Usiamo il Giorno della Memoria per riflettere sul presente
pubblicato anche su Sfero e sul mio blog
E siamo al Giorno della Memoria 2021.
Il 27 gennaio di un anno fa quasi nessuno aveva sentore del flagello politico, altro che epidemico, capace da lì a poco di possedere anime e corpi.
Il nostro governo stava preparando in sordina le basi della rovina del Paese, per formalizzarla 4 giorni dopo con l’emergenza sanitaria.
In ordine a natura e dimensione del pericolo, non ho intenzione qui di ripetere dati e considerazioni già espressi in svariati articoli su questo blog, e in altrettanti video sul mio canale che si aggiungono, certo modestamente, alla miriade di pubblicazioni, video e documenti di gente ben più autorevole di me in campo giornalistico e sanitario.
Migliaia di esponenti del mondo medico e scientifico mondiale, evidentemente senza conflitti di interesse, hanno infatti ampiamente demolito le giustificazioni di ciò che stanno facendo i governi da un punto di vista medico.
Per non parlare dei filosofi, giuristi, attivisti e informatori alternativi che si sono espressi in ordine al disegno globale delle corporazioni e dei centri di potere, più o meno occulti, che gravita tutto sull’emergenza sanitaria.
Per la memoria dei terribili fatti del ‘900, invece, rimando a questo articolo in cui misi in chiaro alcune questioni.
Spiegate le premesse e messe nel conto anche le ipocrite celebrazioni di quanti determinano le politiche dei nostri giorni, ciò che appare oggi devastante è la sostanziale assenza di un pensiero civile libero: non possiamo far altro che osservare, senza apparente speranza di poter fare qualcosa, come le persone abbiano dimenticato, spesso mai appreso, le minime istruzioni democratiche e civili.
Siamo circondati da ciechi a qualsiasi assonanza fra ciò che stiamo oggi sopportando, con quei meccanismi sociali e psicologici relativi al potere, ai media e alla propaganda, che avrebbero dovuto ormai far parte delle istruzioni democratiche e civili alla voce “pericolo”, “precauzioni”, “cose da non fare”.
Uno sguardo attento infatti, non può non collegare alcune “frizioni” sociali di oggi alle immagini in bianco e nero di documentari che forse abbiamo dimenticato troppo in fretta: fatte le debite differenze, il patentino che molti invocano, certamente più “digeribile” della Stella di David apposta sulle giacche, in fondo è così diverso?
Il letale mix di stoltezza e ignavia dell’uomo comune, forgiato nel crogiolo disinformazione-deviazione del “pensiero unico dominante”, permette così che la critica possa essere derisa e censurata, la spiegazione, il distinguo, le rivendicazioni di ragione delegittimate, scansate come un peso troppo oneroso da sopportare.
Il dissenso si spenge così, arreso all’evidenza di come sia sempre più difficile essere ascoltato.
Ritorniamo nelle nostre case in silenzio, ci raccontiamo di come gli altri siano troppo diversi ormai, sembra come nell’Invasione Degli Ultracorpi, senza neanche il trilling della possessione.
La devastazione del pensiero è strisciante, subliminale, anche aiutata dall’istituzionalizzazione dalle nuove “sensibilità”, dai cosiddetti “nuovi diritti”, dalla censura selettiva del linguaggio, dei monumenti, dei film, persino dei cartoni, dalla cecità collettiva che non vuol vedere le tappe verso il transumanesimo, anche se chiaramente rivelate.
Agire è imperativo, ma politicamente, in maniera consapevole, organizzata e unitaria, o non avremo neanche il diritto di lamentarci.
Ciò che propongo lo introduco qui, fra pochi giorni pubblicato per intero in un piccolo volumetto.
Altrimenti, passerà così, un altro Giorno della Memoria, nell’oblio della storia, del nostro retaggio, verso un “radioso”, ma inquietante miraggio.
https://www.massimofranceschiniblog.it/, 27 gennaio 2021
fonte immagine: Ponte Sardegna Mondo
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