L’agenda progressista anti-maschio nasconde impoverimento, ignoranza, sessualizzazione, mediatizzazione e l’obiettivo di controllo totale.
Pubblicato anche su Sfero, Ovidio Network
Non vedo la feccia della presunta informazione mainstream, ma ho saputo da questo video di approfondimento che in un talk il pur bravo attore e regista Leo ha sparato la cifra 93,9 % di “femminicidi” a carico degli italiani, percentuale poi meglio compresa nel video con una ben diversa cifra di 74,5%.
Non conosco la consapevolezza dell’attore, ma una percentuale così alta dà un senso assai vicino alla totalità, susciterebbe un clamore istintivo per qualsiasi cosa.
Stiamo parlando della casistica relativa agli omicidi di “donne in quanto donne”, che giustificherebbe la definizione “femminicidio”, anche se sono assenti i dati di riferimento con i crimini e gli omicidi totali, ma soprattutto la proporzione, che sarebbe assai più interessante, dei rapporti di coppia con/senza omicidio e altre violenze.
Purtroppo ai media interessa solo vendere la particolare agenda all’ordine del giorno, in questo caso la lotta al mediaticamente redivivo “patriarcato”, per cui niente fotografie reali della realtà, ma soprattutto assenza di alcuni problemi che diremo.
Ad ogni modo, visto che da questo report in Italia abbiamo l’8,7% di stranieri, i veri “femminicidi” commessi da italiani/stranieri (74,5%/25,5%) sposta di molto la percentuale sparata dall’attore, chiamando in causa, verosimilmente, la cultura di molti immigrati irregolari, quella sì patriarcale.
Oltre a quelle prima menzionate, altre percentuali sarebbero interessanti conoscere: la differenza all’interno di quel 25,5% fra chi ha una famiglia e un lavoro più o meno stabile e fra quelli impegnati a fare gli schiavi o navigare i sentieri del crimine, oltre al fatto che molti nuclei familiari nati fuori e venuti qua potrebbero essere addirittura più saldi dei nostrani, perché meno sottoposti alla “cura” progressista che noi dedichiamo alla distruzione della famiglia.
Sembra comunque corretta la percentuale più elevata data dalla nostra Presidente del Consiglio per quanto riguarda gli stupri dovuti agli immigrati, e anche qui non ci meravigliamo: la cultura di molti di loro vede la donna come un oggetto di proprietà, per cui lo stupro potrebbe essere del tutto ammissibile.
Siamo ora ai veri problemi, iniziando da un fattore sempre celato dai media: come per tutti i delitti commessi da persone non normalmente criminali, è del tutto probabile che la maggior parte dei femminicidi avvenga sotto l’effetto di psicofarmaci, o comunque sia commesso da persone che ne hanno fatto uso perché in “cura” psichiatrica, fenomeno al quale potrebbero essere più facilmente soggetti gli italiani sottoposti alle “amorevoli cure” di quella pseudo scienza chiamata psichiatria, tanto utile alla tecnocrazia.
Ovviamente, la drammatica influenza psichiatrico-farmacologica non è rilevata da media e analisti di ogni segno, nonostante i bugiardini dei farmaci parlino chiaro: la psichiatrizzazione delle emozioni e dei comportamenti è quindi causa frequente dei fatti di sangue, ma non denunciata.
Oltre a questo, la soggezione della giurisprudenza agli antiscientifici squilibri di giudizio dovuti ai consulenti delle psico-”scienze”, permette al Giudice di dimenticare di essere comunque il “Perito dei periti” anche impedendo, di fatto, una vera responsabilizzazione con recupero dei soggetti coinvolti che, attraverso la definizione di tutta una serie di attenuanti, possono vedersi meno criminali per le violenze commesse e reiterate: ecco allora tutti i casi che sentiamo di omicidi e violenze recidive perpetrate da chi era già stato denunciato.
Ad ogni modo, per comprendere bene il fenomeno in maniera completa e onesta non possiamo non tenere conto della cornice culturale e civile che li favorisce, che si può sintetizzare con il continuo divide et impera uomo donna nato sulle ceneri di alcune giuste e sacrosante battaglie femministe del secolo scorso, che hanno ben presto debordato da un corretto spirito di attuazione dei diritti umani per arrivare alla demolizione dell’amore e della famiglia, dalla genitorialità, della maternità/paternità, del sesso, della femmina come madre e del maschio tout court, per arrivare al vero obiettivo, anche se non dichiarato o per molti non consapevole: quello di controllo totale, post-umano, di eliminazione dell’identità legata all’appartenenza sessuale della nostra specie.
A onor del vero, occorre dire che molte femministe, come molta parte del mondo omosessuale rifiutano la deriva “trans” ben capendo l’indirizzo verso cui si sta andando, che va oltre una sacrosanta rivendicazione di dignità per ogni essere umano, che deve essere certamente indipendente da qualsiasi sua condizione.
L’obiettivo sradicante dal territorio, dalla cultura, dagli affetti, dalle sicurezze sociali è lo stesso per uomini e donne, per immigrati come per gli autoctoni, ma alcune modalità sono diverse, come anche i destinatari: a noi uomini bianchi e occidentali ci tocca in aggiunta la presunzione di colpevolezza, l’“abiura” dalla nostra “evidente” tossicità, la prostrazione alla donna.
Tutto ciò accade nonostante si sia ormai capito, anche se non ammesso/rilevato dai giornalisti, progressisti e conservatori, come le donne nei posti di potere siano indistinguibili dai peggiori guerrafondai, corrotti e criminali: semmai risultano spesso peggiorative nella sottomissione alle agende da cui siamo governati, evidenza empirica che dovrebbe sfatare ogni pretesa di poter rivendicare privilegi.
Niente da fare quindi, il danno è già fatto in decenni di incuria democratica, culturale, giurisprudenziale, civile e politica, ci siamo consegnati nelle mani delle agende tecnocratiche e antidemocratiche ammannite da media, politica e dal mondo dello spettacolo.
Una buona parte delle donne occidentali sembra del tutto inconsapevole della sua corresponsabilità nell’accettazione del ruolo di presunte “giustiziere antropologiche”: alla criminale idiozia di alcuni maschi, comunque una netta minoranza, non riescono a rispondere prendendo coscienza delle problematiche qui sollevate, cosa certamente non facile, preferendo farsi inconsapevoli araldi di un futuro di annullamento per ogni specificità umana.
Se le donne non si sveglieranno, continueranno a farsi complici delle élite che governano la presunta “democrazia” nella formazione della tecno-distopia di controllo globale, credendo che il “progressismo” e la demolizione del maschio sia la cosa più giusta e razionale anche se inevitabilmente, per usare un modo di dire che non mi appartiene, così facendo rinunciano paradossalmente alla loro parte “femminile”, privilegiando quella “maschile”.
Destino beffardo per quel sesso che troppi hanno indicato come risolutivo per la pace, l’amore, l’equilibrio e la concordia nel genere umano, come se l’altro sia “alieno” alla stessa umanità.
2 dicembre 2024
fonte immagine: istruzioni a Microsoft Bing
in questo articolo vari contenuti utili ad approfondire la questione psichiatrica: https://www.massimofranceschiniblog.it/2023/04/02/psico-scienze-e-arcobaleno-gender-come-piattaforme-alla-distopia-di-controllo/
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