Nel 1980 DC-9 dell’Itavia a Ustica fu abbattuto dai caccia francesi mentre cercavano di uccidere Gheddafi

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https://scenarieconomici.it/ustica-attacco-dei-francesi-in-italia/
in cui si riporta la ricostruzione dei fatti elaborata dal giudice Rosario Priore.
Questi risultati spiegano tanti anni di silenzi e di reticenze da parte dei partner della NATO ed anche delle stesse Forze Armate italiane.

Buona lettura


La gente si straccia le vesti sull’ingerenza francese in Libya e sui migranti fatti arrivare abusivamente in Italia. Peccato che gli stessi che oggi si agitano non facciano i compiti a casa, non studino: il giudice Priore nel libro “Intrigo Internazionale – Perchè la guerra in Italia”  – Chiarelettere, del 2010 – indica chiaramente che furono i francesi ad abbattere il DC-9 nell’Itavia nelle more di una operazione di guerra internazionale molto simile a quella che portò alla fine di Gheddafi 30 anni dopo. Come disse il capo dei servizi segreti francesi Alexandre de Marenches, pg. 154, “il leader libico doveva essere messo nelle condizioni di non nuocere più, e farlo era il dovere di più governi“. Questo perchè la politica estera di Gheddafi, certamente troppo filo-Italia (il Rais aveva attinenze materne italiane; ricordiamo tra le altre cose il salvataggio della Fiat alcuni anni prima coi soldi libici) dava molto fastidio a Parigi.

In breve, quello che accadde secondo la ricostruzione del giudice Rosario Priore conferma che la marina francese assieme alla propria aviazione, nelle more di una “verità indicibile” secondo lo stesso, avrebbe sferrato l’attacco a Gheddafi mentre il leader libico usava un corridoio aereo riservato ossia non monitorato dai radar – concesso dalla politica estera di Andreotti negli anni precedenti, in cambio di cooperazioni economiche con l’Italia, ndr – per muoversi fuori dai propri confini ossia anche sul nostro Paese. Di norma ciò comportava accodarsi o sovrapporsi a aerei di linea per confondere la traccia radar. Proprio questo accadde durante la battaglia aerea nei cieli italiani del 27 giugno del 1980, quasi precisamente 38 anni fa. E tutto questo sulla scorta di notizie “attendibili” secondo cui l’operazione partì dalla portaerei Clemenceau di stanza nel Tirreno, con il supporto dei caccia partiti dalla base di Solenzara in Corsica.

Pensate che, per uno strano scherzo del destino, quella notte addirittura il vice del generale Dalla Chiesa, il gen. dei Carabinieri Nicolò Bozzo in vacanza in zona vide enormi movimenti di aerei dalla base corsa. La Francia per decenni non ammise quanto rilevato dal gen. Bozzo, anzi disse una marea di bugie, sia sulla reale posizione delle Clemenceau che sul traffico aereo a Solenzara (pg.156).

Interessantissima la conclusione del giudice Priore sulla vicenda che nella chiosa conduce precisamente alla realtà dei nostri giorni, dove i francesi hanno in piedi un progetto egemonico nell’area una volta fatto fuori il Rais, pg. 157, piano che contempla l’annichilimento dell’Italia:

L’eliminazione del leader libico su Ustica sarebbe stata soltanto la prima fase di un progetto assai più vasto che prevedeva anche interventi via terra sulla Libia. La caduta del regime di Tripoli avrebbe avuto come conseguenza il riordino dell’intero assetto nordafricano e subsahariano e una nuova spartizione dell’influenza in queste aree ricchissime di risorse. A tutto svantaggio della presenza italiana“.

Eppoi: “la politica mediterranea ed africana di Gheddafi era fortemente destabilizzante e colpiva direttamente interessi francesi“, pg. 158. Ossia, nelle more dell’attacco francese di Ustica “l’Italia, appoggiando la Libia, era di fatto in conflitto con la Francia“, pg. 162.

Lettura fondamentale quella sopra indicata.

Con una preveggenza incredibile il giudice Priore ci ha spiegato nei dettagli il contesto e le ragioni dell’attacco di Ustica: l’abbattimento del DC9 fu solo un errore attuato durante la “caccia al jet di Gheddafi” da parte dei francesi sui cieli italiani, contingenza del tutto simile a quanto accaduto nel 2011. Anche allora gli USA erano chiaramente a conoscenza di tutto, c’era infatti un governo Dem a Washington (come nel 2011 con Obama) e come spesso accade gli USA cedettero alle richieste francesi di indebolire l’Italia senza però sporcarsi le mani, una costante da almeno 50 anni, per motivi storici con profonda radice massonica i Dem USA e quelli del Massachusstes in particolare sono legatissimi a Parigi (…).

