiederci: qual è il modo migliore per risolverlo? Ma potremmo anche chiedere: qual è il modo peggiore per risolverlo? Ogni domanda contiene una conoscenza e dovremmo analizzarle entrambe.
Come un problema ha un genere, così ha anche molte forme. Forme diverse contengono verità diverse.

 

L’essenza multipla di ogni elemento

Sebbene sia importante concentrarsi sulla qualità delle idee, è forse altrettanto importante pensare alla quantità. Non solo per quanto riguarda i numeri totali ma anche come arrivare a quei numeri.
Per risolvere un problema, devi avere una buona idea. Ma per avere una buona idea è spesso necessario dover prima passare attraverso molte idee sbagliate. Ma gettare contro il muro qualsiasi cosa che passa per la mente non è il modo giusto per riuscirci. C’è più di questo.

Durante la seconda guerra mondiale Shannon conobbe Alan Turing, un altro pioniere dell’informatica. Mentre Turing era negli Stati Uniti prendevano il tè insieme quasi ogni giorno. Nel corso degli anni hanno continuato a tenersi in contatto, entrambi rispettando il pensiero dell’altro e divertendosi per la compagnia.
Quando discuteva di cosa fosse un genio, Shannon usava un’analogia condivisa con lui da Turing, da cui estrapolò una sottile osservazione. Diceva:
“Ci sono alcune persone che se spari loro un’idea nel cervello, ne otterrai mezza. Ci sono altre persone che vanno oltre e che producono due idee per ogni idea immessa.”

Egli negava umilmente di essere in quest’ultima categoria, inserendovi invece persone come Newton. Ma se guardiamo oltre, possiamo vedere di cosa si tratta. Non si tratta solo di quantità.

Ogni elemento ha un’essenza particolare al suo interno che comunica una verità che sta dietro la superficie. Questa verità è la base per molte soluzioni diverse per molti problemi diversi.
Ciò che Shannon voleva spiegare, secondo me, è che la generazione di buone idee riguarda la capacità di moltiplicare l’essenza di ogni elemento. Le idee sbagliate possono essere prodotte se non cogli l’essenza del problema, ma meglio la identifichi, più efficacemente sarai in grado di avere più intuizioni.
Raddoppiare i risultati delle tue idee è il primo passo, ma è cogliere l’essenza che fa la differenza.

 

Tutto ciò che ci serve sapere

Gran parte della vita, che si tratti del tuo lavoro o delle tue relazioni o in relazione al tuo benessere, si riduce all’identificazione e all’approccio di un problema che si intende risolvere.
Claude Shannon può essere stato un genio singolare con una mente unica, ma il processo mentale che utilizzava non è fuori dalla portata di nessuno di noi. La sua forza era in questo processo e nella sua applicazione.
Una buona capacità di risolvere i problemi è un prodotto del pensiero critico e creativo. Il modo migliore per combinarli è mettere in atto un processo che consenta a ciascuno di brillare.
Gli schemi mentali danno forma alle nostre menti. L’obiettivo è di avere quelli giusti per farlo bene.


Tratto da: https://medium.com/personal-growth/claude-shannon-how-a-real-genius-solves-problems-15b434aeb2b6
Traduzione a cura di Davide Gionco

Lascia un commento