
di Giovanni Lazzaretti
14.02.2025
(Ford, Carter, Reagan 1 e 2, Bush padre, Clinton 1 e 2, Bush figlio 1 e 2, Obama 1 e 2, Trump 1, Biden, Trump 2,…)
IDEE SEMPLICISTICHE DA LICEALI
Lo si trovava scritto anche così, sui muri: «VIA L’ITALIA DALLA NATO, GIONSON BOIA». Gionson sarebbe Lyndon Baines Johnson, presidente degli Stati Uniti in sostituzione di Kennedy (ucciso il 22 novembre 1963), e poi rieletto presidente nel 1964. Gli succedette Nixon nel 1968, poi rieletto nel 1972, e infine dimissionario nel 1974.
Sono di fatto i gestori della guerra del Vietnam, dai 12.000 consiglieri militari iniziali, agli oltre 500.000 soldati statunitensi presenti nel periodo di punta (assieme ai dimenticati Australiani, Filippini, Neozelandesi, Sudcoreani, Thailandesi), fino alla smobilitazione e sconfitta (o “pace onorevole”) finale.
I “compagni”(1) delle mie parti non facevano nessuna distinzione tra il democratico Johnson e il repubblicano Nixon. Erano gli USA, ossia i “nemici del popolo” a prescindere. E così cantavano “Johnson boia” e successivamente “Nixon boia” allo stesso modo e con la stessa enfasi, sulla musica di «Glory, glory, alleluia» (canzone di John Brown).
Idee semplicistiche? Certamente. Che altro volete pretendere da ragazzi delle scuole superiori?
Avevano l’idea erronea che URSS, Cina, Vietnam del Nord avessero qualcosa di buono da dire al mondo. In realtà chi vìola il diritto naturale non ha mai nulla di buono da dire al mondo.
Avevano invece l’idea corretta di vedere gli USA come entità unica, nella quale l’alternanza democratici-repubblicani non aveva alcun significato reale.
Gli Stati Uniti sono i “signori della guerra”, indipendentemente da chi comanda. Esiste nel loro DNA(2) questa violazione permanente del diritto naturale: non hanno remore a colpire direttamente i civili.
Le mie idee di quegli anni erano radicalmente diverse dalle loro. Ma, bisogna dirlo, erano semplicistiche allo stesso modo.
NUOVI FATTI, NUOVA PERCEZIONE DEGLI USA
Durante la presidenza Nixon avvengono due fatti, non di guerra, ma di distruzione in senso lato.
Nell’agosto 1971 Nixon interrompe la convertibilità dollaro-oro rendendo il dollaro una sorta di “variabile impazzita”, generabile a piacere, chiudendo di fatto il sistema monetario di Bretton Woods senza sostituirlo con niente altro.
Sotto Nixon, ma non per colpa di Nixon, nel 1973 c’è il caso “Roe contro Wade” che nel tempo renderà gli USA uno dei maggiori abortifici del pianeta.
Verso gli anni ’80 del secolo scorso cambia qualcosa nella percezione degli USA da parte nostra.
Il mondo radicaleggiante nostrano comincia a vedere i liberal USA come un punto di riferimento. E il mondo pro-life comincia a interpretare i repubblicani come “quelli che si oppongono ai liberal”.
Nel frattempo l’impostazione neoliberista manda in soffitta il mondo “vagamente keynesiano” che tanto bene aveva fatto all’Italia.
E così, per fare una sintesi tanto semplificata da essere brutale, negli anni ’80 del secolo scorso
- il mondo occidentale dimentica che gli Stati Uniti sono “i signori della guerra”
- il mondo occidentale si adagia su una visione neoliberista globale, proprio mentre l’altro polo del mondo (il mondo comunista) va a disgregarsi
- il mondo occidentale dimentica che il dollaro è una variabile impazzita
- il mondo occidentale si “abortizza”, banalizzando completamente il valore della vita
- e in questo mondo occidentale appiattito resta solo la piccola diatriba locale tra “chi ama i repubblicani” e “chi ama i democratici”.
Diventiamo “colonia” a tutti gli effetti. Forse la crisi di Sigonella del 1985 fu l’ultimo nostro atto di indipendenza.
L’UNICA COSA SERIA DA FARE
L’unica cosa seria da fare quando c’è l’elezione di un presidente americano è
- essere contenti per la sconfitta del democratico
- ed essere tristi per la vittoria del repubblicano.
Non c’è niente di contradditorio in questo.
