
di Giovanni Lazzaretti
28.09.2025
In alternativa: la preghiera e la pace
Mi ripeto? Certo che mi ripeto.
Ormai la propaganda di guerra è partita a pieno regime, e bisogna ripetere.
Ma con qualche aggiunta.
FINANZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA
La finanza internazionale investe in: banche, farmaci, sistemi mediatici, armi.
Perciò avremo: debito, malattie, propaganda, guerra.
È la traduzione estremamente sintetica di ciò che viene detta “finanziarizzazione dell’economia”.
Il credito-debito è l’innesco essenziale di un’impresa. Quindi la finanza è essenziale. Ma la finanza come veniva descritta dal Papa che inventò le encicliche(1) aveva un metodo ben preciso: «Io ho le idee, tu hai i soldi. Uniamo le nostre forze in un’impresa. Dal successo dell’impresa ognuno di noi trarrà i suoi benefici».
L’avere soldi era essenziale. Il rischio contemporaneo del debitore e del creditore era pure essenziale. La chiusura finale del debito-credito era parimenti essenziale.
Cosa sia adesso la finanza non sto a spiegarlo ancora: guardatevi o riguardatevi il film “La grande scommessa” e risparmierete molti ragionamenti. Fare soldi. Dal nulla e sul nulla.
E, poiché un minimo aggancio con l’economia reale ci vuole, i finanzieri scelgono cosa deve fare l’economia reale.
Armi, ad esempio. Ma le armi bisogna usarle perché rendano. E, poiché il popolo normale vorrebbe invece casa, pane, lavoro, sanità, istruzione,… bisogna convincerlo che il suo massimo bisogno è la guerra.
PROPAGANDA E PREPARAZIONE DELLA GUERRA
Guerra non perché siamo cattivi. Ma perché siamo buoni e circondati da cattivi.
Sei già abbastanza grande
Sei già abbastanza forte
Ora farò di te un vero uomo
Ti insegnerò a sparare, ti insegnerò l’onore
Ti insegnerò ad ammazzare i cattivi
E sempre in fila per tre marciate tutti con me
E ricordatevi i libri di storia
Noi siamo i buoni perciò abbiamo sempre ragione
E andiamo dritti verso la gloria…(2)
Siamo sempre fermi lì: noi siamo i buoni e abbiamo sempre ragione.
Come si fa ad avere sempre ragione? Cancellando la storia e facendo finta che la storia inizi oggi.
[si veda anche il libro 1984, di George Orwell “Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato“)
Si avvistano nel cielo droni russi che preparano l’invasione?
Sì, certo. Ci crediamo, come al solito.
La Russia, che si è dovuta tirare indietro dal fronte siriano per poter reggere il carico della guerra d’Ucraina, adesso si metterebbe a stuzzicare tutto il “fronte orientale” d’Europa.
Basterebbe andare indietro di 25 anni per ricordare la varietà di bugie che abbiamo tirato fuori per fare le guerre. E sempre con la tecnica di mostrare gli aggrediti come aggressori.(3)
Afghanistan
I talebani corresponsabili dell’attacco alle Torri Gemelle, ve li ricordate?
Con un Osama Bin Laden visto solo in filmati, filmati dichiarati “autentici” dagli stessi che li avevano prodotti.
Poi Osama viene ucciso in un compound in Pakistan 10 anni dopo. Nessuno l’ha visto, ovviamente. Per sicurezza l’hanno anche sepolto in mare.
Sul fondamento di questo nulla nasce la guerra eterna in Afghanistan, vent’anni.
La guerra l’abbiamo persa, e i talebani sono ancora là. Guerra persa per gli eserciti, non per chi ha investito in armi.
Iraq
Le armi di distruzione di massa di Saddam sono già state dimenticate?
Fu la bugia più puerile. Ma la guerra che ne venne fuori (con l’addentellato della creazione dell’ISIS) non fu puerile, fu devastante: il complicato calcolo dei morti potrà darvi 500.000 o 1.000.000 secondo le fonti.
Anche questa fu una guerra persa. Ma non per la finanza che investe in armi.
Libia
Gheddafi “che bombarda il suo popolo”.
Lui che aveva creato lo Stato più prospero dell’Africa.
Mi piace ricordarlo attraverso una vecchia lettera pubblicata dal Carlino Reggio nel 2011. L’autore era Nuri Ahsain, presidente della Lega Studenti Libici in Italia.
«[…] non fare mancare il pane al popolo in una Nazione africana significa dare dignità a tutti, anche ai più poveri. La libertà non arriva con le bombe americane, francesi inglesi e purtroppo anche italiane. Con le bombe NATO la Libia perderà la sua indipendenza, e l’indipendenza è la vera libertà di tutto un popolo. I ribelli non stanno facendo la rivoluzione per la libertà, stanno distruggendo la Libia, hanno portato una guerra che in poche settimane ha trasformato le nostre città in ruderi, e ha gettato i libici nell’incubo di una guerra civile. […] L’intervento straniero ha fatto solo prolungare una guerra che ora sta distruggendo la nostra Patria […] la Libia sta combattendo da sola contro gli aerei più potenti del mondo e contro i più grandi sistemi di comunicazione […]».
