Nel 1998 il premio Nobel per l’economia Franco Modigliani pubblicò il “Manifesto contro la disoccupazione nell’Unione Europea” in cui era scritto: “Se l’Europa intende davvero giungere a una rapida riduzione della disoccupazione, è necessario dare alla normativa che definisce il ruolo della Banca Centrale un’interpretazione più ampia e costruttiva di quella oggi largamente condivisa. Secondo tale interpretazione, la Banca ha un solo obiettivo (combatte su un unico fronte), ovvero la lotta all’inflazione. Noi sollecitiamo un ampliamento radicale di questa interpretazione, che al pari della normativa relativa alla Federal Reserve statunitense comprenda almeno un altro obiettivo al quale attribuire lo stesso rilievo: tenere la disoccupazione sotto controllo. Siamo convinti che la Banca possa svolgere tale compito senza rinunciare al proprio impegno sul fronte dell’inflazione”.
Anche se nemmeno Modigliani allora aveva intuito tutte le negatività che l’euro, moneta unica, avrebbe portato all’Italia, vedeva tuttavia molto chiaramente gli errori delle politiche economiche della Bundesbank, che causavano un alto tasso di disoccupazione in Germania e, indirettamente, in tutta Europa.
L’avere costruito l’euro intorno alla Bundesbank e con il solo obiettivo per la BCE di controllare il tasso di inflazione, ma non l’obiettivo della piena occupazione (come ha invece la Federal Reserve negli USA), faceva presumere i problemi di aumento di disoccupazione, causata dalla scarsa circolazione monetaria, che poi si sono effettivamente realizzati nell’Eurozona.
Di seguito sono riportati alcuni degli interventi di Franco Modigliani prima che nascesse l’Euro.
UEM: MODIGLIANI, EUROPA OSTAGGIO DELLA BUNDESBANK
Scanno (L’Aquila), 14 giugno 1997 (Adnkronos) – ”Ampiamente giustificata”: cosi’ il Nobel Franco Modigliani, insignito oggi del premio Scanno per l’economia, definisce la richiesta francese di inserire fra i parametri per la costruzione dell’Euro anche il tasso di disoccupazione. ”La Germania e per essa la Bundesbank ha imposto nel trattato di Maastricht criteri e condizioni indifendibili, a parte la necessaria convergenza sul dato dell’inflazione. Non da un punto di vista politico, ma strettamente economico –ricorda Modigliani– è profondamente sbagliato non considerare la questione occupazione e il premier francese Jospin ha avuto almeno il coraggio di sollevare un problema volutamente taciuto dalla Germania”.
Avverte Modigliani: certo, c’è il rischio, se non di annullare, quanto meno di ritardare il processo di unificazione monetaria europea ma e’ anche vero che in realta’ la Buba non vuole l’Euro perchè, in sua mancanza, la vera banca centrale europea continuera’ a essere la Bundesbank”.
Quali conseguenze per l’Italia, nel caso di una rottura o di una sua mancata adesione alla moneta unica? ”Sarebbe terribile, davvero un grosso danno. Si scatenerebbero immediatamente forti speculazioni sulla lira e sui mercati azionari -prevede Modigliani- al contrario, il nostro circolo economico virtuoso dipende dall’ingresso nell’Euro”.
In America, si guarda piu’ con interesse o con preoccupazione alla UEM? ”E’ sbagliato pensare che gli Usa guardino con sospetto all’Euro e si augurino un fallimento della UEM. E’ vero, invece, che un’Europa forte fa piu’ forte anche l’America, alza la quota degli scambi commerciali, dell’export, del benessere. Non c’è proprio ragione di pensare a un’America diffidente: il bene dell’Europa è il bene degli Usa -ricorda Modigliani- e questo è vero da oltre cinquant’anni, dal Piano Marshall in poi”.
EURO: MODIGLIANI ‘DICHIARA GUERRA’ ALLA GERMANIA
Roma, 23 apr. (Adnkronos) Franco Modigliani ”dichiara guerra” alla Germania, e in particolare alla Bundesbank, dalle cui politiche, afferma, dipende in buona parte l’alto tasso di disoccupazione europeo. Invitato a tenere una conferenza sull’Euro dall’Istituto La Malfa, Modigliani parla senza diplomazie: ”In Europa -dichiara- è tutto controllato dalla Bundesbank, che impone una sola politica, quella monetaria, del tutto sbagliata e che provoca un costante aumento della disoccupazione europea”.