La Kamala Harris di turno è ovvio che ha nella mente la violazione globale del diritto naturale: aborto, ecologismo e balle climatiche, eutanasia, fecondazione artificiale, gender, guerra, immigrazionismo, neoliberismo, perversione educativa, utero in affitto, eccetera.
Essere lieti della sua sconfitta è quindi la reazione normale per chiunque ami il diritto naturale.
Ma poi si deve guardare in faccia chi ha vinto, e mettersi le mani nei capelli.
Trump è un uomo di guerra: ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele, ha portato l’ambasciata USA a Gerusalemme, ha riconosciuto le alture del Golan come proprietà israeliana.
Trump usa il dollaro come una clava: nessuno potrebbe fare certe affermazioni destabilizzanti (tipo dire al Canada di diventare il 51° Stato degli USA), se non “mostrasse” di avere in mano la clava del dollaro (e del potere militare che ne consegue).
Trump ha idee economiche da poveraccio: pensa che i dazi possano far bene agli USA, senza preliminarmente porre limiti a una finanza che, ovviamente, non ha dazi.
Trump si appoggia a persone come Elon Musk(3): essere l’uomo più ricco del mondo non ti indica come il più adatto per portare il Paese alla piena occupazione, unico vero scopo dell’economia. E infatti a Musk è stato dato l’incarico non di “crescere”, ma di “tagliare” (tagliare con l’accetta, 2.000 miliardi, non i tagli con le forbicine di Carlo Cottarelli(8)).
Non c’è quindi nessun motivo di esultare, c’è invece fortemente da temere.
Se infatti Biden si era circondato di ebrei (12 persone ebree in posti chiave o importanti del suo governo(4)), Trump gli ebrei li ha in famiglia. A parte i rapporti abbondanti nella sua storia dinastica(5), Trump ha la figlia Ivanka convertita all’ebraismo e moglie di Jared Kushner, imprenditore immobiliare ebreo.
Le parole attuali di Trump sul “lavoro da finire” a Gaza, sullo spostamento dei palestinesi, e sulla riconversione di Gaza a riviera del Medio Oriente sono la ripresa delle parole di suo genero di un anno fa(6). Non sono quindi le sparate di uno spaccone, ma sono purtroppo delle idee lungamente meditate.
IMMOBILIARE & ULTRADESTRA EBRAICA
Come si farà a spostare i 2.100.00 palestinesi da Gaza? Di questi, 1.200.000 erano dei rifugiati. Adesso possiamo dire che sono tutti dei rifugiati, visto che la maggior parte delle case sono state distrutte e, soprattutto, sono state distrutte tutte le infrastrutture.
Non riesco a immaginare la deportazione di 2 milioni di persone, in una densità di popolazione paragonabile a Hong Kong. Ma temo che Trump e Israele l’abbiano realmente nei pensieri.
Ricordiamoci che la faccenda di Gaza, anche se dalle parole di Trump e Kushner sembra una faccenda “immobiliare” (creare la riviera del Medio Oriente), si innesta nei punti più torbidi delle dottrine ultraortodosse ebraiche.
Vediamo un esempio. Prendo un articolo di Israel365news(7), intitolato “Trump’s Gaza Plan is «The Final task before Messiah»”.
L’articolo è un elogio a tutto campo di Trump per ciò che ha fatto nell’amministrazione precedente: riconoscimento di Gerusalemme capitale, spostamento dell’ambasciata, riconoscimento della sovranità sul Golan, “dottrina Pompeo” sulla legittimità della presenza dei coloni in Giudea e Samaria, Accordi di Abramo.
Ma, prosegue l’articolo, «è già chiaro che il meglio deve ancora venire». E il meglio che deve ancora venire è il piano di deportazione di Gaza per farne un luogo internazionale. La “gente del mondo” si stabilirà a Gaza, dopo che gli USA ne avranno fatto una riviera modello.
Poi, nel finale, l’articolo “vira” sull’apocalittico.
Riprendo il finale, lo trascrivo in inglese, poi metto la traduzione di Google con mini ritocchi dove mi suonava male.
Rabbi Yekutiel Fish, a respected mystic rabbi from Jerusalem who authors a Torah blog titled Sod HaChashmal, praised Trump’s plan and predicted that its success was inevitable.
“Trump is a successful man and puts together business deals that no one else could manage,” Rabbi Fish said. “For him, this is a deal that all sides benefit.”
But Rabbi Fish saw Trump’s Gaza plan as part of a bigger picture.
