«Comprerò i TUOI beni servendomi dei TUOI soldi. E nella piena legalità.»: sembra dire così la finanza all’Italia.
di Giovanni Lazzaretti
Preambolo
Arturo Virgilio Alves Reis è il geniale truffatore che, nel Portogallo del 1925, riuscì a far stampare soldi falsi (perché non emessi dalla Banca del Portogallo) ma veri (perché stampati dalla stessa ditta utilizzata dalla Banca del Portogallo). Wikipedia scrive che Reis «paradossalmente, stimolò in senso positivo l’economia». Niente di “paradossale”, ovviamente: l’economia era asfittica perché le banconote non giungevano al mondo del lavoro; l’arrivo di moneta, pur nata con metodi truffaldini, mise in moto risorse lavorative intorpidite dalla mancanza di denaro.
Lo sceneggiato “Accadde a Lisbona” racconta questa grande truffa; ma descrive anche la “piccola truffa”, con la quale Alves Reis inizia la sua carriera di finanziere. Reis acquista il controllo della Compagnia Ferroviaria Angolana, pagando le azioni con assegni a vuoto; gli assegni sono su una banca di New York, e impiegano 14 giorni per arrivare a destinazione in piroscafo. In quei 14 giorni Alves Reis si impadronisce della cassa della Compagnia, dove si trovano 100.000 dollari inviati dal Portogallo per sostenere le ferrovie angolane moribonde. Con 40.000 dollari copre il suo conto a New York, grazie a un’operazione fatta via telegramma, e gli assegni sono puntualmente pagati. Con gli altri 60.000 dollari inizia la sua carriera di finanziere, facendo prosperare se stesso e le Ferrovie Angolane.
Truffa, appropriazione indebita, millantato credito; arresto, processo, prigione.
Fine del preambolo.
***
A monte c’è la “privatizzazione del debito pubblico”: il debito italiano non è più gestito dalla Banca d’Italia, ma dai mercati. In questo modo la finanza preleva dall’Italia una “tassa occulta” che attualmente si attesta al 15% delle entrate statali.
Questa tassa occulta ha un duplice effetto: fornisce mezzi alla finanza a danno del popolo italiano e indebolisce lo Stato, che non può più difendere i propri “gioielli di famiglia”. La finanza internazionale fa shopping delle nostre migliori realtà produttive, bancarie, assicurative e di servizi, servendosi dei soldi che noi stessi abbiamo consegnato.
«Comprerò i TUOI beni servendomi dei TUOI soldi. E nella piena legalità.»: sembra dire così la finanza all’Italia.
Perfettamente legale è, ad esempio, il leveraged buyout (LBO): è una tecnica di acquisto di una società che ha come caratteristica quella di ricorrere al debito per finanziare la maggior parte del valore di acquisto; il debito viene poi ripagato o coi flussi di cassa generati dall’impresa acquisita o vendendo rami dell’azienda.
Ad esempio: Autostrade fu oggetto di Offerta Pubblica di Acquisto Totalitaria da parte di Newco28 nel gennaio 2003 per 6.450 milioni di euro, tramite una operazione di LBO: la liquidità necessaria per l’acquisizione fu reperita da Newco28 facendo ricorso al sistema creditizio e, successivamente, il debito fu trasferito da Newco28 ad Autostrade, a seguito di fusione per incorporazione.
Tutto chiaro? Riducendo in due parole: Autostrade viene acquistata a debito; poi, tramite fusione tra società, il debito viene scaricato su Autostrade; infine gli utili di Autostrade (ad esempio i pedaggi pagati da noi) saldano via via il debito.
Comprare un’azienda non coi soldi tuoi, ma col flusso di cassa dell’azienda comprata. Vi ricorda la truffa di Alves Reis del preambolo? Non ditelo nemmeno per scherzo. L’operazione Alves Reis era un reato di appropriazione indebita, mentre LBO è un’operazione di ingegneria finanziaria perfettamente legale.
Solo dopo aver stabilito la differenza non valicabile tra reato e legalità, si può constatare che effettivamente c’è un’assonanza, ma l’operazione Reis è qualitativamente migliore: (1) Reis acquista le Ferrovie Angolane coi soldi del Portogallo, senza debito e senza interessi, e fa prosperare se stesso e le asfittiche Ferrovie Angolane; (2) Autostrade viene acquistata in ultima analisi attraverso i nostri pedaggi, che contengono al loro interno la restituzione del debito con in più gli interessi passivi, e non si vede una particolare prosperità delle autostrade in Italia: i pedaggi sono alti, la manutenzione non è migliore di quella fatta dallo Stato ai suoi tempi, il debito pubblico che doveva calare grazie alla vendita non è calato.
Le privatizzazioni sono tutte così: vantaggio privato, svantaggio pubblico. Per cui imploro San Giacomo della Marca che ispiri il governo per creare ancora qualcosa di pubblico in Italia: ci hanno fatto credere che il pubblico viene sempre “gestito male”, ma in Italia il pubblico va male perché lo Stato non è più padrone del proprio debito.
***
Diversa invece è “l’azione del privato”, che non ha nulla a che vedere col concetto di privatizzazione: ci sono azioni che i privati fanno per vocazione e non per lucro. Il caso tipico sono le scuole paritarie e le scuole libere, ma anche istituzioni di assistenza che nascevano ben prima che lo Stato ci pensasse.
Un bambino in una scuola materna di Stato costa 5.739 euro (dati del MIUR); un bambino nella scuola materna del mio paese costa 3.970 euro, ossia 1.769 euro in meno. Stato, Regione, Comune intervengono con 1.198 euro a bambino, per portare le rette a livelli ragionevoli.
5.739 euro costa allo Stato un bambino nella Scuola Materna di Stato. 1.198 euro costa allo Stato un bambino nella Scuola Materna parrocchiale del mio paese: quindi la sua esistenza (e resistenza) fa risparmiare allo Stato 4.541 euro l’anno per bambino. Questa è l’azione del privato a servizio del bene comune: azioni fatte per vocazione, senza scopo di lucro, a beneficio di tutti.
Ai finanzieri lasciamo i loro leverage buyout, il loro lucro, i loro interessi attivi, il loro lavoro contro il bene comune. Non possiamo fare nulla contro di loro. Al massimo possiamo ricordare fra’ Cristoforo nei Promessi Sposi. La mano alzata. E quella frase «Sentite bene quel ch’io vi prometto. Verrà un giorno…»
Giovanni Lazzaretti
Lascia un commento