L’economista Stephanie Kelton: i governi devono solo stampare più moneta

di Zach Helfand
20.08.2019

Il consigliere economico di Bernie Sanders Stephanie Kelton sostiene che “Come potremo pagare?” non dovrebbe essere la domanda cruciale nella politica americana.

Stephanie Kelton, consulente economico senior di Bernie Sanders e professoressa di economia e politica pubblica alla Stony Brook University, è popolare in un modo in cui gli economisti, quasi per definizione, non lo sono. I cineasti la seguono con le telecamere, partecipa a tour di conferenze internazionali e una volta ha perfino riempito un palazzetto dello sport in Italia.
Kelton è la principale evangelizzatrice di un movimento economico marginale chiamato Modern Monetary Theory (Teoria Monetaria Moderna) che, in parte, sostiene che il governo dovrebbe pagare per programmi che richiedono grandi spese, come il New Deal verde, semplicemente stampando più moneta.
Questa è un’idea polarizzante.

In primavera, Kelton ha parlato al festival Future of Everything del Wall Street Journal, tenutosi in un magazzino a Tribeca, adeguato per l’occasion, dove i più seri networker hanno preso appunti senza sosta. Sul palco, un membro dello staff del Journal ha presentato Kelton come l’economista con un’idea che “o risolverà i problemi del mondo o lo manderà in rovina”. Lei ha fatto una smorfia ed è saluta sul palco. Mi sono immerso per alcuni mesi nel melange di blog, video su Youtube e cartacei che costituiscono gran parte del mondo della MMT.
Alcune complessità mi sovrastavano: una letteratura nebulosa sui tassi di cambio fluttuanti e sulle valute di riserva mi ha fatto andare in pappa il cervello. Ma il principio base della MMT è semplice e seducente: i governi non devono stare attenti al bilancio come fanno le famiglie, preoccupandosi del debito: possono stampare moneta.
Pertanto la MMT propone che l’unico vincolo alla spesa publica sia l’inflazione e non il debito: quanto nuovo denaro si può pompare nell’economia prima che i prezzi aumentino? Tra un certo tipo di pubblico, principalmente online e di sinistra, la MMT ha acceso un qualche fervore rivoluzionario. Sui blog della MMT e sul loro profilo Twitter, gli aderenti immaginano un mondo costruito sui principi della MMT, dove il governo offre posti di lavoto garantiti, assistenza sanitaria e college universitari a prezzi accessibili e avvia chiari progetti di infrastrutture per rinnovare le autostrade, gli aeroporti e i ponti fatiscenti.
La Kelton, che rilascia almeno cinque interviste a settimana, oltre a lezioni, convegni e conferenze è, più di chiunque altro, responsabile della costruzione dell’esercito digitale della MMT. Ha scritto regolarmente per Bloomberg, avviato il blog più influente del movimento New Economic Perspectives (Nuove Prospettive Economiche); sta lavorando ad un libro, The Deficit Myth (Il mito del deficit), che sarà pubblicato l’anno prossimo.
E’ piuttosto ovvio che sia diventata il volto più visibile della MMT.”, ha dichiarato Randall Wray, uno degli economisti che per primi hanno sviluppato la teoria. “Ha perfezionato il modo di presentare queste idee al pubblico”.

L’introduzione alla MMT può provocare reazioni forti. Potrebbe non fare per voi, la trovate ridicola eanche un po’ inquietante; o forse vi sconvolge, come la prima volta che avete assaggiato la Marmite o che vi siete fatti di acido. Kelton si comporta come una guida spirituale. Quando ha cominciato a parlare al festival del Wall Street Journal, ho trovato posto in seconda fila, dietro a una donna con un maglione bianco che aveva una faccia impaziente ed espressiva. Disse dichiamarsi Anne. Anne non aveva mai sentito parlare della MMT.