“Everyone is focused on Gaza, but that is only one part of the end-of-days agenda, which has the Jews living in Israel’s prophesied borders,” Rabbi Fish said. “The Torah explicitly includes Gaza. What Trump is doing is cleaning out Gaza of all the haters of Israel. They cannot be in Israel after the Messiah comes. After the Messiah, the only people who can be in the Biblical borders of Israel are those who believe He is One and His name is One. This will include Gaza, half of Lebanon, and much of Jordan.”
And we see that we are almost there. Syria fell. Lebanon is half gone. Gaza is ripped up. The stage is nearly set for Messiah. But how can the Palestinians be here when we go to greet the Messiah? The Messiah needs someone to take care of this, and in this case, it is Donald Trump. Trump is merely carrying out the final tasks needed before Messiah is revealed,” Rabbi Fish said.
***
Il rabbino Yekutiel Fish, uno stimato rabbino mistico di Gerusalemme autore di un blog sulla Torah intitolato Sod HaChashmal, ha elogiato il piano di Trump e ha predetto che il suo successo è inevitabile.
«Trump è un uomo di successo e realizza accordi commerciali che nessun altro potrebbe gestire», ha detto il rabbino Fish. «Per lui, questo è un accordo che avvantaggia tutte le parti».
Ma il rabbino Fish vede il piano di Trump per Gaza come parte di un quadro più ampio.
«Tutti sono concentrati su Gaza, ma questa è solo una parte dell’agenda della fine dei giorni, che vede gli ebrei vivere nei confini profetizzati per Israele», dice il rabbino Fish.
«La Torah include esplicitamente Gaza. Ciò che Trump si appresta a fare è ripulire Gaza da tutti gli odiatori di Israele. Costoro non possono essere presenti in Israele dopo la venuta del Messia. Dopo il Messia, le uniche persone che possono essere nei confini biblici di Israele sono coloro che credono che Lui sia Uno e che il Suo nome sia Uno. Ciò includerà Gaza, metà del Libano e gran parte della Giordania».
«E vediamo che ci siamo quasi. La Siria è caduta. Il Libano è mezzo scomparso. Gaza è stata fatta a pezzi. Il palcoscenico è quasi pronto per il Messia. Ma come possono i palestinesi essere qui quando noi andremo ad accogliere il Messia? Il Messia ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di questa situazione e, in questo caso, quel qualcuno è Donald Trump. Trump sta semplicemente svolgendo gli ultimi compiti necessari prima che il Messia venga svelato», prosegue il rabbino Fish.
***
Questo è Israele? No, questo è una parte di Israele. Israel365 è una delle varie componenti che partecipano al Congresso Sionistico Mondiale e si battono per un unico Stato.
L’ebraismo, come l’islamismo, non ha una guida unica.
Potrete trovare persone miti e persone infuocate.
Potrete trovare il rabbino che illustra come sia necessario uccidere tutti a Gaza, perché i bambini di oggi saranno i terroristi di domani, e perché le donne sono la fonte prima dei terroristi del futuro.
IL DIO DELLE DONNETTE, DEI BAMBINI E DEI BRAVI PARROCI DI CAMPAGNA
È pericolosissimo pensare che in Terra Santa si stiano combattendo “l’unica democrazia del Medio Oriente” e “i terroristi”.
In Terra Santa si stanno combattendo due religioni, ebraismo e islamismo, entrambe estranee al diritto naturale. Entrambe indicano una superiorità dei “loro” rispetto al resto del mondo.
Per fare un esempio, «la missione di Israel365 è quella di rafforzare Israele e il suo status unico di leader spirituale e morale dell’umanità promuovendo il significato biblico e spirituale di Israele e costruendo ponti con coloro che condividono i nostri valori basati sulla fede.»
Entrambe le religioni non hanno remore a uccidere vecchi, donne e bambini, se sono “altri”. Non c’è bisogno di molto ragionamento, basta la statistica.
Il che significa che “sempre” uccidono vecchi, donne e bambini? No. Gli ebrei che vivevano in Terra Santa prima del sionismo vivevano e basta, nessuno li ammazzava, e non ammazzavano nessuno.
L’essere nati cattolici è una grande fortuna, perché, se vuoi, le cose giuste le puoi conoscere.
Puoi sapere, aprendo il Catechismo, che l’uccisione diretta dei civili è un abominio, e che non puoi scusarti dicendo «domani potrebbero essere i miei nemici».