Ho sottolineato l’ultima frase.
Propaganda e armi lavorano sempre insieme. Solo così si poteva creare questa guerra fasulla che distrusse la Libia 14 anni fa e che oggi la mantiene in situazione di violenza permanente.
Guerra persa, ovviamente, se lo scopo era quello di “esportare democrazia”.
Ma vinta da chi investe in armi.
Siria
La ragionevole Siria retta da Bashar Assad, dove le minoranze erano tutelate e i fondamentalisti islamici tenuti a bada, è stata distrutta da una sorta di guerra per procura nella quale abbiamo fatto credere che esistessero “i ribelli moderati”.
Il risultato è la Siria di oggi, della quale non sono nemmeno chiari i confini. Ognuno ne mangerà un pezzo: turchi da una parte, curdi dall’altra, israeliani al sud, guerra permanente in tutto il resto del paese.
Quasi divertente, se non fosse tragico, il brano di Wikipedia dedicato al nuovo presidente al-Shara (o al-Jawlani, come preferite).
Il 16 maggio 2013 è stato inserito nella lista dei terroristi redatta dagli Stati Uniti. Il 21 dicembre 2024 è stata abolita la taglia di 10 milioni di dollari imposta su di lui quattro anni prima dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America per informazioni che avessero portato alla sua cattura. Tuttavia, lo stesso Dipartimento di Stato americano ha mantenuto il suo nominativo nella lista dei terroristi.
Il 24 settembre al-Shara ha parlato all’ONU.
«La storia della Siria è la storia di una lotta tra il bene e male. Per anni, abbiamo sofferto ingiustizie ed oppressione; poi, ci siamo alzati per reclamare la nostra dignità».
Applausi.
Come si fa presto, con la propaganda, a passare da una taglia di 10 milioni di dollari a un onoratissimo “giacca e cravatta + applausi”.
Al-Shara sta dalla nostra parte? Perfetto. Allora è buono.
Iran
C’è stata anche la mini-guerra farsa con l’Iran.
Basata sulle inesistenti armi nucleari dell’Iran, ha consentito a Israele di eliminare una serie di scienziati, semmai con le loro famiglie, in operazioni di killeraggio diretto. Salvo poi mascherarli mediaticamente come “morti durante i bombardamenti”.
Anche TV2000 ci ha mostrato “i funerali degli scienziati morti durante i bombardamenti”.
***
L’affermazione bisogna che sia netta: posto che da almeno 25 anni raccontiamo bugie per poter innescare guerre con consenso mediatico, possiamo essere certi che anche stavolta faremo la stessa cosa.
Finzione, propaganda, consenso, guerra.
Solo che stavolta la guerra è sull’uscio di casa.
O LA GUERRA O LA BANCAROTTA
La guerra serve alla finanza che investe in armi, e fin qui siamo nell’ovvio.
Ma c’è un altro motivo per cui la guerra è “necessaria”.
Lo spiegò Pier Carlo Boggio(4) nell’opuscolo intitolato “Fra un mese”.
Boggio (massone, professore, deputato, giornalista, cavouriano moderato) all’inizio di aprile del 1859 è in piena fibrillazione. Fibrillazione perché c’è la guerra? No, fibrillazione perché teme che la guerra (quella che sarà ricordata come seconda guerra d’indipendenza) non cominci.
«La pace significherebbe per il Piemonte la bancarotta».
Ovvio.
Uno staterello come il Piemonte che si imbarca in faccende più grandi di lui (anche la guerra di Crimea, mamma mia) non può farlo se non indebitandosi.
Tutto questo, secondo Boggio, è stato fatto per il bene dell’Italia. E adesso non si può più tornare indietro. L’esercito assorbe un terzo delle entrate del Piemonte? Ridurlo equivarrebbe ad abdicare all’idea italiana. Mantenerlo così com’è equivarrebbe alla bancarotta.
«Ecco adunque il bivio: o la guerra o la bancarotta».
Il libretto è tutto infarcito di idealismo patriottardo, ma cerchiamo invece di vedere le cose dal punto di vista pratico.
Se il Piemonte non arrivava a mangiarsi tutta l’Italia, mai il Piemonte avrebbe potuto ripagare i debiti contratti.
Così invece, esportando propaganda + bugie + guerra, ottenne di spalmare il proprio debito sull’intera penisola.
Su una penisola che, nei suoi vari Stati, era pacifica e priva di debiti.
L’esportazione di guerra del Piemonte provocò ribellione, miseria, disoccupazione, emigrazione.