Dal palco Kelton lamentava che “C’è tanta pressione sui candidati perché paghino per ogni cosa. Non vedo nessuno. Voglio dire, sarò sincera, non vedo nessun candidato presidenziale porre in primo piano ordini del giorno ambiziosi e dire: «non proveremo a pagare nulla di tutto questo».”
Ho visto il viso di Anne registrare diversi stati di shock. “Cosa?!”, ha esclamato. “E’ un boccone duro”, dice il moderatore Charles Forelle, direttore finanziario del Journal. Kelton gli risponde: “Lo è, vero?”.
Ha poi continuato, “Quello che abbiamo fatto a noi stessi è di lasciare letteralmente trilioni di dollari sul tavolo, non sfruttando lo spazio fiscale di cui disponiamo, portando avanti le nostre economie al di sotto del loro potenziale, vivendo al di sotto dei nostri mezzi come nazione, anno dopo anno, dopo anno.
La sessione si conclude. “OK!” dice Forelle,“Alzi la mano chi ha qualche domanda”.
Osserva il pubblico. “Oh!, abbiamo un sacco di domande”.
Kelton ascolta spesso le stesse dichiarazioni di preoccupazione riguardo la MMT e la maggior parte riguarda l’inflazione.
Entro quanto tempo diventeremo come lo Zimbabwe, che ha stampato così tanti dollari nazionali che l’inflazione raggiunse il picco, nel 2008, a un tasso annuale di novanta sestilioni percento?
Mai, secondo Kelton. Nell’ottica della MMT l’obiettivo è una inflazione sostenibile, mentre i tradizionalisti del fisco si preoccupano del deficit e non considerano affatto l’inflazione.
Ma allora la MMT non richiede un’accurata previsione del rischio di inflazione? Sì e, come ammette la stessa Kelton al festival, i modelli non sono perfetti, “ma possiamo fare un ottimo lavoro”. E, ad ogni modo, secondo lei, la spesa pubblica è responsabile solo in minima parte dell’inflazione.
Anne alza la mano ma non viene interpellata. La raggiungo alla fine della conferenza. “Mi ha sentito esclamare «Porca vacca!»?”mi dice. “Suona tutto molto all’antica, ma lo ha fatto così bene che non riesco a capire il perché”.
Chiedo ad Anne se trova la Kelton convincente. “Beh, più o meno” risponde. “So che quello che ha detto è stato geniale, solo che non riesco a crederle. Deve per forza avere torto.

La Kelton ritiene che sebbene la MMT rappresenti un contesto nuovo, si basa su vecchie idee trovate sepolte e dimenticate durante il lavoro degli economisti fondatori. La prima persona che iniziò ad assemblare i pezzi fu Warren Mosler, amministratore di fondi speculativi. Eclettico, con una vena iconoclasta, Warren sviluppò le sue idee sulla creazione di denaro e sul deficit nei primi anni ’90, cercando alleati ma non trovandone alcuno. Facendo leva su alcuni contatti importanti, nel 1993 ottenne un incontro con Donald Rumsfeld, che allora lavorava come dirigente nel settore privato. Rumsfeld gli concesse un’ora al Raquet Club di Chicago, nel bagno turco. Entrambi indossavano degli asciugamani, quando uscirono dalla nebbia di vapore, Mosler aveva un alleato. Rumsfeld accettò di presentare Mosler ad alcuni amici economisti. Di grande aiuto fu Art Laffer, architetto dell’«Economia dell’offerta», la cui opera, a sostegno della riduzione delle tasse ai ricchi, gli ha recentemente fruttato le Medaglia presidenziale della Libertà da parte di Donald Trump.
Laffer aveva diffuso l’idea controversa che la riduzione delle tasse potesse effettivamente aumentare il gettito fiscale. Mosler, al contrario, voleva dimostrare che le entrate fiscali sono irrilevanti per la spesa pubblica. Laffer aiutò comunque Mosler ad approfondire le sue idee e lo indirizzò verso un gruppo di economisti post-keynesiani che gestivano una vivace gruppo di discussione via email. Mosler vi si aggregò e trovò lì coloro che divennero i fondatori della MMT.

Oggi Mosler vive a St. Croix, zona degli Stati Uniti in cui può evitare di pagare il 90% dell’imposta federale sul reddito. (“Questo è un programma sponsorizzato a livello federale dagli Stati Uniti” mi ha detto, “sto facendo il mio dovere patriottico”), Mosler ha stimato di aver contribuito per circa 3 milioni di dollari al movimento MMT nel corso di un paio di decenni, e , “semmai vado un po’ sulla difensiva per non aver speso di più”.
Il denaro ha sovvenzionato post accademici, conferenze e borse di studio e ha contribuito a trasformare istituzioni come il Levy Institute, al Bard College, e l’Università del Missouri a Kansas City, in fertili terreni per il pensiero della MMT. La Kelton fece il suo primo incontro con la MMT a metà degli anni ’90, quando, appena laureata all’Università di Cambridge, si imbattè nel movimento online di Mosler. La Kelton fece domanda per una bosrsa di studio al Levy Institute, dove molti dei pensatori della MMT della prima era si erano radunati. Lì nel 1998, fu autrice di uno dei testi fondamentali della MMT, un documento intitolato “Can taxes and bonds finance Government spending?”(Tasse e Obbligazioni Possono Finanziare le Spese del Governo ?).
Il testo concluse che in realtà le tasse non pagano un bel niente-, che il governo federale prima spende e poi successivamente tassa una parte di quei soldi. Kelton si è presa anche un dottorato di ricerca alla New School, è stata poi assunta dall’UMKC (Università del Missouri a Kansas City). Nel 2013 diventa presidente del Dipartimento di Economia. Diventa presto interlocutrice privilegiata di gestori di fondi speculativi e di politici che avevano domande sulla MMT. Teneva riunioni con membri del Congresso. Larry Summers, che si era da poco dimesso da direttore del Consiglio Economico Nazionale sotto la legislatura Obama, ha sollecitato la diffusione della letteratura della MMT.