Il diritto naturale può tenerti sui binari.
La confessione ti dice chi sei: un peccatore.
Senza confessione cosa ti resta? Una sola cosa. Autoconvincerti che Dio è con te e che tu quindi sei “buono a prescindere” ed hai sempre ragione. È l’immagine classica del fariseo in piedi al Tempio: «O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini».
Dio è pericoloso quando viene “arruolato”.
«Un Dio che si chiama Gott e che è davvero con loro, come gli uomini della Wehrmacht portano inciso sulla fibbia del cinturone. E che sarà sconfitto ancora dall’Uomo che già lo sconfisse ai tempi di Erode e di Pilato e che diventò poi il Buon Dio delle donnette, dei bambini, dei bravi parroci di campagna. E di Giovannino»(10).
Con Trump, Kushner & Netanyahu non c’è speranza di pace per la Terra Santa.
E quindi innamorarsi di Trump non è una buona scelta.
SALVINI
Un innamorato di Trump e di Netanyahu è Salvini. E siccome per votare Maura Catellani ho votato Lega alle ultime regionali, mi permetto di fare un prontuario degli errori di Salvini nel suo recente viaggio in Israele.(11)
[A] Ribadire il riconoscimento di Israele «quale baluardo del mondo libero».
Errore. Se uno Stato non è fondato sul diritto naturale non può essere baluardo del mondo libero. E Israele non è fondato sul diritto naturale.
[B] Rafforzare le forti relazioni tra il Carroccio ed il Likud.
Era questo che desideravano gli elettori del Carroccio? Essere in forti relazioni col sionismo liberale di destra, che si rifà a Vladimir Zabotinskij, fondatore del movimento terrorista dell’Irgun?
[C] «Ho stretto con orgoglio la mano al premier democraticamente eletto della democrazia che è lo Stato di Israele, mi spiace che qualcuno se ne abbia a male».
Non me ne ho a male, mi dispiace semplicemente che un politico italiano abbia una idea così poco chiara della democrazia. La democrazia non è mettere una scheda nell’urna, e Israele non è una democrazia. Occupa territori non suoi, ammazza i civili in proporzioni abnormi, segrega e discrimina, immagina deportazioni.
[D] «Trovo singolare che alcuni media abbiano messo sullo stesso piano Trump e Hamas, addirittura dicendo che le parole di Trump potrebbero essere un rallentamento sulla via della pace secondo la denuncia di Hamas. Mi fa orrore che si metta sullo stesso piano le dichiarazioni di un’organizzazione terroristica, l’eradicazione della quale è presupposto per ogni altro ragionamento, con le parole» del presidente Usa.
Noi siamo i buoni e perciò abbiamo sempre ragione. Se il presidente USA dice una sciocchezza, ossia immaginare la deportazione di 2 milioni di palestinesi, l’uomo di buon senso deve giudicare le parole di Trump per quelle che sono. Non può dire che sono parole “superiori” perché dette dal capo degli USA.
[E] «Se c’è speranza di pace qua» in Medio Oriente «e al confine russo-ucraino, è grazie alla nuova amministrazione Trump. Lo diciamo non da vassalli ma da interessati osservatori e da co-protagonisti di quello che sta accadendo»
Vassalli? Excusatio non petita… Sono d’accordo che probabilmente il conflitto ucraino arriverà a una quiete, ma solamente perché l’investimento USA, estremamente redditizio all’inizio (Russia militarmente impegnata lontano dalla Siria, sganciamento dell’Europa dall’energia russa, tanti morti russi a fronte di zero morti americani), ha già raggiunto il vertice e non può che perdere di redditività. Ma sulla pace in Terra Santa non scommetterei un euro. A meno che «dove fanno il deserto, lo chiamano pace».
[F] «Ho anche confermato le mie perplessità rispetto alle recenti e indecenti decisioni della Corte Penale Internazionale, organismo la cui esistenza e utilità dovranno essere rimessi in discussione».
Ecco, Salvini ne ha detto una mezza giusta. La Corte Penale Internazionale non ha detto un’assurdità accusando Netanyahu, dal momento che bombarda direttamente i civili e distrugge le infrastrutture civili (nella vecchia logica di Zabotinskij e dell’Irgun). Ma la Corte fece ben di peggio in passato, come ricordo in appendice. Comunque concordo, non per i motivi di Salvini, che la Corte Penale Internazionale va messa in soffitta. Non fosse altro per il fatto che nasce dalle smanie giustizialiste del mondo radicale (movimento “Non c’è pace senza giustizia”, fondato da Emma Bonino).
