LIBERTÀ O CARRI ARMATI, LE VIE DI MEZZO SONO DESOLANTI

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Il pensiero unico sordo ad ogni ragione non lascia alternative

 

Fossi egoista, anche un po’ misantropo, normalmente uso ad un istintivo distanziamento sociale potrei anche dire con un malcelato sussiego: “A me cambia poco, tanto ero quasi tutto il giorno in casa, a scrivere”.

E me ne tornerei nel mio mondo, insensibile e disinteressato alle sorti del Paese e del prossimo.

Avrei un’aria quasi compiaciuta nonostante quella che è, pur sempre, una resa, un senso di ineluttabilità per avvenimenti sui quali non penserei mai di poter fare qualcosa.

Una “comoda” e “razionale” impotenza che non scalfirebbe di un millimetro la mia presunta superiorità.

Il problema è che non mi considero egoista o “superiore”, tantomeno superbo, ma proprio non ce la faccio a non sentire la mancanza d’aria democratica quando osservo i mascherinati in fila.

Non posso non avvertire un pugno allo stomaco per lo schivarmi del prossimo, o per l’aggrottar di ciglia alla mia faccia libera, mentre cerco il parco sole nel breve tragitto al giornalaio.

Le mascherine poi, immagine di un incubo antiscientifico “mascherinato” da “scienza” per un virus/terrore, tv-inoculato che, cifre alla mano, si sta rivelando ben peggiore di una “pandemia” ormai chiaramente presunta (ad oggi 154mila vittime… in tutto il mondo!).

E lo sdegno dai balconi: ennesima conferma che il potere, anche nell’era dell’“informazione” e della tecnologia, non dimentica quanto siamo schiavi, quanto ancora non capiamo che la “parte oscura” del nostro essere anela come sempre scavalcar la ragione, per stringere le emozioni in un senso di “gendarmica” riprovazione sociale.

Per non parlare di quei “poveri” vigili che, multa in resta, pattugliano solerti le vie del “peccato”.

A nulla vale constatare quanto il presente sia, in effetti, un periodo nel quale abbondi materiale con cui sfamare satira ed ironia: chi avrebbe mai immaginato elicotteri e droni cacciar singoli viandanti, o mirare barbecue su povere ma libere terrazze?

Per non parlare di circolari e decreti contraddittori, scritti da zampe di gallina anticostituzionali?

E la lotta fra i “sacerdoti” della teoscienza, alla faccia di quello che, a detta di alcuni di loro, sarebbe un sapere “non democratico”?

Chi avrebbe mai creduto ad un procurato collasso economico per “motivi” sanitari?

Per non parlare dell’incetta di provviste ministeriali, mentre si tranquillizzava il Paese per poi asfissiarlo civilmente ed economicamente.

Chi avrebbe mai immaginato che la farsa tv-pandemica riuscisse a giocar così abilmente con le cifre, talmente bene da far invidia ai bari più svelti di mano?

E la Borsa lasciata lavorare durante i giorni più devastanti della “crisi”?

E la tragica ricerca del debito-salvatore-Mes, perché ancora non si vogliono accendere le rotative della Zecca nazionale?

Regalate anche quelle alla BCE?

E la farsa di “aiuti” di Stato che sarebbe meglio dimenticare, se si vuol mantenere ancora un po’ di dignità libera dalle banche?

E le censure invocate e praticate dai maestri della farsa mediatica?

Come non sganasciarci per la retorica dei canali “ufficiali” che farebbe ribaltare la sedia di qualsiasi persona dotata di un minimo di senso logico?

E l’azione complessiva di un “governo” non avvezzo ad un minimo di autocritica?

È forse proprio per questo che continua imperterrito a farci scontare i suoi errori, con un regime illiberale ora tecno-tv-sacralizzato dai tecno-sgherri delle corporazioni guidati da Colao?

E non riesco a non vedere, per l’ennesima volta, la basilare “insufficienza” di alcuni attivisti ed intellettuali che non riescono ad andare oltre l’economia, oltre alla critica del Mes, certo sacrosanta, rimanendo però all’interno della narrazione che pone il focus sul fatto che la “pandemia” sia comunque reale, nonostante le cifre, e che la crisi derivi da quella, non dalle misure della politica!

