di Giovanni Lazzaretti
04.08.2024
LA MONETA COME NOI LA CONOSCIAMO, INFINITAMENTE DILATABILE
«Il denaro è lo sterco del diavolo»: frase attribuita a San Basilio Magno, IV secolo, ripresa da altri nella storia, tra cui Martin Lutero, e Papa Francesco in un’omelia.
Il denaro è davvero lo sterco del diavolo? Diciamo che la moneta come noi la conosciamo assomiglia molto all’inferno “infinitamente dilatabile” descritto da Lewis.
A Jeff Bezos attribuiscono il primo posto tra i ricchi con un patrimonio di 190 miliardi di euro. Sono somme che non hanno più relazione con la realtà.
Qualcuno si stupirebbe se alla prossima classifica i miliardi di Bezos fossero 200? Nessuno stupore, 10 miliardi in più sono solo un aumento del 5%. Ma, se fate il calcolo, 10 miliardi sono l’intera vita lavorativa di 5.000 uomini normali.
La moneta come noi la conosciamo è, purtroppo, creata dal nulla ed è infinitamente dilatabile. Nata dal nulla e autodilatata dall’accumulo di interessi.
È quindi una moneta tendenzialmente inflattiva, anche se a volte l’inflazione si nasconde in bolle finanziarie o in quel terribile “bradisismo” che allontana giorno dopo giorno il livello degli stipendi dal bene primario, la casa(1).
UNA MONETA DI ALTRO TIPO. ERRONEA
Di fronte alla moneta senza limiti, può apparire ragionevole organizzare il suo contrario: una moneta a quantità prefissata.
Il bitcoin è una di queste monete(2). I bitcoin sono strutturati in modo da arrivare al numero massimo di 21 milioni; al contempo sono frazionabili fino all’ottava cifra decimale.
I bitcoin sono molto altro: una filosofia, un investimento, un mezzo di pagamento.
Ma concentriamoci sull’unica cosa che in questo momento mi interessa: fissare la quantità massima ti fa perdere la caratteristica di “sterco del diavolo”?
Certamente no. Fissare la quantità complessiva di moneta comporta tendenzialmente una deflazione. E la deflazione comporta automaticamente la disoccupazione.
Se la “moneta come noi la conosciamo” consegna il potere a Bezos e agli altri della classifica attraverso una dilatazione senza limiti della moneta stessa, bitcoin consegna il potere a Tizio attraverso la dilatazione senza limiti del potere d’acquisto di una moneta limitata.
Se la nostra moneta neoliberista ha la necessità di un “tasso ottimale” di disoccupazione per tenere basso il mercato del lavoro, la moneta a quantità prefissata genera anche lei il suo “tasso ottimale” di disoccupazione attraverso il calo dei prezzi.
La piena occupazione, obiettivo principe di una economia a misura d’uomo, è negato da entrambi i sistemi.
E quindi entrambe le tipologie di moneta sono “sterco del diavolo”. Il diavolo è “omicida fin dal principio” e il mezzo più idoneo per far morire gli uomini e per far svanire la bellezza dal mondo è la moneta mal fatta(3).
IL PICCOLO PULCINO nOmismatico INSISTE
Così il sottoscritto, piccolo pulcino nOmismatico che, coi propri ragionamenti, farebbe ridere qualunque economista à la page, insiste nel dire che bisogna trovare una terza via che non sia né inflattiva né deflattiva, ma che sia semplicemente regolata sul lavoro dell’uomo.
Generare un sistema dove la moneta c’è al livello giusto per il lavoro dell’uomo, e dove la moneta è misura del valore e mezzo di scambio, ma non è riserva di valore.
O, meglio, può anche essere riserva di valore, ma solo in vista di un acquisto futuro di beni e servizi reali.
Quando insisto sulle Camere di Compensazione o sulla Moneta Fiscale, metodi che entrambi guardano al lavoro, e al lavoro interno a uno Stato, sto di fatto combattendo il diavolo e la sua pretesa che ci possa essere qualcosa nel mondo di “dilatabile all’infinito” (la moneta, oppure il potere d’acquisto della moneta).
Pensate a 100 uomini che decidono di non pagarsi tra loro. Semplicemente “segnano” i loro crediti e debiti. La somma di questi loro conti, gestibili con un banale foglio Excel, dà sempre zero. Cosa imparano questi 100 uomini?
- Imparano a pagarsi istantaneamente.
- Imparano che la scrittura contabile estingue il debito.
- Imparano a ignorare il tasso d’interesse.
- Imparano che debitore e creditore sono due facce della stessa medaglia, di pari dignità.
- Imparano che possono sì accumulare, ma solo per comprare qualcosa di compatibile con la piccola rete di beni e servizi che hanno a disposizione.
L’ultimo punto è il più importante: quei 100 uomini imparano il senso del limite.
Imparano che l’accumulo di moneta ha un limite nei beni che possono acquistare qui e ora. Imparano quindi a usare una moneta che non è merce e che realizza il suo scopo: far lavorare, far scambiare beni e servizi.
Sentiranno un senso di ribrezzo per quei 190 miliardi di euro inutili che oggi li ha Bezos e domani li avrà chissà chi. Denaro che ha superato le soglie della realtà, ed è quindi diventato puro potere.
Impareranno a fare comunità, si cercheranno l’un l’altro: l’esatto opposto degli Spettri di Lewis che non si sopportano l’un l’altro nell’Inferno, e che dilatano gli spazi.
Insomma, il denaro è “sterco del demonio”, non ci sono dubbi: non riesce a risolvere problemi cruciali come l’occupazione, la casa, la fame, la sete. Non riesce a risolvere questi problemi PUR AVENDONE I MEZZI.
L’idolatria del diritto di proprietà, unita all’assenza del limite, unita al concetto di “moneta-merce”, genera la società mostruosa nella quale viviamo.
La moneta, lo si voglia o no, non è “nostra”. È nostra solo se teniamo vivo il desiderio di spenderla in beni e servizi reali. Altrimenti è quello che è: sterco del diavolo.
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
NOTE
- L’acquisto della casa e la sua manutenzione. Ripeto il mio “mantra”: al mio paese nel 1968 l’operaio monoreddito comprava casa con soldi suoi e senza mutui; ancora nel 1980 il mio affitto di casa era 1/9 (un nono) del mio primo stipendio.
- Nella situazione attuale bitcoin appare soprattutto come investimento e mezzo di pagamento. Non ha della moneta la caratteristica principale: la stabilità.
- Rileggere il “Con usura” di Ezra Pound. La casa, il lavoro, l’arte, il mercato, tutto muore sotto la moneta usuraia. E si arriva al finale di aborto e di perversione sessuale.
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