Mentre era alla UMKC, nel 2008, la Kelton ha sfidato senza successo un repubblicano per un posto nel parlamento del Kansas. Ha fatto campagne elettorali su questioni economiche ed espresso “il suo impegno per la discplina fiscale”.(Le teorie di spesa della MMT non si applicano al livello locale-statale, ma solo a livello federale, dato che gli stati non possono creare moneta).
[…]
Dal 2017 la Kelton è professore alla Stony Brook ed ha tenuto lezioni su invito presso la New School.
Molti colleghi della Kelton mi hanno riferito che sa essere allegra e divertente, ma quando ci siamo incontrati in una sala conferenze della New School con vista sulla Quinta Avenue, ha parlato con l’attenzione intensa e la fede di un crociato.
Secondo Kelton la MMT costituirebbe la base di un nuovo approccio al processo decisionale, in cui la nostra immaginazione politica viene ampliata.
La domanda cruciale, dice, non dovrebbe essere “Come farai a pagare questo?”, ma “Come farai a finanziarla?”.
Usa come esempio la mobilitazione per la Seconda Guerra Mondiale; il paese si è concentrato sulla massimizzazione delle sue risorse, per produrre aerei, pistole e cibo. Il deficit non era un problema.
Nell’economia che Kelton immagina, la spesa aumenterebbe e diminuirebbe con il ciclo economico. Qualche volta, se l’economia si sta surriscaldando, il governo potrebbe chiedere un avanzo di bilancio.
Questo è, in pratica, Keynesismo puro: si spende di più durante i periodi di flessione dell’economia, si spende di meno quando l’economia raggiunge la piena occupazione.
La Kelton ed altri aggiungono un programma federale per il lavoro garantito. Lo chiama “stabilizzatore economico”.
Quando l’economia arranca, più persone entrano nel programma e la spesa aumenta. Quando l’economia migliora, le persone si orientano verso lavori migliori nel settore privato e la spesa diminuisce.
Vincere, per come la vedo io, significa dare la priorità ai risultati umani più che a quelli di bilancio”, mi ha detto.
Vincere mi pare consegnare all’Ufficio del Bilancio del Congresso un atto legislativo e dire: «Questa legislatura ha il compito di togliere 10 milioni di bambini dalla povertà, ditemi, Avrà successo? Comporta rischi di inflazione? Ho le giuste compensazioni?» E poi votiamo.

Le attuali condizioni economiche appaiono piuttoso buone per la MMT. In Giappone, dove i deficit sono elevati e il tasso di interesse è inferiore a zero, l’economia non è andata incontro a nessuna calamità.
Quando il Congresso ha approvato una riduzione fiscale nel 2017, l’Ufficio del Bilancio (CBO) predisse che ci sarebbe stato un balzo nei tassi di interesse causato dal deficit. Ciò non è accaduto. Eppure la maggior parte degli economisti tradizionali vede la MMT come il Culto dell’Albero Magico dei Soldi, deridendo ciò che vedono come la preferenza dei suoi teorici per l’analogia rispetto ai modelli matematici o all’evidenza empirica.
Quello che mi preoccupa di più è che non riesco proprio a capire cosa sia”, mi ha detto Paul Krugman, vincitore del Premio Nobel ed editorialista del Times. Krugman è un politico progressista e concorda con molti dei programmi di spesa proposti dalla MMT. Ma, ha detto, “sarò dannato se riesco a capire cosa pensano esattamente”.

La semplicità retorica che frustra gli economisti di professione costituisce, agli occhi di un laico, parte del fascino della MMT. Una struttura chiamata bilanci settoriali è alla base della teoria.

