di Jacques Neirynck
professore onorario al Politecnico di Losanna, ex deputato svizzero
Il Consiglio Federale svizzero è il governo della Confederazione. E’ costituito da 7 consiglieri, ciascuno delegato ad un dipartimento, corrispondenti ai nostri ministri.
Non esiste una maggioranza parlamentare. I consiglieri in genere rappresentano le principali forze politiche del parlamento e vengono rinnovati periodicamente, con scadenza indipendente dalle elezioni politiche.
Benché il percorso in seno al Consiglio Federale che ha portato alla recente elezione di due consiglieri non sia avvenuto senza dolori, il risultato finale è curioso. Un esperto di vigneti si occupa della ricerca; un insegnante di pianoforte delle telecomunicazioni; un medico della diplomazia; un giurista dell’esercito; un agricoltore delle finanze; un economista della sanità; una traduttrice-interprete della giustizia.
Percorrendo questo elenco si prova il sentimento che un percorso più abile avrebbe consentito di piazzare Cassis alla sanità, Amherd alla giustizia, Sommaruga alla formazione, Berset alle finanze e Sutter alla diplomazia. In effetti sembrerebbe indispensabile conoscere la materia che uno va a gestire. Se non ci si capisce nulla, si è alla mercé dei funzionari del dipartimento ed in certe circostanze ci si fa sorprendere dall’azione delle lobbies esterne. In una parola: non si sa governare.
Ecco, è proprio questo l’obiettivo. Senza un leader, senza un programma prestabilito, senza una équipe ministeriale coerente, senza maggioranza parlamentare, il Consiglio Federale non è un governo in senso ordinario, raccolto intorno ad un gruppo di un programma ambizioso. Gestisce gli affari correnti ed è reclutato fra le persone che raccolgono più consenso, le meno affermate e –perché no?- le meno competenti.
Quando non si ha una opinione personale, si resta aperti a quelle degli altri.
La Svizzera può essere considerata un corpo senza testa. Non c’è il pilota nell’aereo: non soltanto nessuno tiene il timone, ma non è nemmeno previsto il posto di comando. Non è necessario, in quanto non ci sono né il motore, né il timone. Si tratta di una sorta di drone, più che di un aereo. E’ pilotato da persone invisibili. Non deve né decollare, né atterrare, ma remare a caso nello spazio.
E non si schianta mai. Funziona meglio di qualunque governo centralizzato, dotato di un leader, di un programma e di una maggioranza. Poiché quando nessuno comanda, tutti obbediscono. Come in un alveare ciascuno sa quel che deve fare e sa che nessuno lo sostituirà se non farà il proprio lavoro.
Il potere elvetico è dissolto nella popolazione che è sovrana. Di conseguenza il Consiglio Federale non può esercitare il potere supremo. Deve indovinare ciò che il popolo vuole e proporglielo. E non è una debolezza del Consiglio Federale, in quanto funziona bene.
Non è un po’ come nell’evoluzione biologica? Essa avviene per caso, non c’è un potere organizzatore, conserva i successi ed elimina gli errori. Essa ha fatto di noi ciò che siamo a partire da delle cellule galleggianti nell’oceano. Questo sistema ha funzionato ed è per questo che la Svizzera funziona meglio degli altri paesi. E’ strano a prima vista, ma vale la pena di rifletterci, di diventarne persuasi e di agire di conseguenza.
Tratto e tradotto dal quotidiano svizzero “24 Heures” del 09.01.2019
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