Il tormentone post elettorale della sinistra (più gettonato di una hit estiva) è stato il seguente: perché abbiamo perso? Sul faticoso dilemma si sono cimentate le vette del pensiero progressista, ma senza risultati significativi, a parte scoprire quanto sa essere piatta una vetta. Nessuno, a quanto ci risulta, ha proposto la seguente chiave di lettura: quell’area ha perso per colpa dei “diritti”. Incredibile, eh? I “diritti” sono una parola magica e suggestiva, come “democrazia”. Chi parla di diritti e di democrazia sta dalla parte del bene, per definizione. E, dunque, una forza politica autonominatasi “democratica” nonché paladina dei “diritti” dovrebbe trionfare. Perlomeno, secondo quell’altro abusato cliché narrativo secondo cui il bene vince sempre, alla fine.
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