Thomas Jefferson: meglio un governo senza i giornali, che i giornali senza un governo

Condividiamo con voi il testo di una lettera scritta da Thomas Jefferson, padre fondatore e terzo presidente degli Stati Uniti, all’amico Edward Carrington nel 1787. 
La Rivoluzione Americana era stata una rivolta contro il potere dispotico del “governo europeo” degli inglesi. Jefferson evidenzia come le sofferenze dei popoli derivino dai governi, ma anche dai mezzi di stampa, asserviti ai poteri forti. Ammira gli indiani d’America, che sanno convivere felicemente senza avere un governo, decidendo solo sulla base dell’opinione pubblica


Parigi, 16 Gennaio 1787

Ad Edward Carrington

Egregio Signore,
incerto della vostra presenza a New York al momento dell’arrivo del Colonnello Franks, ho accluso le mie lettere private per Virginia sotto copertura alla nostra delegazione in generale, le avrei altrimenti indirizzate a Voi in particolare, poiché ben consapevole della situazione delle persone a cui sono rivolte. Se la presente vi trova a New York, vi chiedo comunque di prestare attenzione a quelle lettere.
[…]
Nella mia lettera al Sig. Jay ho menzionato la riunione dei notabili fissata per il 29 del corrente mese. E’ ora rimandata al 7 o l’8 del mese prossimo. Questo evento, che difficilmente susciterà alcuna attenzione in America, qui è ritenuto il fatto più importante accaduto in questo secolo nella loro civiltà. Alcuni promettono che ne verranno fuori grandi cose per il loro paese, altri niente.
Il nostro amico De La Fayette era stato inserito nell’elenco originariamente. Il suo nome è poi scomparso, infine è stato ripristinato. Questo dimostra che il suo carattere da queste parti non lascia indifferenti e che agita gli animi. La sua istruzione nella nostra scuola ha attirato su di lui le gelosie di un tribunale i cui principi rappresentano il dispotismo più assoluto. Spero abbia superato la crisi.
Il Re, che è un brav’uomo, è ben disposto nei suoi confronti: ed è supportato da potenti legami familiari e dal desiderio del bene comune. E’ il più giovane dei notabili, fatta a eccezione di uno il cui ufficio lo ha inserito nella lista.

Il Conte di Vergennes ha avuto in questi ultimi dieci giorni un attacco piuttosto forte di quella che è considerata una gotta non curata. E’ stato comunque abbastanza bene da poter lavorare oggi. Ma le preoccupazioni per lui non si sono placate. E’ un grande e bravo ministro e un incidente a lui potrebbe mettere in pericolo la pace dell’ Europa.
I tumulti in America, mi aspettavo, avrebbero prodotto in Europa un’opinione sfavorevole sul nostro stato politico. Ma non è stato così. Al contrario, il piccolo effetto di quei tumulti sembra aver dato più fiducia nella fermezza dei nostri governi.
L’interposizione delle persone stesse dalla parte del governo ha avuto un grande effetto sull’opinione pubblica qui. Sono persuaso che il buon senso delle persone sarà sempre considerato il miglior esercito. Potrebbero essere in errore per un lasso di tempo, ma presto finiranno per correggersi. Il popolo è l’unico censore dei suoi governanti: e anche gli errori terranno questi ultimi più stretti ai principi della loro istituzione. Punire questi errori in maniera troppo severa significherebbe sopprimere l’unica salvaguardia della libertà pubblica.
Il modo per prevenire queste interposizioni irregolari è fornire alle persone di informazioni complete sui loro affari attraverso il canale dei giornali pubblici e fare in modo che quei giornali si diffondano a tutte le masse.
Le fondamenta dei nostri governi sono le opinioni della gente, il primo obiettivo dovrebbe essere quello di mantenere questo diritto; e se toccasse a me decidere se dovremmo avere un governo senza giornali o i giornali senza un governo, non esiterei un momento a preferire la seconda ipotesi. Ma vorrei dire che dovrebbe ricevere quei giornali ed essere in grado di leggerli.

Sono convinto che quelle società (come gli Indiani) che vivono senza un governo godano in generale di un grado di felicità infinitamente maggiore di quelle che vivono sotto i governi europei.
Tra i primi, l’opinione pubblica si sostituisce alla legge e reprime la morale con una forza che le leggi non hanno mai avuto.
Tra questi ultimi [i governi europei], con il pretesto di governare hanno diviso le loro nazioni in due classi, lupi e pecore. Non sto esagerando. Questa è la reale immagine dell’Europa.

Conservate dunque lo spirito del nostro popolo, e mantenete alta la loro attenzione. Non siate troppo severi quando sbagliano, recuperateli illuminandoli. Se diventano disattenti agli affari pubblici, tu ed io, e il Congresso e le assemblee, i giudici e i governatori, diventeremo tutti lupi. Questa sembra essere la legge della nostra natura in generale, nonostante le singole eccezioni; e l’esperienza afferma che l’uomo è l’unico animale che divora i suoi simili, poiché non posso applicare termini più miti ai governi d’Europa e alla generale predazione dei ricchi sui poveri.

La mancanza di notizie mi ha portato alla disquisizione piuttosto che alla narrazione,  facendomi dimenticare che voi avete le giornate piene di questo. Sarò felice di ricevere vostre notizie qualche volta, facendovi solo notare che ogni cosa che passa attraverso la posta viene letta e che quando scrivete cose che dovrebbero essere lette esclusivamente dal sottoscritto, dovrete essere così bravo da confidare la tua lettera a qualche passeggero o ufficiale del pacco. Vi chiedo il permesso di scrivervi di tanto in tanto, e di assicurarvi della stima e del rispetto con i quali ho l’onore di essere Caro Signore il vostro più umile ed ubbidiente servitore.

Thomas Jefferson


Tratto da:
https://founders.archives.gov/documents/Jefferson/01-11-02-0047

Traduzione a cura di Renato Nettuno

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