Kelton, nei suoi discorsi pubblici e nei suoi scritti, ama spiegarla in questo modo: Il governo e il settore privato sono sui due lati di un foglio di bilancio. Se il governo ha un deficit, il settore privato deve avere un surplus. “Il loro inchiostro rosso è il nostro inchiostro nero” , dice Kelton.
Questo è un modello utile, ma nel mondo reale la matematica non fila così liscia. Quando il governo spende, molti dei soldi finiscono nelle mani delle persone, ma ci sono perdite lungo il percorso, principalmente verso i mercati internazionali (e per via della corruzione).
Anche i tassi di interesse sono pesantemente influenzati dall’economia globale. Se il governo amercicano fa deficit, il settore privato ha un surplus. Ma il settore privato di chi?
Una critica frequente alla MMT è che si tratti fondamentalmente di keynesismo con l’aggiunta di alcuni brand di influencer sui social media. Ciò elimina alcune importanti differenze tra le due scuole di pensiero, incluso il modo in cui ciascuna gestisce il tasso di interesse. Secondo la maggioranza degli economisti mainstream, più alto è il deficit, più il governo deve prendere denaro in prestito, il che significa che, superato un certo punto del ciclo economico, il tasso di interesse dovrebbe aumentare. E questo soffoca gli investimenti privati e la crescita.
La Kelton sostiene che la FED può, e dovrebbe, impostare il tasso di interesse vicino allo zero: problema risolto.
Essendo tali questioni economiche piuttosto astratte, questo dibattito non avrà molto successo all’interno dei partiti. Ma la questione dei tassi di interesse è forse la differenza più significativa tra la MMT e il keynesismo.
In un quadro MMT con un tasso di interesse vicino allo zero, il Congresso assumerebbe il doppio mandato della Fed di tenere sotto controllo l’inflazione e di ridurre la disoccupazione. Se si prevede un aumento dell’inflazione, questo porterebbe a decisioni scomode sulla spesa e sulle tasse che nessuno dei due partiti politici vorrebbe assumere. “E’ un consiglio utile per alcuni universi politici che non ho mai visitato”, ha detto Krugman.

Al momento i tassi di interesse rimangono ostinatamente bassi. Krugman mi ha detto che all’interno di questo scenario concorda in realtà con il fatto che il deficit non costituisce un grosso problema. Ma trova la MMT imperscrutabile e le sue politiche non realistiche.
La garanzia di posti di lavoro, ha detto, offrirebbe un forte stabilizzatore economico, ma non passerebbe mai.
Quelli come me non erano freneticamente a favore di una maggiore spesa pubblica, in un modo o nell’altro, per sostenere l’economia quando i tassi di interesse toccano lo zero? La risposta è sì!” afferma Krugman. “Non credo che avremmo potuto essere più veementi di così. Ma non l’abbiamo ottenuto. Dire «Ah, ma questo non sarebbe un problema se avessimo una garanzia federale di posti di lavoro» è vero, ma non molto utile”.

Queste critiche fondamentali si estendono su tutto il campo politico. Glenn Hubbard, capo del Consiglio dei consulenti economici sotto l’amministrazione G. W. Bush, mi ha detto che la MMT ha sollevato alcune questioni interessanti, “ma che non ha assolutamente un quadro coerente”.
Come Krugman anche lui riteneva che aspettarsi che il Congresso ricopra il ruolo della FED dimostrasse “una ingenuità mozzafiato”. Hubbard, che ha costantemente messo in guardia sui pericoli del debito, è stato anche l’architetto dei tagli fiscali operati da George W. Bush, che hanno aggiunto al deficit circa trecento miliardi di dollari l’anno. Ma Hubbard sosteneva che i guadagni del settore privato derivanti dai tagli avrebbero compensagto l’accresciuto disavanzo ed ha affermato di non aver mai negato che il paese avrebbe dovuto ripagare quei debiti in due modi: tasse o inflazione.
Credo che il paese si possa permettere un debito maggiore di quello attuale. La vedo come una questione interessante di cui si può discutere”, sostiene Hubbard. “Ma «il pasto gratis» è semplicemente ridicolo. Nessuna persona seria può crederci”.

