di Andrea Cinquegrani
C’è una chiave segreta per trasformare magicamente tutto in ‘Green’, come adesso l’Europa esige attraverso il Recovery Plan. Una parola magica per attuare quella ormai mitica ‘sostenibilità’ invocata da Mario Draghi fino al neo verde Matteo Salvini e al sempreverde Beppe Grillo.
Si chiama BlackRock, ossia il più grande gestore al mondo di asset, il colosso del capitalismo a livello globale, the Number One.
LA SUPER CONSULENZA SUI DESTINI EUROPEI
Pochi lo sanno, ma il gigante statunitense che ha sede legale nel più potente staterello della Terra (il super paradiso fiscale chiamato Delaware), è il super consulente al quale la Commissione Europea presieduta da Ursula Von der Leyen ha affidato – con estrema disinvoltura – tutto il maxi piano di ‘sostenibilità finanziaria’. Un compito gigantesco e storico, perché si tratta di una svolta epocale.
Come affidare, però, la gestione dell’AVIS a Dracula. Per via di un altrettanto gigantesco conflitto d’interessi che solo una coraggiosa pattuglia di 80 europarlamentari ha osato sollevare, rivolgendosi poi all’Ombudsman europeo, ossia il garante (regolarmente inascoltato, una autentica vox clamans in deserto) dei diritti di tutti i cittadini.
Emily O’ Really, il Garante europeo, si è pronunciato meno di tre mesi fa, ma nessuno in pratica se ne è accorto, perché la notizia è stata letteralmente oscurata dai media di regime.
Ecco cosa ha scritto, rispondendo alle rimostranze del manipolo parlamentare: “La Commissione avrebbe dovuto essere più rigorosa, verificando, secondo le regole, che la società (BlackRock, ndr) non fosse soggetta a conflitti di interessi, il che potrebbe influire negativamente sulle sue capacità di eseguire il contratto”.
Sì, perché l’ineffabile lady Ursula ha firmato un contratto con BlackRock per affidarle quella strategica consulenza che concerne le scelte finanziarie rispetto alla sostenibilità ecologica degli investimenti.
Una bazzecola la cifra, appena 280 mila euro. E proprio ciò insospettisce l’Ombudsman: “Il prezzo basso dell’offerta potrebbe essere percepito come parte di una strategia per ottenere informazioni e influenzare l’ambiente normativo in questo settore”. Un sospetto che più fondato non si può: come affidare al lupo – eccoci ad un’altra metafora ricorrente – il controllo delle pecorelle smarrite.
Ma fino ad oggi al Parlamento europeo non è successo niente, non si è mossa una foglia: dal momento che i pareri del Garante non sono vincolanti, vengono formulati così, tanto per dar qualche raccomandazioncella che serve a ben poco anche per il futuro.
Ci vorrebbe un intervento forte, deciso, compatto di chi non ci sta, a livello UE: ma fino ad oggi neanche uno starnuto.
Del resto, nessuno ha interesse a disturbare i manovratori: guai a toccare i vertici UE, o il colosso BlackRock, oppure i Soloni di Davos che in sella al World International Forum sono impegnati a lanciare “The Great Reset”, il Super Piano destinato a disegnare il nuovo ordine mondiale nell’era del post pandemia (e del quale la ‘Voce’ ha scritto più volte).
CARI INVESTITORI VI SCRIVO
Vediamo cosa sostiene il numero uno di BlackRock, Larry Fink, nella lettera annuale appena inviata ai Ceo delle aziende in cui BlackRock investe per i suoi clienti, cifre sempre più iperboliche e addirittura in crescita nel ‘drammatico’ (per i comuni mortali) 2020.
“Il 2020 è stato un anno storico per gli investimenti sostenibili. Molti pensavano che il Covid avrebbe rallentato il processo di riorientamento verso scelte di investimento sostenibili, invece è successo l’opposto: lo slancio è cresciuto a livello globale. Aziende, governi, investitori si sono focalizzati sul principio delle zero emissioni nette, per costruire un’economia in cui l’anidride carbonica prodotta non superi quella rimossa dall’atmosfera, entro il 2050. Questo slancio globale verso la neutralità carbonica preannuncia un drammatico rimodellamento dell’economia e profonde implicazioni per le aziende e i portafogli dei nostri investitori”.
