di Giovanni Lazzaretti
17.09.2024
Esiste l’Ucraina?
Certo.
Esiste la lingua ucraina, esiste la cultura ucraina, esiste il popolo ucraino. Ed esiste anche l’Ucraina.
Il nostro errore sta nel credere che l’Ucraina sia esattamente ciò che vediamo oggi sulle carte geografiche.
UN BEL LIBRO
Ho letto in anteprima il PDF del libro “Ucraina – Storia di un territorio” di Antonio Costa. Sta uscendo in questi giorni.
Un libro che parte dalla preistoria e arriva ai giorni nostri, senza farsi coinvolgere emotivamente dalle vicende attuali: arriva cioè ai giorni nostri descrivendoli con “saggia freddezza”.
Mi permetto di usare la bella frase d’inizio dell’introduzione.
Oggi c’è ancora chi crede che l’identità ucraina sia un’invenzione storica; cioè l’Ucraina, nel dibattito sulla sua autonomia, non rappresenterebbe una vera e propria nazione con confini ben definiti.
I confini delle nazioni non sono definiti una volta per sempre; le linee di confine si formano partendo da uno spazio territoriale sul quale vive una popolazione che, per omogeneità culturale o opportunità politica, rappresenta la culla di una comunità di persone che hanno un ideale comune di società civile.
“Ucraina” significa: sul confine (u krajna). Un territorio di frontiera, sempre conteso e conquistato dai potenti vicini: Russia a est e Polonia a ovest.
Terra quasi sempre sprovvista di stato nazionale, mosaico di popoli diversi, crocevia di ambiziosi vicini, l’Ucraina non ha mai smesso di essere teatro di scontri.
Contrariamente alla maggior parte dei Paesi europei, essa non è stata il frutto di una paziente costruzione consolidata nel corso dei secoli: scompare e rinasce regolarmente come per incanto come l’araba fenice.
«Non ha mai smesso di essere teatro di scontri». Ma non avrei mai immaginato il turbinio continuo e millenario di questi scontri.
Una terra appetibile e al contempo priva di barriere naturali significative: da quando appare il nome “Ucraina”(1) la creazione e sparizione di confini è un fatto continuo, testimoniato anche visivamente dalle tante cartine presenti nel libro.
La faccenda delle cartine mi ha incuriosito, e così sono andato a ripescare gli atlanti del Touring di 35 anni fa(2) dove le cartine sono tante, ben fatte e soprattutto stampate a tutta pagina (un bell’aiuto per i miei occhi quasi settantenni).
SFOGLIANDO L’ATLANTE
Ecco la parola “Ucraina” per la prima volta: Galizia, Volinia, Kiev, Ucraina, tutte zone che la cartina colloca nei Principati Russi, e tutte con un confine a dir poco problematico col Canato dell’Orda d’Oro.
Poche pagine dopo è cambiato tutto: adesso l’Ucraina sta nel Granducato di Lituania, è zona di confine con i Principati Russi, e il Canato dell’Orda d’Oro è scomparso dall’orizzonte (resta il Canato di Crimea).
Eccola di nuovo: ancora nel Granducato di Lituania, col Canato di Crimea che ha esteso la sua area.
Poi l’Ucraina diventa la zona sud del Regno di Polonia, zona di confine con Canato di Crimea e Impero Ottomano, nonché serbatoio di schiavi per il Canato.
Un altro passo avanti, ed ecco l’Ucraina come zona a cavallo di due Stati: Regno di Polonia e Impero Russo.
A ridosso della rivoluzione francese, c’è una cartina emblematica: Kiev (attuale Ucraina) sta nell’Impero Russo; Leopoli (attuale Ucraina) sta nel Regno d’Ungheria; e i due Stati non sono nemmeno confinanti tra loro, perché in mezzo c’è il Regno di Polonia. Odessa (attuale Ucraina) addirittura sta sotto l’Impero Ottomano.
Eccoci alle guerre napoleoniche: l’Ucraina adesso è indicata nell’Impero Russo, il Regno di Polonia si è dissolto, Odessa è nell’Impero Russo.
Arrivo a una cartina un po’ diversa, dove vengono evidenziate le varie nazionalità: la parola “Ucraini” sta lì, tra i fiumi Dnepr e Dnestr.
Si arriva alla prima guerra mondiale e, con essa, alla fine dell’Impero Russo.
Inizia la Russia bolscevica e c’è il trattato di pace di Brest-Litovsk tra la Russia e gli Imperi Centrali (Germania, Austria-Ungheria, con qualche contentino anche per l’Impero Ottomano).