***
Caro Salvini, il Trumpismo è un errore. Lieti, lietissimi per la sconfitta della Harris. Tristi per la vittoria di Trump. Non può che essere così, perché gli USA in quanto tali (1/3 delle spese militari mondiali, dollaro a emissione libera) sono un paese pericoloso.
I tempi delle presidenze Ford e Carter, sostanzialmente “miti”, sono una parentesi ormai così lontana…
Stiamo confessati, buon Giubileo.
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
NOTE
[1] “Compagni” nel senso di comunisti, “compagni” nel senso di compagni di classe (o compagni di scuola) al liceo. Mi fa sempre effetto ricordare quanto eravamo impregnati di politica.
[2] Da sempre? Dalla seconda guerra mondiale certamente. Ma è utile leggere testi che spiegano la “formazione mentale” pre-guerra, necessaria per avere lo stomaco di bombardare direttamente i civili.
[3] Curiosità. Non sapevo che Elon Musk avesse dichiarato nel 2021 di avere la sindrome di Asperger, come Greta Thunberg.
[4] Samizdat n.29 del 1 aprile 2022 “Il nazismo non è più il male assoluto”.
[5] https://israel365news.com/331533/why-many-believed-donald-trumps-father-fred-trump-jewish/
[6] https://www.theguardian.com/us-news/2024/mar/19/jared-kushner-gaza-waterfront-property-israel-negev
[7] https://israel365news.com/400058/kabbalist-trumps-gaza-plan-the-final-task-before-messiah/
[8] Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, dal 23 ottobre 2013 al 30 ottobre 2014, governi Letta e Renzi.
[9] Ultraortodosse e sioniste. I Neturei Karta (ultraortodossi, ma non sionisti) hanno posizioni diverse.
[10] Giovannino Guareschi, “Ritorno alla base”.
[11] https://tg24.sky.it/mondo/2025/02/11/salvini-netanyahu-israele-oggi
APPENDICE
IL TRIBUNALE DE L’AJA
(Paragrafo tratto dal mio testo “Libia, Strass-Kahn e North Dakota”, 19 giugno – 9 luglio 2011)
Poteva mancare la denuncia alla Corte Penale Internazionale de L’Aja?
E tutto a tempo di record: il Procuratore della CPI, Luis Moreno Ocampo, ha impiegato tre giorni per decidere di iniziare le indagini (in tale lasso di tempo avrebbe dovuto valutare tutte le informazioni in suo possesso; la sussistenza della giurisdizione; l’ammissibilità del caso; la sussistenza dell’interesse della giustizia). In soli cinque giorni il Procuratore della CPI ha indicato i nomi delle persone sottoposte a indagine.
Normalmente occorrono anni per la decisione, mesi per le indagini avviate. Qui hanno una fretta indiavolata.
Inoltre la Libia non ha mai sottoscritto né ratificato il Trattato internazionale istitutivo della Corte Penale Internazionale (Statuto di Roma), pertanto tale Trattato non ha alcuna efficacia nei confronti della Libia.
È evidente dunque che la CPI non ha giurisdizione per i fatti commessi da cittadini libici in Libia e che al Colonnello Gheddafi si applica l’immunità di Capo di Stato in carica, prevista dal diritto internazionale consuetudinario.
Avrete certamente letto queste notizie sul comunicato ufficiale della difesa di Gheddafi.
Oppure no?
Eh, no. Non le avete lette.
In effetti per azzeccarle ci vuole un vero colpo di fortuna.
A oggi (9 luglio 2011) tra i siti in italiano solo 2 (due) pubblicano il comunicato ufficiale della difesa di Gheddafi (avvocato sudafricano Themba Benedict Langa e avvocato italiano Franco Maria Galiani). Su tutto il web la ricerca di “Benedict Langa” + Galiani dà la bellezza di 71 siti. La ricerca “Themba Langa” + Galiani dà 193 siti.
Provate a cercare “Strauss-Kahn” + pappardelle: 2.020.000 siti.
Notizie inutili, ovunque. Notizie importanti, nascoste.
O meglio, coperte dal rumore di fondo.
«Ma i giornali parlano di tutto, my friend. È questo il segreto della libera stampa: le informazioni non sono nascoste, sono coperte dal rumore di fondo. Non ci sono segreti, ci sono notizie insignificanti e altre no.»
Mai come oggi bisogna diffidare e ricercare.
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