Per diversi anni, il principale sostenitore della Kelton è stato Bernie Sanders. Ma lui stesso ha utilizzato la MMT più come una provocazione che come una ricetta. Nel 2014 Sanders, allora membro entrante ed in ascesa del Comitato di Bilancio del Senato, stava cercando un responsabile economico. Chiamò la Kelton. La Kelton ricorda che Sanders le chiese cosa avrebbe fatto se fosse stata al suo posto. “Dissi, cosa intende? Se fossi in lei, Senatore Sanders? O se fossi in lei probabile candidato alla presidenza?”.
Entrambe le cose, suggerì lui.
Il mio istinto fu che non si limitasse a prendere una posizione per il Comitato di Bilancio del Senato”, mi disse. “Questa cosa aveva il potenziale per far parte di qualcosa di più eccitante”.
La Kelton ha lavorato per i democratici durante i negoziati del bilancio 2015 ed è diventata consigliere della campagna presidenziale di Sanders quella primavera. Tuttavia Sanders non ha mai fatto un endorsement alla MMT. Quando gli fu chiesto a Febbraio come avrebbe finanziato le sue politiche, Sanders rispose “Ho intenzione di chiedere alla grandi e ricche società di cominciare a pagare una giusta quota di tasse? Accidenti se lo farò!”.

La Kelton e Mosler ritengono che tassare i ricchi non serve a nulla per grandi progetti come il Green New Deal, le tasse non finanziano la spesa, dopotutto, e le tasse sulla ricchezza non controllano l’inflazione. “Se volessi fare un Green New Deal ambizioso, dai 2 ai 3 milioni di miliardi di dollari all’anno per 10 anni e se cercassi di finanziarlo con le tasse sulla ricchezza, avresti forti pressioni inflazionistiche”, mi ha detto la Kelton. “Hai rimosso tutto l’introito da persone che non lo spenderanno.” Per rimuovere denaro dalla base monetaria e, quindi, compensare l’inflazione, devi tassare le persone che spendono la maggior parte delle loro entrate: le classi povere o medie.

(Secondo la MMT è vero anche il contrario: se si vuole stimolare la crescita, i tagli alle tasse devono interessare le classi meno abbienti e le classi medie). Mosler mi ha detto di aver incontrato alcuni membri dello staff di Sanders e molti di loro hanno espresso una certa familiarità con la MMT. “Lo staff ha letto il mio libro. Sono tutti molto bravi con queste cose”. “Ma Bernie non arriva a tanto. Alzano gli occhi e ti dicono: «Guarda, ci proviamo».
Mosler ha il suo rimedio contro la disuguaglianza, ma “è talmente controintuitivo che spiazza le persone”, ha detto.
Parte di esso è “eliminare completamente l’imposta sul reddito federale, sia societaria che individuale, e sostituirla con una semplice imposta catastale.” Quando ho menzionato l’idea a Kelton, ha risposto che la proposta di Mosler avrebbe senso, in teoria, se il sistema fiscale del paese potesse essere riprogettato da zero, ma questo non è realistico. “Se si dice: «Eliminate l’imposta sul reddito delle società» la testa di Bernie esploderà”, ha detto. Warren Gunnels, direttore dello staff di Sanders. Mi ha detto che Sanders ha ingaggiato la Kelton perché concordano sulle politiche che formano la piattaforma di Sanders. “E’ una dei principali economisti che stanno cercando di creare un’economia che vada bene per tutti”, ha detto. “Abbiamo bisogno di più economisti come lei”. Ma, dice, “la MMT non ci è mai passata per la testa, a dire il vero. Non abbiamo mai guardato alla MMT come una teoria che dovremmo adottare.

Dopo la mia telefonata con Gunnels, la Kelton mi ha inviato un’email per dire che descrivere Sanders come contrario alla MMT “sarebbe un errore”. “Il senatore Sanders sa che il Congresso deve essere in grado di spendere senza quel vincolo artificiale”, ha continuato.
Il candidato alla presidenza Sanders, come ogni altro candidato alla presidenza, sta cercando di non essere incolpato letteralmente da tutti per aver proposto cose per cui “non può pagare”.
Bisogna sapere che è così che funziona il gioco. La Kelton è perlopiù solitaria nella sua visione di Sanders tra quelli della MMT.

James Galbraith, professore all’Università del Texas ad Austin e sostenitore della MMT, è stato consigliere economico della campagna di Sanders del 2016, ma mi ha detto che si considerava più un fan che un consulente. “Il fatto è che Bernie Sanders non ha bisogno di molti consigli da parte di gente come me. Sa esattamente cosa vuole fare”, ha proseguito Galbraith. “E quelle opinioni sono fiscalmente più tradizionaliste rispetto alla prospettiva della MMT”.

