La Germania è il paese leader nelle infrazioni alle regole della UE

di Martin Greive

Nessun altro paese sembra voler dare lezioni agli stati dell’Unione Europea quanto la Germania. Ma, situazione alquanto imbarazzante, il governo di Angela Merkel infrange i regolamenti europei più di chiunque altro.

Sì, è proprio così: la Germania è il primo paese in Europa quanto al numero di violazioni delle regole europee. Il paese, che ha tenuto conferenze sui “peccatori del debito pubblico”, come la Grecia, si comporta peggio di tutti nel conformarsi alla legislazione dell’Unione europea.
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Nuove figure del ministero dell’Economia tedesco rivelano che il governo di Angela Merkel attualmente sta affrontando non meno di 74 procedimenti di infrazione per non aver adeguatamente e tempestivamente convertito le norme dell’Unione Europea nel diritto tedesco.
Non siamo più il modello scolastico – siamo in fondo alla classe“, ha detto al nostro giornale Handelsblatt il leader dei Verdi Markus Tressel. Il Partito dei Verdi ha richiesto al ministero i numeri.

Gli ultimi dati disponibili a livello europeo, basati su dati a partire dalla fine del 2016, mostrano la Germania in cima alla lista dei trasgressori, insieme alla Spagna. E anche se le cifre aggiornate del ministero mostrano una diminuzione, sono ancora superiori del 20 percento rispetto al 2012. “Il governo si comporta male nel convertire le direttive UE in leggi nazionale, specialmente in materia di traffico e di ambiente“, ha affermato Tressel.

Le violazioni riguardano questioni chiave come la salute e la sicurezza, fra le quali anche l’inquinamento atmosferico, il rumore del traffico, le misure di protezione antincendio e la qualità dell’acqua, secondo le cifre del ministero.
Il ministero tedesco dei trasporti attualmente sta affrontando ben 20 procedure di infrazione, mentre i ministeri dell’ambiente e delle finanze stanno al secondo ed al terzo posto.

[Germania e Spagna hanno violato il maggior numero di regole europee alla fine del 2016*]

Il ministero dell’economia tedesco ha sottolineato che i numeri potrebbero non essere così gravi come sembrano prima. L’avvio di procedure di infrazione non significa necessariamente che la Germania abbia violato il diritto dell’UE. La Corte di Giustizia Europea, o CGUE, ha sempre l’ultima parola sull’esistenza di una grave violazione. Attualmente l’alta corte ha esaminato le procedure di infrazione solo in 12 dei 74 casi.

Qualunque sia il risultato, altre nazioni dell’UE potrebbero sperimentare il sentimento di “mal comune, mezzo gaudio” vedendo queste cifre. La Germania, dopo tutto, ha la reputazione di una nazione che rispetta le regole, dove le procedure e la diligenza possono avere la precedenza sulla flessibilità e sull’innovazione. Quando si tratta di recepire delle nuove leggi, invece, le cifre sembrano mostrare che il paese soffra di inerzia o di sciatteria.

I partner europei ricorderanno anche alcuni punti di riferimento tedeschi. L’ex ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, ad esempio, era famoso per aver insistito sul fatto che la Grecia dovesse mettere in ordine le proprie finanze durante e dopo la crisi del debito dell’euro dal 2010 al 2012. E il ministro dell’ambiente tedesco Barbara Hendricks aveva invitato nel 2016 il Belgio a migliorare la sicurezza di due centrali nucleari belghe, con reattori situati vicino al confine tedesco.
Dal 2007 la Germania continua a violare le norme europee sulle partite correnti perché la Germania esporta troppi beni all’estero ed il suo surplus commerciale è troppo elevato – di fatto il più grande del mondo – rispetto alla produzione interna di beni.

In una certa misura le nuove rivelazioni sono un dejà-vu del 2003, quando la Germania fu il primo paese a rompere le regole sul deficit che si applicano a tutti i 19 paesi della zona euro.
I paesi europei parsimoniosi, in particolare la Germania, spingevano per norme severe per limitare i deficit di bilancio pubblico ed il livello del debito.
Proprio in quegli anni la Germania non riuscì a controllare il proprio deficit a causa del fallimento dell’impresa “Dot.com” e della conseguente recessione e decise insieme alla Francia che in quegli anni le regole non dovevano essere applicate.

Queste nuove cifre mostrano anche che la Germania a volte semplicemente non si preoccupa affatto di fare le leggi corrispondenti alla norme europee.

Tratto e tradotto da
Handelsblatt Global

Martin Greive è un corrispondente di Handelsblatt con sede a Berlino. Till Hoppe, un corrispondente di Handelsblatt a Bruxelles, ha contribuito a questo articolo.

 

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