di Matteo Rubboli
Un uomo di nome Nsala contempla una mano e un piede su un pavimento di quella che somiglia a una veranda. Quella mano e quel piede sono della figlia, Boali, che aveva cinque anni. La bambina non solo venne mutilata, ma venne uccisa, insieme alla madre, ed entrambe vennero cannibalizzate. Il motivo?
Durante la giornata di lavoro Boali non aveva raggiunto la quota del raccolto della gomma
Terminate le disumane punizioni, i mercenari si presentarono da Nsala con mano e piede della figlia ormai morta, e psicologicamente uccisero anche lui, più di quanto la sua condizione di schiavitù non lo uccidesse ogni giorno. Una situazione tanto paradossale da essere una realtà storica riconosciuta e conclamata fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, quella della dominazione del re Leopoldo II dell’odierna area del Congo. La fotografia fu scattata da Alice Seeley Harris, missionaria inglese, che ebbe l’enorme merito di far conoscere a tutto il mondo le atrocità che venivano commesse nello stato Africano.
Ufficiali europei e miliziani africani con le mani mozzate:
Lo “Stato Libero del Congo” era uno stato di proprietà privata del Re Leopoldo II del Belgio, fondato e riconosciuto dalla conferenza di Berlino nel 1885. Nei 23 anni di regno del monarca europeo, che era a capo di quella che era una nazione in tutto e per tutto “privata”, morirono fra le 8 le 30 milioni di persone, secondo l’Encyclopædia Britannica (le stime sono molto variabili).
Immagine originale di Nsala:
Leopoldo II fu una delle persone più ricche della sua epoca, e le sue elevatissime spese necessitavano di continui introiti. Egli riuscì, grazie ad abilità diplomatiche, ad impossessarsi della zona che diverrà il Congo odierno, e lo trattò come riserva economica personale, avendo cura di fare in modo di sterminare buona parte della popolazione indigena per procurarsi entrate economiche.
Nello stato imperversava la ABIR (Anglo-Belgian India Rubber Company), azienda incaricata di raccogliere la gomma naturale dello Stato Libero del Congo, e la Force Publique, che durante il periodo di dominazione di Leopoldo II fu una specie di milizia privata incaricata di seminare il terrore fra la popolazione. In quelli che furono sostanzialmente degli organismi del terrore, probabilmente ancora peggiori delle SS naziste, si arruolarono ufficiali europei, in gran parte belgi, ma anche moltissimi africani, provenienti dagli stati vicini o da tribù ribelli.
Alcuni ragazzi pronti alla raccolta della gomma naturale:
Agli abitanti del Congo, ridotti interamente in schiavitù, veniva imposto il raccoglimento di una quota giornaliera di gomma naturale, il caucciù, che doveva esser rispettata giornalmente.
La pena era la morte
Per chi non riusciva a rispettare la quota era previsto il taglio della mano, prova della morte dello schiavo nei confronti dei controllori. La mano veniva tagliata per risparmiare un proiettile, e dimostrare la certezza della morte di una persona.
In pratica, quando mancavano delle quote di gomma per le ragioni più disparate, era necessario fornire un quantitativo di mani tagliate che ne giustificassero l’ammanco. Come ovvio, nelle varie parti del paese iniziò un commercio di mani tagliate per giustificare i bassi livelli di fornitura di caucciù dell’uno o dell’altro villaggio. Si assistette a guerre fratricide dove un villaggio attaccava l’altro soltanto per impossessarsi delle mani dei vinti.
Diversi ragazzi mutilati:
Le sevizie dei soldati incaricati del controllo non si limitavano ovviamente all’amputazione degli schiavi, ma comprendevano ogni genere di torture e persecuzioni, oltre che l’esecuzione del tutto arbitraria di chiunque gli si parasse di fronte. Il taglio delle mani era divenuta una pratica del tutto normale, e spesso i soldati non uccidevano la vittima, dato il valore nullo della sua vita. Mutilazioni, sevizie, uccisioni e molto altro furono alla base del personaggio letterario di Kurtz, nato dalla penna di Joseph Conrad.
Le persecuzioni e il regime di terrore dello Stato Libero del Congo proseguirono sino al 1908, quando l’emergere delle atrocità spinsero il Belgio a dichiarare l’annessione dell’area allo stato pubblico, dichiarando lo stato del Congo Belga. Le fotografie di Alice Harris furono un mezzo fondamentale per la certificazione di quello che fu un genocidio a tutti gli effetti, non in nome della superiorità razziale come nel caso della Shoah ma in nome della produttività agricola, industriale ed economica. Il regno di Leopoldo II durò soltanto 23 anni, ma durante quel periodo si assistette ad un dimezzamento della popolazione congolese.
Alice Seeley Harris:
Una curiosità aspra riguardo Leopoldo II, da molti considerato al pari di Hitler o Stalin, è che:
Non mise mai piede in Congo in vita propria
Tratto dal sito internet:
www.vanillamagazine.it
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