La Kelton è probabilmente più pragmatica della maggior parte degli accademici. Randall Wray, l’economista che ha contribuito a sviluppare la MMT, ha tracciato le mosse di Kelton: dalla borsa di studio al blog a Twitter fino a Washington. “Queste sono tutte cose che i normali accademici non vogliono fare affatto”, ha detto. “E poi il coinvolgimento diretto con Bernie. Sebbene non abbia mai espresso un vero e proprio endorsement per la MMT non importa. Le ha dato accesso ai media. Lui farà le giuste proposte politiche”.
Che Sanders approvi la MMT è in qualche modo irrilevante”.
Per il momento la maggioranza dei pensatori della MMT sono progressisti convinti. Ma le politiche della MMT sono difficili da categorizzare. “Ti può portare a destra o a sinistra”, mi ha detto la Kelton. “Potresti usarlo per dire che dovremmo abbassare le tasse per ridurre la disoccupazione”.
Mosler, che soleva definirsi come “un Democratico del Tea Party”, mi ha detto che parla ai gruppi del Tea Party della MMT e viene accolto calorosamente. La Kelton ha spesso scambi di idee con John Carney, editorialista economico a Breitbart, che si considera un “compagno di viaggio” del movimento MMT.

Credo che a livello funzionale Donald Trump abbia molto della MMT in sé, mi ha detto Carney. “Non ritiene di dover tagliare la spesa sociale. Non crede che il deficit sia un problema per il governo USA al momento. Pensa che se puoi prendere a prestito a buon mercato  allora dovresti farlo, e i tassi di interesse dovrebbero restare bassi. Sono posizioni con le quali la MMT sarebbe d’accordo.
L’idea del lavoro garantito, ha aggiunto, è “molto vicina allo slogan «Make America Great». Non vogliamo aiuti sociali, non cerchiamo elemosine, vogliamo lavori buoni per il popolo americano”.
Carney prevede un maggiore supporto alla MMT dalla destra, una volta che i politici avranno realizzato che può giustificare grossi tagli fiscali.

Tale spostamento, se mai avverrà, sembra lontano. All’inizio dell’anno, Alexandria Ocasio Cortez ha espresso pubblicamente interesse per la MMT. Successivamente cinque senatori repubblicani, guidati da David Perdue, della Georgia, hanno presentato una risoluzione che ha cercato di offrire una condanna ufficiale della MMT. La risoluzione dimostrava il peso crescente della MMT, ma sottilineava anche il fatto che la battaglia della Kelton è sulla legittimità della MMT , non sulla sua politica.
Gli alleati sono preziosi. “Forse già il fatto che invii email all’editore Breitbart è un segno che voglia un’ampia evangelizzazione della MMT e non solo per essere una risorsa della sinistra”, ha detto Carney. Ma ha osservato che ci sono molte e importanti decisioni politiche da prendere. “Mettiamola così, può il governo costruire una gamma di armi? Quello sarebbe un buon lavoro garantito? La garanzia di lavoro può essere utilizzata per costruire un muro di confine?”.
Ho chiesto a Kelton se è preoccupata per queste battaglie che si stagliano all’orizzonte. “In fin dei conti, quello che davvero mi auguro, è solo un dibattito migliore”, ha detto. “Lasciate che le due parti presentino le loro idee migliori”.

Questo è il sogno supremo della MMT: una volta liberi dalle false catene finanziarie, potremmo discutere, in maniera onesta, le questioni politiche fondamentali. Se i soldi non fossero un problema, vorremmo eliminare l’anidride carbonica dall’atmosfera? Pagare dei risarcimenti? Espandere la superficie dei ghiacciai?
Forse vogliamo solo essere lasciati in pace, con i soldi delle nostre tasse in tasca e qualche assegno della previdenza sociale quando invecchiamo. Gli architetti della MMT descrivono la loro visione come comprensiva non solo di un’economia migliore, ma di un corpo politico migliore e più sano, un obiettivo che è, dato lo stato delle cose, quasi certamente imopssibile, ma comunque ammirevole.

Ciò che è importante è il deficit, non solo quelli finanziari.


Tratto da:
https://www.newyorker.com/news/news-desk/the-economist-who-believes-the-government-should-just-print-more-money

Traduzione a cura di Renato Nettuno


Per chi fosse interessato ad approfondire in Italia la conoscenza della MMT:
http://mmtitalia.info/
https://www.retemmt.it/

https://csepi.altervista.org/

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