Proponiamo questo interessante articolo e video-intervista tratto dal sito www.mittdolcino.com
Dove sta il giusto equilibrio, veramente il modello che ci stanno proponendo va verso l’ecologia o la direzione è un’altra? Sarà garantito il nostro diritto alla libertà di mobilità privata?
Un intervista con il Dott. Forleo Francesco, ingegnere, esperto di automotive, con un passato professionale immerso nella progettazione e nella ricerca veicolare, settore in cui ancora opera.
Membro e ricercatore associato della Fmod dell’università di Torino e contributore della rivista Auto-Tecnica.
Con Francesco, in questa lunga intervista, abbiamo affrontato con metodo scientifico la questione del veicolo ideale per coniugare il rispetto per il pianeta e il nostro diritto primario di libertà di movimento.
L’automobile è il mezzo principale con cui amplifichiamo le nostre capacità corporee di muoverci, una sorta di protesi moltiplicatrice.
Nelle more della chiacchierata che potete vedere e ascoltare a questo LINK o cliccando sull’immagine rappresentativa del video, si va ad affrontare senza preconcetti il tema della mobilità auspicabile, raffrontandola con il modello che la politica ci sta proponendo.
Scopriremo di come il primo fattore di inquinamento è la quantità di energia usata per muovere il veicolo, e quindi in modo lapalissiano di come un veicolo leggero inquina meno di uno pesante, aldilà della sua omologazione.
E’ evidente infatti che se uso meno carburante, avrò una minore emissione di inquinanti.
Affronteremo il discorso della C02, che non è inquinante, ma può aumentare l’effetto serra, tuttavia non viene prodotta solo dalle auto, ma anche e soprattutto dalla circolazione navale che in un mondo globale è sempre più attiva.
Prenderemo coscienza che anche un auto elettrica emette CO2, non dal veicolo evidentemente, ma laddove la stessa energia viene prodotta, quando si usano centrali a combustibile, che sono molte.
Arriveremo a capire che una macchina leggera, come le vecchie utilitarie, ma dotate di un motore endotermico che produce l’energia necessaria ad un motore elettrico ed una piccola batteria tampone sia il modo per consumare meno energia possibile e quindi inquinare meno, garantendo la sacrosanta libertà di mobilità privata.
Capiremo che il modello proposto, al di là del tipo di motore, fatto di auto grandi e pesanti non fanno altro che far lievitare costi, consumi e inquinamento, escludendo dalla libertà di muoversi una fetta sempre più consistente di popolazione.
Molti articoli sono stati pubblicati su questo blog su costi ed efficienze, dove vi rimandiamo per ulteriori approfondimenti.
Si sta passando dal paradigma di “un auto per tutti” a quello di “un auto per pochi” senza mai aver provato il modello “un auto intelligente ed utile per tutti”.
Pur rispettando la necessità per certe categorie professionali di auto “mangia chilometri” e quindi pensate diversamente, sarebbe un grande passo in avanti adottare un modello sociale che possa far continuare quello che per molti decenni è stato non solo un consumo emozionale, ma una grande conquista dell’occidente in fatto di libertà.
L’intervista si estende anche nel campo della guida autonoma, cioè che si norma in autonomia.
Se da un lato potrebbe essere utile, dall’altro necessita di una rete infrastrutturale di connessione ad oggi inesistente.
Ci si domanda se è questa la direzione corretta verso cui orientarsi, il piacere di guida è comunque sentito dall’umanità come valore positivo.
In buona sostanza prima di scegliere di andare a piedi, forse è meglio che l’intero occidente si interroghi sul modello o sui modelli più adeguati per un futuro di mobilità libera e rispettosa, al meglio di quello che la scienza e la tecnica ci può offrire.
Non vorremmo mica finire di far andare a piedi molti, ma non tutti, non siamo tutti uguali? O c’è qualcuno più uguale degli altri?
R. Z.
Articolo e link originali:
QUALE MOBILITA’? (mittdolcino.com)
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