Ma che importanza ha?
Una volta che hai vinto ci pensa la propaganda a sanare tutto: Corso Cavour, Viale Mazzini, Piazza Garibaldi, Corso Vittorio Emanuele II, monumenti equestri, libri di scuola, Fratelli d’Italia,…
L’unità d’Italia fu, innanzitutto, l’unità del debito.
***
Oggi è diverso?
Oggi, grazie al metodo di emissione monetaria (la moneta-debito), il debito del mondo è impagabile.
In questo debito globale impagabile non è strano che la guerra sia una necessità.
Che so, possono trasformare i nostri conti correnti in prestiti forzosi permanenti, per “esigenze di guerra”.
Vi pare strano? Niente di strano, non essendoci più distinzione tra banche “commerciali” e banche “d’investimento”.
Sono pessimista, se non si è capito.
Ogni volta che butto l’occhio sulla TV vedo sempre immagini di preparazione alla guerra, in assenza di qualunque contradditorio.
Pensate cosa ci hanno costretto a fare durante il covid.
Poi moltiplicate per 10, perché qui la faccenda è ben più grossa.
PREGHIERA E PACE
Guardo con simpatia e con pena la vicenda della Global Sumud Flotilla.
Simpatia perché faccio salve le buone intenzioni di tutti i partecipanti. Ma pena perché il loro senso della realtà è vicino allo zero.
In questa situazione storica 2025 non è possibile la rivendicazione di alcun diritto per i palestinesi.
Al governo di Israele stanno persone che dichiarano la inesistenza di un popolo palestinese e rievocano la biblica strage degli Amaleciti come riferimento politico.
Nessuno può fermarli, visto il cordone ombelicale che lega USA e Israele da sempre (6 milioni di ebrei vivono in Israele, 6 milioni in USA, e non come comparse).
L’unica speranza è un intervento dall’alto che faccia implodere il sionismo.
E, per fermare la guerra alla Russia che desideriamo così ardentemente, occorre pure un intervento dall’alto che faccia implodere il sistema finanziario prima del disastro finale.
Perché la finanza ha bisogno di armi, e le armi han bisogno di guerra, e la guerra ha bisogno di propaganda, e la propaganda ha bisogno di bugie, e le bugie hanno bisogno di cervelli ottenebrati che dimenticano la storia.
Tutto questo deve “implodere”, perché non abbiamo nessuna possibilità di “vincerlo”.
La nostra unica arma è sempre quella, i grani del Rosario.
«Come uomini e come cristiani, non dobbiamo abituarci all’idea che tutto ciò sia ineluttabile e al nostro animo non deve essere permesso di cedere alla tentazione dell’indifferenza e della rassegnazione fatalistica, quasi che gli uomini non possano non essere coinvolti nella spirale della guerra.»
«Come credenti nel Dio di misericordia e nel Suo Figlio Gesù, morto e risorto per la salvezza di tutti, non possiamo perdere la speranza che la grande sofferenza, che sta colpendo così vaste porzioni dell’umanità, abbia quanto prima a terminare. Per raggiungere questo fine, abbiamo a nostra disposizione in primo luogo la preghiera, strumento umile ma, se nutrito di fede sincera e intensa, più forte di ogni arma e di ogni calcolo umano.»
«Affidiamo a Dio il nostro profondo dolore, insieme con la nostra speranza più viva. […] Recitando il Rosario e meditando i Misteri di Cristo, deponiamo il nostro dolore, le nostre preoccupazioni e le nostre speranze nel Cuore Immacolato di Maria, nostra Madre.»
(San Giovanni Paolo II, 2 febbraio 1991, durante la Guerra del Golfo, madre di tutte le guerre asimmetriche che tormentano il mondo da 35 anni).
Rosario per la pace, o decina per la pace, e preghiera di San Giovanni Paolo II per la pace.
Per chi crede a Medjugorje, l’ultimo messaggio è stato piuttosto semplice, forse il più breve della storia.
«Cari figli! Questo tempo sia per voi tempo di preghiera per la pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.»
Non illudiamoci. Se la finanza ha bisogno di guerra, la otterrà.
Per saltarci fuori possiamo solo allearci con Gesù e con la Madonna.
E l’alleanza è fatta dai grani del Rosario.
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
NOTE
[1] Le encicliche non sono sempre esistite, nascono col Papa Benedetto XIV. La “Vix Pervenit” su finanza, debito, usura, è una delle prime.
[2] Edoardo Bennato, “In fila per tre”.
[3] Per altri dettagli, anche sulle guerre dello scorso millennio, vedere l’articolo https://attivismo.info/san-muammar-gheddafi/
[4] Angela Pellicciari, “Risorgimento. Una guerra alla Chiesa in nome dell’Italia?”, Cantagalli 2024. Capitolo “È in vista la bancarotta”.





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