di Fabio Lugano
La Corte dei Conti predispone, come sempre periodicamente , un Rapporto sulla Finanza pubblica. in questo caso quello per il 2020. Data la situazione non poteva essere ignorato quello che è successo con il Covid-19 , e la Corte ha colto nel segno nell’indicare le motivazioni vere che mostrano perchè l’Italia sia, risultata, alla fine fra i paesi più colpiti.
Il numero di medici in Italia è abbastanza adeguato, ma, a causa del blocco del turn over (ed ora ricordatevi chi sono quelli che attaccano QUOTA 100…), ma quello che è non adeguato è il numero di infermieri laureati, ma faciamo parlare i giudici:
In termini di numero di medici, il nostro Paese è in cima alle graduatorie europee: operano in Italia 3,9 i medici per 1000 abitanti contro i 4,1 in Germania, i 3,1 in Francia e i 3,7 in Spagna. In Italia, per questa categoria si conferma (anche grazie al blocco del turn-over) un incremento dell’età media del personale: hanno più di 55 anni oltre il 50 per cento degli addetti, la quota più elevata in Europa e superiore di oltre 16 punti alla media Ocse; si tratta in prevalenza di medici specialisti.
Diverso il caso del personale infermieristico dove, all’opposto, nel nostro Paese è molto inferiore alla media europea il numero degli operatori laureati e più limitati sono i margini di un loro utilizzo, nonostante il crescente ruolo che questi possono svolgere in un contesto di popolazione sempre più anziana.
Negli ultimi anni, inoltre, i vincoli posti alle assunzioni in sanità, pur se resi necessari dal forte squilibrio dei conti pubblici del settore, hanno aumentato le difficoltà di trovare uno sbocco stabile a fine specializzazione e un trattamento economico adeguato. Ciò è alla base della fuga dal Paese di un rilevante numero di soggetti: negli ultimi 8 anni, secondo i dati Ocse, sono oltre 9.000 i medici formatisi in Italia che sono andati a lavorare all’estero. Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia sono i mercati che più degli altri hanno rappresentato una soluzione alle legittime esigenze di occupazione e adeguata retribuzione quando non soddisfatte dal settore privato nazionale
Altro punto debole è il taglio delle risorse destinate alle strutture di cura ed assistenza. Su Scenarieconomici abbiamo più volte sottolineato come il numero di posti letto nelle strutture italiane pubbliche fosse di gran lunga inferiore a quello di altri paesi europei. Ora questo dato viene certificato dalla Corte
Un ulteriore aspetto di rilievo del dibattito che ha accompagnato i giorni dell’emergenza sanitaria è quello della riduzione registrata nel nostro Paese nel numero dei posti letto di ricovero.
Pur essendo un fenomeno comune agli altri Paesi europei, è indubbio che con la flessione registrata a 3,2 posti per 1000 abitanti, il nostro si pone ben al di sotto degli standard di Francia e Germania che hanno, rispettivamente 6 e 8 posti, accomunando la nostra condizione a quella di Spagna e Gran Bretagna con 3 e 2,5 posti per mille abitanti
Spagna e Gran Bretagna hanno avuto un numero di decessi simile se non maggiore, per 100 mila abitanti, a quello italiano. Questo significa che una delle concause della mortalità è proprio stata la carenza di posti letto negli ospedali. Si è tagliato, ridotto, razionalizzato, a tal punto da non avere più letti disponibili:
Prosegue: Il timore da più parti espresso è che il processo che ha portato alla riduzione della dotazione di posti letto sia stato troppo netto. Che si sia, in altre parole, deospedalizzato troppo pur considerando che il fenomeno ha caratterizzato sostanzialmente tutti i sistemi sanitari dei paesi europei e va avanti da alcuni anni.
La Corte, al contrario dei vari governi che si sono susseguiti, ha avuto il dubbio che proprio la progressiva chiusura degli ospedali sia stata la causa della maggiore mortalità dovuta alla Covid-19. Un pensiero che è corso per la mente di buona parte degli italiani, i quali dovrebbero anche chiedersi come mai si è scelto di tagliare ospedali, di non mandare in pensione i medici, e di spedire all’estero personale perfettamente formato. Il motivo è semplice e si chiama “Vincoli Strutturali di Bilancio”; cioè l’insieme di norme e leggine imposte dall’Unione, dai vincoli di Maastrich ai patti di stabilità e de-crescita, che hanno condizionato le politiche fiscali e le scelte dei governi degli ultimi 30 anni. Dispiace dirlo, ma la causa di molto morti non è negli ospedali, ma negli ovattati uffici di Bruxelles, Strasburgo e Francoforte. Ora si cerca di nascondere la verità con la creazione di fondi dai nomi eclatanti, ma è necessario un cambiamento proprio dei concetti base dell’Unione se si vuole avere una vera crescita, come quella interrotta negli anni novanta, e se si vuole anche migliorare la qualità e la durata della vita dei cittadini. Saranno in grado di capirlo?
Tratto da:
https://scenarieconomici.it/corte-dei-conti-i-morti-della-covid-19-sono-figli-dellausterita/
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