Per combattere la linea della Bundesbank il Nobel ha preparato un’arma: si tratta del ”manifesto” per l’Europa sociale e del lavoro, basata su un ritorno alle politiche keynesiane, da opporre all’Europa ”dei banchieri” e della moneta. Modigliani ci lavora da tempo, assieme a un gruppo di economisti internazionali, e lo presenterà in tempi brevi.
BUNDESBANK: MODIGLIANI, I TEDESCHI SONO DEI BUFFONI
SONO MOLTO PEGGIO DELL’ITALIA, MA ORA NON POSSONO BARARE PIU’
Roma, 28 mag 1997. (Adnkronos)- ”I tedeschi sono dei buffoni, fanno il gioco delle tre carte e si illudono di far digerire ai partner comunitari manovre contabili al limite dell’assurdita”’. Franco Modigliani non ha pietà per Helmut Kohl e Theo Waigel, il binomio tedesco che oggi ha accusato la doppia sberla di non potere vendere la partecipazione in Deutsche Telekom e di non poter rivalutare le riserve della Bundesbank a tutto profitto del bilancio federale.
”I tedeschi sono dei buffoni -dice Modigliani all’Adnkronos che lo raggiunge nel suo studio al Mit- non sanno cosa vuol dire la contabilita’, non conoscono, o fanno finta di non conoscere, il concetto di deficit e la differenza tra spese correnti e entrate correnti. Rivalutare le riserve non è un’entrata corrente, è solo una buffonata, ed è molto peggio delle buffonate che ha fatto l’Italia, buffonate -incalza il premio Nobel- per le quali ho tirato le orecchie a Ciampi ed al governo per la manovra bis, per il prelievo sul TFR, che non e’ una cosa seria, ma i tedeschi sono peggio di noi”.
Ed ora che succederà? Modigliani non si presta ad indovinelli, ma sciorina una certezza: ”Bonn non puo’ fare piu’ trucchi. In Germania devono capire che ora se vogliono star fuori dall’Unione economica e monetaria, ed io ho il sospetto che vogliano proprio questo, lo devono dire e gli altri andranno avanti senza di loro. Se invece vogliono entrare non facciano i pignoli, non facciano i ragionieri: 2.7, 2.8, 3 per cento. Se vogliono entrare a Maastricht con gli altri possono farlo, ma smettano di darci lezioni di credibilità’.
Modigliani: la disoccupazione? Colpa di Bundesbank
ROMA – “La disoccupazione? Colpa della Bundesbank”. Chissa’ come avra’ accolto questa accusa Antonio Fazio, banchiere centrale ed amico di Hans Tietmeyer, che ieri in prima fila ascoltava la lecture di Franco Modigliani su “Occupazione ed Euro”.
Certo, il premio Nobel per l’Economia non ha dubbi: la disoccupazione europea è di tipo “keynesiano, è legata cioe’ alla scarsa circolazione di moneta e ai tassi troppo alti”. E i tassi troppo alti a loro volta dipendono dalla politica “sbagliata” della Bundesbank, la banca centrale tedesca.
Modigliani, che ieri ha anche incontrato il ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, sta raccogliendo le firme di una decina di economisti europei per un Manifesto sulla disoccupazione. Nel frattempo raccoglie intorno a sè una platea d’eccezione. Alla lecture organizzata dall’istituto Ugo La Malfa, oltre al governatore della Banca d’Italia, c’era infatti anche il presidente della Repubblica, Oscar LuigiScalfaro, mentre in mezzo a loro sedeva il patron di Mediobanca, Enrico Cuccia. Ma la prima fila vedeva schierati anche protagonisti dell’economia, come Cesare Romiti, presidente della Fiat, Marco Tronchetti Provera, numero uno della Pirelli, Francesco Cingano, presidente di Mediobanca, e della pubblica amministrazione, come Antonio Maccanico (ministro delle Comunicazioni), Enrico Micheli (sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e Francesco Paolo Casavola (ex presidente della Corte costituzionale). Tanto che alla fine è scoppiato il finimondo, soprattutto quando è uscito Cuccia. Il quale, completamente privo di scorta, si è avviato verso la sua auto accompagnato da Giorgio La Malfa sotto l’assalto di fotografi e giornalisti.
