Nel Regno Unito c’è una crisi lavorativa: incerti settori non si trova personale, con problemi, ad esempio, per la fornitura dei supermercati.
Mancano auto trasportatori, mancano anche addetti agli scaffali e questo si traduce in rotture di stock e in scaffali vuoti, un po’ in stile sovietico.
I dati sulla domanda nel numero di dipendenti sono piuttosto evidenti, come si può vedere da questo grafico:
In realtà il problema non colpisce solo il settore del dettaglio: vengono offerti premi di 10 mila sterline all’assunzione agli optometristi, 3 mila per chi fa il tecnico del gas, ma anche mille a chi fa il commesso in un negozio di prodotti per animali. Del resto l’alternativa a pagare di più i dipendenti o alla concessione di alti premi è quella che si trova ad affrontare McDonaldss che ha dovuto togliere i Milkshakes dall’assortimento in molti punti vendita perchè non riesce rifornirli.
La colpa è della Brexit? Prima dell’uscita dall’Unione molti posti nel settore logistico, soprattutto nei trasporti, era riempito da guidatori rumeni o polacchi, ora quest’operazione è molto più difficile. Quindi la carenza di personale è dovuta alla Brexit? No, è semplicemente dovuta al fatto che l’Unione ha mantenuto la remunerazione del lavoro artificialmente bassa per troppi anni e ora questa differenza, questo gap, viene colmato, nonoistante, o anche grazie, alla crisi Covid-19.
Se l’andamento delle remunerazioni avesse seguito il rapporto normale domanda – offerta avremmo avuto, in questi settori, paghe più elevate e non una carenza di braccia. L’Unione ha falsato per anni il mercato con un’offerta a basso costo, ma quest’operazione è stata pagata dai lavoratori inglesi costretti o a cambiare lavoro o ad accettare delle paghe più basse. Terminata questa situazione artificiale o le paghe crescono, o i lavoratori scelgono di fare altro.
Nel medio periodo questo fenomeno porterà a un aumento delle remunerazioni dei lavoratori inglesi, anche, anzi soprattutto, nelle posizioni più umili, con un riequilibrio sociale che rilancerà una classe media lavorativa distrutta dalla concorrenza comunitaria. Questo a sua volta rilancerà i consumi interni. Nel lungo periodo si favoriranno gli investimenti in tecnologia destinata a migliorare la produttività, e il sistema, nel suo complesso, se ne avvantaggerà come efficienza.
Senza l’”Esercito proletario di riserva” i singoli paesi riequilibrano i propri mercati di lavoro e adattano domanda e offerta di lavoro e livello delle paghe. Peccato che per l’Italia, fra Lamorgese e Unione, tutto questo appaia impossibile.
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