di Davide Gionco
Oggi ricorre il quinto anniversario del crollo del Rana Plaza di Savar, sobborgo di Dacca, in Bangladesh.
L’edificio conteneva diverse fabbriche di abbigliamento, che producevano abiti tipo quelli che troviamo nei negozi anche in Italia, prodotti dai poveri nei paesi più poveri del mondo, senza diritti.
Senza neppure il diritto di lavorare in un edificio minimamente sicuro.
Il crollo dell’edificio provocò 1’129 vittime, per la maggior parte donne di giovane età, e 2’515 feriti.
Per evitare il ripetersi di tragedie del genere e per migliorare le condizioni lavorative di coloro che lavorano in strutture del genere, è attiva da tempo la Campagna Abiti Puliti, che cerca di convincere i marchi del settore tessile ad impegnarsi in prima persona.
Ciascuno di noi, in realtà, può fare qualcosa, scrivendo alle aziende coinvolte e acquistando abiti in modo critico.
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