La Germania, ora che il fronte est è risolto, disegna il futuro dell’Europa orientale tra annessioni, Stati simbolici pronti per un’annessione a breve, Stati legati sia dal punto di vista economico che amministrativo, Stati legati politicamente ed economicamente.
Qui(3) si vede un’Ucraina che comincia ad assomigliare un po’ a quella che abbiamo in mente. È però sotto controllo economico tedesco.
La nuova configurazione dura un attimo.
- Il trattato di Brest-Litovsk è del 3 marzo 1918: l’Ucraina è occupata da truppe tedesche, e sono i tedeschi che fanno e disfano i governi.
- L’11 novembre 1918 la Germania chiude la prima guerra mondiale; da quel momento inizia il ritiro delle truppe anche dall’Ucraina.
- Il 28 giugno 1919 viene firmato il trattato di Versailles che comporta tra l’altro l’annullamento del trattato di Brest-Litovsk.
Dal 1918 al 1920 per l’Ucraina c’è la doppia guerra: guerra civile tra Rossi e Bianchi nella fase di formazione del nuovo “impero” comunista; e guerra polacco-ucraina per il controllo della Galizia(4).
A conclusione di tutto, nasce l’URSS, e l’Ucraina si ritrova come Repubblica Socialista Sovietica unita alla Federazione Russa, alla Bielorussia, e alla Transcaucasia.
Dalla “russificazione” degli Zar alla “sovietizzazione” di Lenin, e poi di Stalin.
Anche se ti chiami “Repubblica”, ma non hai una tua moneta, un tuo esercito, una tua politica estera, non sei uno Stato: sei una suddivisione amministrativa, anche se provvista di un nome “pomposo”.
IL CONSOLIDAMENTO DI UNA DIVISIONE AMMINISTRATIVA
Da questo momento inizia una nuova vita ucraina, vita nella quale nessuno dubita che l’Ucraina esista.
Ma al contempo l’Ucraina esiste come entità stabile solo perché esiste l’URSS.
E, nella seconda guerra mondiale e oltre, sono le vicende dell’URSS che disegnano l’evoluzione del territorio ucraino.
Una cartina di Limes a commento di un articolo di Fulvio Scaglione(5) descrive bene tutti i movimenti intra-sovietici dell’Ucraina.
Ultimo atto fu l’annessione della Crimea nel 1954, come “donazione” di Kruscev in occasione dei 300 anni del Trattato stipulato nel marzo 1654 a Perejaslav, firmato dall’Etmanato cosacco con il Regno russo, atto che legò assieme la storia della Russia e dell’Ucraina(4).
L’URSS SI DISSOLVE E DONA I CONFINI ALL’UCRAINA
«La storia non la fanno gli uomini: gli uomini subiscono la storia come subiscono la geografia. E la storia, del resto, è in funzione della geografia.»
Questa frase di Guareschi trova nella quasi millenaria vicenda Ucraina un esempio perfetto: una terra appetibile, priva di protezioni geografiche significative, teatro di guerra continua.
Eppure arriva a un certo punto ad avere un confine definito: ciò che non poterono le guerre eterne, si realizza come grazioso cadeau della dissoluzione sovietica.
La trasformazione pari pari del confine amministrativo ucraino in un confine di Stato era un non senso che soltanto l’assoluta debolezza della Russia di allora(6) poteva consentire.
Ma così fu, e questo fatto doveva portare l’Ucraina a una vocazione ben precisa.
Se la storia è in funzione della geografia, basta guardare una cartina per riconoscere che la vocazione dell’Ucraina è la neutralità.
In alternativa c’è solo il ritorno alla guerra perpetua. Quella guerra perpetua dalla quale paradossalmente l’Ucraina era stata liberata a opera dell’URSS.
Poi uno Stato neutrale può decidere se fare neutralità “passiva” (Stato-cuscinetto) o neutralità attiva (Stato-ponte tra oriente e occidente).
Le cartine che il libro di Antonio Costa riporta nelle ultime pagine (e che anch’io ho utilizzato in qualche articolo) dicono tutto quello che c’è da sapere: nell’Ucraina ci sono due Ucraine.
Riprendo la cartina(7) del ballottaggio delle importantissime presidenziali 2010, con la vittoria del candidato Yanukovich (filo-russo, colore azzurro-blu) sulla candidata Tymoshenko (filo-USA, filo-UE, filo-NATO, colore rosa-rosso).
Questa fu la distribuzione dei voti. Come si fa ad avere dubbi?
