di Davide Gionco
A 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari ci piace ricordare due sue filastrocche per bambini, che in realtà sono una forte denuncia all’attuale pensiero economico dominante, che mette al centro il lavoro finalizzato ad arricchire se stessi, come se fosse l’unica cosa che conta nella vita.
La favola “antica” di Esopo ci ricorda l’importanza di lavorare con impegno e mettere da parte in vista dei momenti in cui non sarà più possibile produrre e raccogliere.
L’insegnamento riguarda la saggezza del saper lavorare duro e cono impegno, così come la stoltezza di vivere senza preoccuparsi per il domani, che portò la cicala a morire di fame.
Ma i tempi di oggi non sono i tempi di Esopo. Oggi l’uomo è in grado di produrre molto di più di quanto gli serve per vivere. Infatti riusciamo a produrre abbastanza per mantenere anche gli anziani che non sono più in grado di lavorare, i bambini, i disabili, ecc.
E l’uomo non è come una formica, che si accontenta di raccogliere cibo per sopravvivere. Come diceva Dante: “Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza“.
L’uomo ha anche bisogno di esprimere i propri sentimenti, di socializzare, di condividere, di rendere felici gli altri.
Ed allora, ecco, l’elogio della cicala che dona gratuitamente il suo canto:
Ma non solo.
In un’altra fiaba si elogia la formica diventata generosa:
Una economia centrata unicamente sulla produzione e sul proprio arricchimento rende gli uomini gretti e meschini, incapaci di gesti di umanità. La freddezza dei conti e dei bilanci, che in fin dei conti sono solo dei numeri, non deve mai farci perdere di vista la nostra umanità.
Non è questa l’economia che prefigura la nostra Costituzione, che invece è molto più simile a quella sognata da Rodari nella sua poesia.
Quindi certamente il dovere di contribuire al progresso della società, ma non solo a livello materiale.
Siamo uomini, siamo fatti anche di spirito.
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