In pratica lo scontro sui migranti tra Italia e Libia dei nostri giorni nasconde molto di più ossia il petrolio libico e le risorse nell’area, in nordafrica. Peggio, dal 2011 in avanti, col golpe contro l’Italia e la caduta del Rais, in parallelo alla corruzione sistematica di una certa fazione politica Dem ossia della sinistra italiana si è innescato un movimento revanscista europeo che ha coinvolto la fino allora silente Germania la quale si è finalmente convinta a sfidare Washington in EUropa (tale processo corruttivo della gauche francese verso l’omologa fazione italiana ha radici profonde, …, non a caso un ex primo ministro romano – a cui secondo chi scrive andrebbe tolto il passaporto italiano – Enrico Letta, è andato ad insegnare all’università dei servizi francesi a Parigi, oltre ad essere stato insignito – come molti sodali di partito – della Legion d’Onore per i servigi prestati non all’Italia ma alla Republique).

Ossia il flusso incessante di migranti che abbiamo visto negli scorsi anni – dal 2012/13 – dirigersi in Italia, disperati che invece di essere riallocati in EUropa come da accordi EU sono stati deliberatamente ed abusivamente tenuti bloccati entro i nostri confini, fa parte di un piano paneuropeo mirato ad indebolire il miglior alleato anglosassone in Europa, l’Italia, guarda caso sede di oltre 110 basi ufficiali USA e del primo deposito fuori dai confini americani di esplosivi convenzionali (Camp Darby) oltre ad ospitare più testate atomiche USA di tutti gli altri paesi EU messi assieme.

 

Ossia i migranti fatti concentrare in Italia sarebbero dovuti essere il diluente sociale necessario per indebolire il Paese dall’interno permettendo, da un lato, la sua conquista economica (parallelamente alla cooptazione – solo per non dire corruzione – della classe dirigente di sinistra da parte dei francesi, vedasi quanti soggetti apicali sono legati a filo doppio alla Francia, Bassanini, Prodi, lo stesso D’Alema, per non parlare di Gentiloni ed E. Letta oltre che dello stesso Renzi, che però si è orientato maggiormente verso la sponda Dem atlantica); dall’altro la perpetrazione di interessi politici ed economici privati (accoglienza migranti da parte delle cooperative rosse) finalizzati a mantenere al potere il PD dando il voto ai nuovi elettori immigrati, gente senza cultura facilmente manipolabile a cui si sarebbe reso chiaro l’obbligo morale di dare il voto a chi li aveva fatti arrivare. Parallelamente ci sarebbe stata la progressiva erosione del tessuto economico, sociale e nazionale con l’obiettivo di lungo termine di annientare la creatura anglosassone di stampo ottocentesco nel Mediterraneo, l’Italia.

Ecco. Ora sapete una grossa parte di verità.

E capite anche il motivo dello scontro tra Macron e Salvini, ossia col governo più unionista dall’Unità d’Italia, un governo forte nel Belpaese viene visto da Parigi letteralmente come fumo negli occhi. Ah, l’ultimo dettaglio: sono ben 11 giorni che le “forze francesi di Al Qaeda in Libya” sono martellate da bombardamenti americani partiti da Sigonella, ancora qualche giorno e diventerà impossibile per l’opinione pubblica francese nascondere le decine se non centinaia di morti di soldati d’oltralpe ufficialmente in “incidenti” in giro per il mondo, in realtà morti in guerra in zone dove non sarebbero dovuti essere “operativi”.

Vero che le parole di Macron rivolte a Trump nell’ultimo G7 sono state forti [“… ricordati che non sarai Presidente per sempre….“], ma ben più degno di nota è che oggi Parigi ne sta subendo le pesanti conseguenze, fino a mettere in pericolo la sua stessa permanenza in Nordafrica. Ecco il motivo della fronda interna anti-Macron, terrorizzata in forza del supporto militare USA all’Italia tanto possente da poter ribaltare le sorti di uno scontro geopolitico che solo qualche mese fa sembrava vedere la Francia sicura vincente.

Mitt Dolcino

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