O si arriva a una divisione tipo Repubblica Ceca e Slovacchia. Oppure si crea uno Stato neutrale e mite.
Parlare di mitezza a un popolo che ha avuto sostanzialmente 1000 anni di guerra può essere utopico.
Ma ricordiamo che quei confini sono stati “donati”, non sono stati “conquistati”.
Come pure è stata “donata” dalla storia la situazione di assenza di guerra sul territorio ucraino per quasi 70 anni, dal 1945 al 2014.
Purtroppo nel 2014, invece di accettare che il presidente filo-russo Yanukovich democraticamente eletto porti l’Ucraina a rapporti più stretti con la Russia, riparte in Ucraina l’atteggiamento “muscolare” col colpo di Stato di Maidan e con la guerra del Donbass. Fino alla guerra attuale.
Così l’occasione della mitezza, offerta dalla storia, sembra essere ormai irrimediabilmente perduta.
Le tabelle della percentuale di PIL impiegata in spese militari dava l’Ucraina al 33,55%(8) nel 2022. Figuriamoci oggi, dopo altri 2 anni di guerra.
Questa guerra è assolutamente sproporzionata rispetto alle possibilità dell’Ucraina, e il tutto continua solo perché non è la sua guerra, ma è una guerra per procura.
Ogni giorno gli anglo-americani alzano l’asticella, la colonia europea si adegua, e l’Ucraina ne subisce le conseguenze.
«E IL SOGNO DI UNA RUSSIA MITE NON CE L’HAI?»
Qualcuno potrebbe pormi una domanda.
«E il sogno di una Russia mite non ce l’hai?»
Ce l’ho, ma non dimentico che «la storia è in funzione della geografia».
Se basta una “occhiata geografica” per capire al volo che l’Ucraina deve essere uno Stato neutrale, l’occhiata geografica sulla Russia è molto più complessa.
È lo Stato più vasto del mondo, 17 milioni di km quadrati (al 2° posto sta il Canada con circa 10 milioni). Confina con tutto.
Confina con gli USA (sì, nello stretto di Bering le acque russe toccano le acque USA; e le due terre stanno a pochi km di distanza). Confina col Giappone, col quale ha ancora dei contenziosi territoriali.
Ha 17 km di confine con la Corea del Nord. Ha 4.200 km di confine con la Cina. Fortunatamente ha 3.500 km di confine con uno Stato cuscinetto, la Mongolia. Poi ancora 100 km con la Cina.
Confina col mondo mussulmano coi quasi 7.000 km di confine col Kazakhstan. Attraverso il Mar Caspio si può dire che confini anche con Turkmenistan e Iran.
Poi confina con le turbolenze caucasiche, Azerbaigian e Georgia. Il confine con l’Ucraina è ben noto.
C’è la Bielorussia a farla rifiatare un attimo, e poi via coi “confini NATO”: Lettonia, Estonia, Finlandia, Norvegia.
Col territorio di Kaliningrad viene a confinare anche con altri due paesi NATO: Polonia e Lituania.
Sostanzialmente la Russia è il “cuore geografico” del mondo, oltre ad essere il punto di riferimento dell’etnia russa che è la più numerosa d’Europa. La sua tipologia di mitezza non può essere la stessa che auspico per l’Ucraina.
Immaginiamo un territorio più vasto della Russia, l’unione di USA e Canada. Diamo una “occhiata geografica” e vediamo che sono una specie di isola, hanno un unico confine terrestre col povero Messico. Questi due stati facevano 904 miliardi di dollari di spese militari nel 2022. La Russia coi suoi 16 confini spendeva 86 miliardi.
Bisogna che ci rassegniamo all’evidenza: anche se può suonare come una bestemmia, la Russia è uno Stato mite. Se non lo è, allora ditemi come dobbiamo definire USA e Canada che fanno più di 10 volte la spesa militare russa.
I 5 OCCHI, I 9 OCCHI, I 14 OCCHI
Riprendo i Cinque Occhi, da me pluricitati: USA, Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda. Queste “potenze di mare” nel 2022 facevano 1.007 miliardi di dollari di spese militari, una cifra inarrivabile per chiunque.
Sono i fomentatori permanenti di guerre nel globo, oltre a spiare l’intero globo.
Si coprono con la foglia di fico “democratica”, ma sono il maggior attentato alla democrazia vera (se democrazia vuole ancora dire “governo del popolo”).
Nessun invito alla mitezza può essere rivolto a loro, perché la spesa militare è la loro vita.
Un lettore mi ha scritto che sono rimasto indietro: ci sono anche i “9 occhi” e i “14 occhi”.
