di Gilberto Trombetta
11.10.2019
Il modello economico e di società in cui viviamo negli ultimi 3/4 decenni ha ribaltato quella era l’impostazione dello Stato così come era sancita dalla nostra Costituzione nella sua forma originaria del 1948.
Era stato pensato, dai nostri padri costituenti, come uno Stato al servizio dei cittadini.
Dei lavoratori, più precisamente.
Imperniato sulla dignità della vita e sulla riduzione delle disuguaglianze. Tanto tra cittadini, quanto tra Nord e Sud del Paese.
Con la controrivoluzione neoliberista (che di nuovo nulla aveva) il suo ruolo non è stato solo cambiato, ma stravolto.
È diventato, per colpa della peggior classe politica che abbiamo mai avuto, uno strumento di oppressione del popolo.
Tanto dei lavoratori, quanto delle microimprese che in Italia rappresentano più del 90% e sono, spesso, piccole aziende a conduzione familiare.
Con la firma dei trattati UE e l’adozione dell’euro, è iniziato un rapido declino del Paese.
I salari, già stagnati dagli anni 80, hanno subito l’ennesimo, durissimo colpo.
I risparmi degli italiani hanno iniziato a corrodersi, così come il valore degli immobili.
I debiti delle famiglie hanno iniziato a salire. In concomitanza con la ritirata dello Stato dall’economia (28 anni di avanzo primario).
Avevamo un sistema sanitario pubblico da fare invidia al resto del mondo. Oggi costringiamo le famiglie più povere a indebitarsi per riuscire a curarsi. Soprattutto al Sud Italia.
E per non smentire il proprio ruolo da strozzino, lo Stato, sotto il Governo Renzi (diamo a Cesare quello che è di Cesare), ha deciso di mettere in mezzo a una strada più velocemente famiglie e imprese, che per colpa della crisi – crisi da cui non siamo mai usciti – hanno iniziato a incontrare serie difficoltà nel rientrare dai debiti contratti con le banche.
Uno Stato che, contrariamente a quanto stabilito dalla nostra Costituzione, anziché aiutare i cittadini in difficoltà, anziché tutelare il risparmio, anziché garantire una vita dignitosa, ti aiuta a finire per strada più velocemente.
Ci avevano detto che avremmo lavorato tutti un giorno di meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno di più.
È andata a finire che lavoriamo di meno, che guadagnando ancora di meno, ma in compenso possiamo finire per strada col doppio della velocità.
Quando si dice l’efficienza…
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