Continua il messaggio del Capo: “Il nostro impegno si concentra su tre elementi: trasparenza, gestione degli investimenti e stewerdship degli investimenti”, per garantire un efficace accompagnamento lungo il difficile percorso.
E ancora: “BlackRock fa della sostenibilità il suo nuovo strumento di investimento. Abbiamo preso questa decisione per una convinzione radicata: l’integrazione della sostenibilità aiuta gli investitori a costruire portafogli più resilienti e ad ottenere migliori rendimenti nel lungo termine, corretti per il rischio”.
Un Padre-Padrone, Fink, al quale affidare ad occhi chiusi il proprio destino. O meglio, il proprio portafogli.
TUTTI INSIEME “DEMOCRATICAMENTE”
I tre vertici di BlackRock (oltre a Larry Fink, Wally Adeyemo e Michael Pyle) sono di stretta osservanza ‘democratica’: fedelissimi prima di Barack Obama e ora di Joe Biden.
Prendiamo il caso di Wally Adeyemo, nigeriano e trapiantato giovanissimo negli States. Da un anno è presidente della “Obama Foundation” e Biden, appena sbarcato alla Casa Bianca, gli ha assegnato la strategica poltrona di Segretario al Tesoro. Sotto i vessilli obamiani era stato prima “Deputy National Security Advisor for International Economics” e poi “Deputy Director of the National Economic Council”. La sua fresca nomina ai vertici della Casa Bianca è stata salutata con un titolone da ‘The Africa Report’: “US/Nigeria: ‘Wally Adeyemo, the golden boy on Joe Biden’s team”.
Da tener d’occhio anche la travolgente ascesa di un altro pezzo da novanta griffato BlackRock. Si tratta di Brian Deese, capo del dipartimento per gli investimenti sostenibili globali in BlackRock, ora magicamente diventato “capo economista” alla Casa Bianca bideniana.
Tutto in famiglia, tutte le decisioni strategiche, a livello globale, prese nel Delaware, con un Beau Biden – il rampollo del presidente – assurto in un baleno a procuratore generale dello Stato; mentre l’altro figlio, Hunter, si è rimboccato le maniche in acrobatiche operazioni finanziarie in Cina e in Ucraina.
Ecco un breve profilo di BlackRock. E’ il più grande gestore di fondi d’investimento a livello mondiale; anche per conto di fondi pensionistici privati, a cominciare da quello giapponese. E’ primo (o al massimo secondo) azionista in 13 delle prime 15 banche europee. Ed è anche socio strategico nei tre colossi di Big Tech, ossia Apple, Microsoft e Google.
Un’altra cifra per dare un’idea: BlackRock gestisce un patrimonio che sfiora gli 8’000 miliardi di dollari, un terzo dei quali in Europa. Come dire: una grossa fetta dell’apparato industriale (ma anche bancario) europeo è nelle mani della star a stelle e strisce.
Ma c’è un altro elemento che fa rabbrividire. BlackRock ha in portafoglio alcune partecipazioni bollenti, perché fanno capo ai big del settore petrolifero, uno dei più inquinanti, come sanno tutti: ha il 4,8 per cento delle azioni Chevron, il 4,5 per cento di Exon Mobil e il 5 per cento della brasiliana Petrobras.
Non c’è, in tutto questo bailamme, un colossale conflitto d’interessi con l’incarico strategico conferito alla società dalla Commissaria Von der Leyen?
Come dire: ti affido le chiavi di casa, fai tu quello che vuoi di noi. E carta bianca, of course, sul Recovery Fund e su tutti gli altri strumenti finanziari da utilizzare con i sudditi, ossia i cittadini europei.
Sorge spontanea una domandina: potrà dire qualcosa il fresco premier Mario Draghi? Almeno una parolina?
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