La comunità degli spioni ha ingaggiato anche Danimarca, Francia, Norvegia e Olanda (9 occhi).
Poi Germania, Belgio, Svezia, Italia e Spagna (14 occhi).
Perché non mi occupo dei 9 e dei 14 occhi? Perché mi occupo solo di ricucire e divulgare cose di pubblico dominio.
I 9 e i 14 occhi sono noti per le rivelazioni di Edward Snowden, ex CIA ex NSA rifugiato in Russia. È ancora presto per farli entrare nel mio “patrimonio divulgativo”.
Ma, soprattutto, esiste una gerarchia: il fatto che i Cinque Occhi abbiano cooptato altri nel ruolo di “spioni” non interrompe per i cooptati il loro ruolo passivo di “spiati”. È il quintetto anglosassone quello che comanda.
Così va il mondo.
I “cattivi” spendono 86, e i “buoni” spendono 1.007 miliardi di dollari in spese militari.
All’inizio della guerra Russo-Ucraina citai(9) la canzone di Bennato.
Chi non vuole studiare ha sempre un’alternativa. Va su Youtube, fa partire
https://www.youtube.com/watch?v=Et8eiLURIFk
poi, al minuto 1 e 38” si alza in piedi e si mette a cantare: «e sempre in fila per tre // marciate tutti con me // e ricordatevi i libri di storia // noi siamo i buoni e perciò // abbiamo sempre ragione // andiamo dritti verso la gloria».
Tutte le sere ce la cantano, in ogni telegiornale, a partire dal TG2000 del quale vedo i titoli dopo il Rosario di Lourdes.
L’UNICA SPERANZA
San Giovanni Paolo II aveva la vista lunga.
Perché si agitò tanto per la Guerra del Golfo, che fu in fondo una “guerricciola” da 40 giorni e 20.000 morti? Forse perché vedeva che era il prototipo delle guerre future (semmai ne parleremo in altra occasione).
Ci lasciò la preghiera del 2 febbraio 1991, che andrebbe recitata ad ogni Rosario.
Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
fai cessare la guerra in Terra Santa e in tutto il mondo(10),
minaccia per le tue creature, in cielo, in terra ed in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.
Amen.
«Sfruttate ogni Rosario per pregare per la pace!»
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
NOTE
- 1) Anno 1059. «Apparve allora per la prima volta il nome Ucraina (sul confine) per indicare il territorio del Principato di Perejaslav», dice il libro.
- 2) Touring Club Italiano – Volume 4, Storia antica e medievale, anno 1989 – Volume 5, Storia moderna e contemporanea, anno 1990.
- 3) Questa cartina ha una fonte diversa, non è tratta dai volumi del Touring.
- 4) Semplifico all’estremo. Tutti i dettagli sono nel libro di Antonio Costa.
- 5) Titolo: Senza URSS niente Ucraina – Riassunto: «Le decisive radici sovietiche dell’indipendenza di Kiev, che oggi intende entrare a pieno titolo nell’Occidente. Panslavismo e mire grandi-russe di Mosca a confronto con le pulsioni alla base della secessione ucraina. Le battaglie infinite su lingua, fede e storia» – di Fulvio Scaglione, pubblicato in: CCCP, un passato che non passa – n°11 – 2021 – pubblicato da Limes il 7 Dicembre 2021.
- 6) Si stima che dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica siano stati registrati 7 milioni di decessi prematuri nei paesi che vi erano inclusi, di cui circa 4 milioni solo in Russia. Dopo la caduta dell’URSS, la Russia ha registrato il più grande calo dell’aspettativa di vita in tempo di pace della storia. La povertà è salita alle stelle dopo la caduta dell’URSS e alla fine degli anni ’90 il numero di persone che vivevano al di sotto della soglia di povertà internazionale è passato dal 3% del 1987-88 al 20%, ovvero circa 88 milioni di persone. Solo il 4% della regione viveva con 4 dollari al giorno o meno, ma nel 1994 questo numero è salito al 32%. La criminalità, l’uso di alcol, l’uso di droghe e i suicidi sono saliti alle stelle dopo la caduta del blocco orientale. (Wikipedia)
- 7) Taglio Laser n.421 “Fuga da Cherson (la cronologia può aiutare)”.
- 8) Al secondo posto l’Arabia Saudita col 7,42%.
- 9) Samizdat n.19 “Rompere la cornice, prima che sia troppo tardi”.
- 10) La preghiera citava la Guerra del Golfo. La variante attualizzata “Terra Santa e tutto il mondo” mi sembra che suoni bene.
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