Cecchini Marco Pagina 25 (24 aprile 1998) – Corriere della Sera
Ue, Italia promossa. Il ”NO” della Bundesbank
IL NOBEL MODIGLIANI ACCUSA I TEDESCHI
L’ Italia incassa una promozione da parte di Bruxelles: il nostro Paese sta facendo, ha detto ieri Alexis Jacquemin, capo degli economisti dell’UE, “un grande sforzo sul fronte della finanza pubblica, che ha gia’ prodotto buoni risultati, come l’ inflazione sotto controllo”. Ma allo stesso tempo dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca, giungono segnali tutt’ altro che rassicuranti su un possibile ingresso della lira nella prima fase della moneta unica europea. E non e’ un caso quindi che un premio Nobel per l’ economia come Franco Modigliani arrivi a imputare proprio alla Bundesbank la colpa di un eventuale ritardato ingresso italiano nella UEM. “Per l’ Italia è necessario entrare a Maastricht” ha detto il Nobel in un convegno a Palermo.
“Bisogna liberarsi della Bundensbank, che ha interessi soltanto in Germania, e che, nonostante questo, è riuscita a creare una forte disoccupazione nel Paese in cui ha sede”.
“L’ intervento di Maastricht sarebbe salutare per l’ occupazione e la stabilizzazione italiana” ha detto ancora Modigliani”.
“Il nostro Paese ha, tra le altre cose, subito l’ enorme disagio della battaglia Berlusconi – Dini. L’ ostruzionismo di Berlusconi nei confronti della manovra finanziaria di Dini ha provocato una svalutazione della lira“.
Quali che siano le ragioni delle difficoltà dell’ Italia, stando a quanto dichiarato da due membri del consiglio direttivo della banca centrale tedesca, Hans JuergenKoebnick e Ernst Welteke, difficilmente il nostro Paese farà parte del gruppo che sin dall’ inizio parteciperà alla fase finale dell’ Unione monetaria (UEM).
A due giorni di distanza dalle dichiarazioni di Karl Otto Poehl, ex presidente della Bundesbank,sull’ opportunita’ di escludere la lira dai candidati per l’ Euro, il concetto è stato ribadito ieri dai due economisti tedeschi. Resta, è vero, l’ apprezzamento per gli sforzi compiuti dall’ Italia e per i risultati conseguiti, ma nello stesso tempo la convinzione che per la lira sia opportuno restare qualche tempo in “sala d’ aspetto”.
Koebnick e Welteke hanno accomunato, come aveva fatto Poehl, il caso italiano a quello spagnolo. In termini di convergenza verso i criteri del Trattato di Maastricht, ha dettoKoebnick, “l’ Italia e’ sulla strada giusta, ma ancora non ci siamo”. Il peso dell’ economia italiana, ha aggiunto il banchiere, e il corrispondente potenziale di instabilità nell’ area dell’ Euro che potrebbe derivare dall’ inflazione italiana, rendono molto importante il pieno rispetto del Trattato di Maastricht.
Modigliani replica a Martino su Bundesbank e disoccupazione
Caro direttore, posso rispondere a Martino, pur soddisfacendo l’impegno di non rispondergli più, perche’ gli ho già risposto in toto nella mia lettera del 27 giugno sul Corriere della Sera, eccetto per una sua nuova falsa affermazione, e cioè che “Modigliani ha sostenuto (che) l’alta disoccupazione europea è la conseguenza del criterio imposto dalla tedesca Bundesbank di limitare al 3 % il rapporto deficit /PIL”.
Non ho mai detto una simile baggianata e lo invito a citare verbatim il passaggio del testo del dibattito televisivo (o di qualsiasi altro testo) che verifichi la sua affermazione; se non presenta questa prova prima del suo prevedibile prossimo attacco, ciò dimostrerà che la sua affermazione è un’altra falsità denigratoria.
Quello che ho detto e scritto, ormai da anni, è che la Bundesbank è la principale causa della disoccupazione nell’area dell’Euro, attraverso la sua politica monetaria assai troppo restrittiva, in un momento in cui l’inflazione è minima e la disoccupazione è enorme; e continuerò a ripeterlo fino al giorno in cui, per il bene del nascituro Euro spero non lontano, Martino, la Bundesbank e molti uomini di Stato europei l’avranno capito.
Modigliani Franco Pagina 5 (4 luglio 1997) – Corriere della Sera
La raccolta di testi è stata tratta dal blog
https://www.syloslabini.info/online/franco-modigliani-un-mito/
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