di Fabio Lugano
Nella storia dell’Italia unita, dal 1860, quali sono state le crisi economiche più forti e come si colloca la recessione attuale in un’ottica storica della durata di 160 anni?
Si tratta di una valutazione molto utile perché permette di capire le dimensioni del problema e di quelle che dovrebbero, o potrebbero, essere le soluzioni.
Prima di tutto vediamo le recessioni in ordine crescente, da quelle meno forti alle più forti:
La recessione COVID-19 si piazza al terzo posto , appena dopo i due tremendi anni di guerra del 1943-44 ed appena prima il 1945, che ci vide uscire distrutti. Analizziamo ora le recessioni in ordine cronologico.
La crisi attuale fa impallidire quella del 1930, conseguenza italiana di quella del 1929.
Fa impallidire anche quella del 1927, legata a “Quota 90” ed al regime di austerità introdotto da Mussolini.
Supera perfino quella del 1867, che condusse a violente rivolte sociali.
La crisi del 1930 portò ad un ripensamento piuttosto deciso del sistema creditizio e produttivo italiano, con la nazionalizzazione delle banche e la nascita di IRI ed IMI. Inoltre portò a riconoscere che un certo modus vivendi fra paesi occidentali non era più possibile ed iniziammo a prendere una strada sbagliata. La situazione bellica fu talmente grave che il sistema istituzionale fu ribaltato dalle radici, fu eliminato non solo il regime fascista, ma anche la monarchia. Ci fu una guerra civile, una mezza rivoluzione e fu cambiata la Costituzione.
Pensare che la crisi attuale possa essere superata con le misure all’acqua fresca del governo Conte è come pensare, nel 1943, che i pur ottimi Macchi C 205 potessero fermare i bombardamenti alleati sull’Italia.
Una pura pia illusione che aprì la strada alla rivoluzione.
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