Ce ne sarebbe in abbondanza di materiale per un umorismo acido, ma non riesco ad abbandonarmi… non ho voglia di sogghignare, neanche amaramente, proprio di questi tempi che la nostra bandiera somiglia sempre più a quella greca.

Invece mi prudono le mani quando accendo i media, proprio non sopporto la confezione da “maestri della tecnologia”.

Non riesco più a digerire il continuo show, per non parlare della videomania casalinga urlata a basso costo.

Grazie al nostro idiota consenso ci stanno iniettando l’“ideale smart”, mentre recitiamo distratti l’ultima eco del “pensiero unico progressivo”: “andrà tutto bene”, ma… “non sarà più come prima”!

E vai con iniezioni di consenso disinformato in attesa di punture obbligatorie, addirittura anelate anche se scientificamente ed eticamente aberranti.

Per tutto questo, quale sorriso?

Non posso avere altre voglie se non libertà, chiarezza… ordine!

Ecco, resta solo una “strana” voglia di ORDINE, evidente, manifesto, alla luce del sole!

Basta con il disordine ordinatissimo dell’oggi, con la sua rappresentazione “liquida”, sgargiante e tele imbonita ad alto volume!

E la libertà, che fine fa?

Ordine non faceva rima con disciplina?

Certo, però sarebbe una tragica assonanza… NO!

Amo le differenze creative!

Per me ordine fa rima con libertà, con quel senso di tranquillità che solo ampi spazi fisici e spirituali possono dare.

Ecco, ordine e libertà, se riusciamo a vederlo diventano una grande parola: responsabilità.

Una parola impegnativa, ma oggi è sinonimo di conformismo.

Ed è qui che capisco, definitivamente, quanto sia grave il momento, quanto si avvicini il giorno che digrignerò i denti al solo sentir pronunciare “libertà”, mentre osserverò il suo esatto contrario.

E allora, prima di arrivare ad odiare le parole più amate.

Dato che siamo in una dittatura strisciante, finanziaria e tecnocratica, una dittatura mascherata da politica-spettacolo distraente dei media, visto che Conte ha abdicato in maniera soft istituendo una commissione tecnica non scritta in Costituzione.

Se quindi libertà non può essere, sapete che vi dico?

Che ORDINE sia!

Ma quello vero, pesante, visibile!

Quello che avanza in divisa, al frastuono di cingoli e reattori!

Quello che ci vuole nelle strade, con grida e bandiere davanti e baionette dietro!

Ordine, bello e marziale!

Sì, ordine e disciplina!

Chiaro, limpido come il sole!

Magari in galera tutti i responsabili dello sfascio, del caos organizzato per interessi privati, delle immorali miserie televisive.

Uno Stato Forte, una DITTATURA PALESE, luccicante e volitiva, non la pletora conformista e lacchè di finanza e corporazioni.

Almeno saprò veramente chi è il nemico!

Se libertà non può essere, almeno ordine sia, se dovrò portare una mascherina, se dovrò evitare il contatto, se non potrò viaggiare fisicamente e virtualmente, se non a modo loro, vorrei che mi si obblighi con la forza, non con la nauseante riprovazione “responsabile” del prossimo cieco, sordo e “colluso”, ma ancora illuso che tutto vada bene.

Solo allora, forse, potrà rifiorire un rigurgito di dignità, uno spiraglio mentale di pentimento per l’oscena cecità dell’oggi.

Uno sguardo affranto di scusa da quelli che non volevano vedere.

Certo, con un “nuovo ordine” potrebbe essere peggio, dovremo ingegnarci parecchio per capire di chi fidarsi veramente, per ricostruire una libertà affogata da un controllo sempre più minuzioso e perspicace, come oggi stiamo iniziando a capire.

Potrebbe essere più difficile, più pesante, asfissiati dalla nebbia che avvolgerà la nostra vita.

Abbiamo altre chance?

 

https://www.massimofranceschiniblog.it/, 18 aprile 2020

qui spiego quelle che per me sono le tre principali necessità se si vuole costruire una vera politica alternativa

qui il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani

fonte immagine: Pexels

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