Come si manipola l’informazione grazie al digitale

di Glauco Benigni

Premessa
Quanto sto per descrivere risulta amplificato ed esasperato al massimo per lo meno in due casi:

A) nel corso di Guerre classiche o tecnologiche

B) quando si usi Intelligenza Artificiale progettata con tecnologia Computer Vision e si consenta dunque alle “macchine” di analizzare, comprendere, interpretare, modificare o creare immagini fisse o video

La tanto agognata, auspicata, ricercata VERITA’ – relativa a un Fatto/Evento/Accadimento – che è considerata indispensabile per realizzare una narrazione e archiviazione onesta di quanto accaduto, in quei casi  in cui all’origine dei fatti sia rinvenibile l’azione di Umani , è conoscibile – e pertanto utilizzabile – solo alle seguenti  condizioni:

1) Gli Umani che hanno partecipato all’evento, quali organizzatori o soggetti protagonisti, siano disposti a renderla conoscibile
2) Esistano registrazioni audio e filmati , realizzati da diverse punti di capturing, in grado di confermare  testimonianze oneste e prive di interessi di parte.

Ovviamente tali condizioni in caso di guerra non si verificano quasi mai nè tantomeno si verificano se entrano in gioco contese e interessi di parte religiosi, politici, scientifici o commerciali

A seguito di molti dialoghi e confronti sull’argomento Verità/Narrazioni (soprattutto) giornalistiche si giunge a queste conclusioni (in progress)

 

Le otto diverse aree di intervento della manipolazione
Innanzitutto bisogna distinguere 8 diverse aree spazio-temporali in cui avvengono sequenze di azioni, non spontanee ma volute e eseguite da Umani grazie a comunicazioni e/o strumenti meccanici e digitali.

Nota :  eventi e azioni spontanee sono ipotizzabili solo nel’area a)

 a) L’area dellavvenimento del Fatto
In quest’area possono essere rinvenuti:
– testimoni oculari con o senza interessi di parte
– audio-videocamere anonime, amatoriali o professionali , fisse e/o mobili
– audio-videocamere professionali e proprietarie di sorveglianza abituale
– audio video camere professionali, proprietarie e  mobili, da satellite e/o da droni.

E’ l’unica area in cui la caratura di Verità originaria  può essere ancora altissima. Tale tipo di Verità è testimoniabile solamente, da:
– chi ha eventualmente organizzato il Fatto
– dai suoi Primi Testimonii Oculari presenti
– dai gestori/proprietari delle videocamere che puntano sull’area a) installate a Terra, sui Droni e sui Satelliti

Questi “Detentori/proprietari originali” ( a parte i testimoni casuali)  possono però essere “non attendibili” in quanto portatori di interessi di parte e possono o non possono testimoniare Verità originaria ma  Verità privata, cioè interpretata/adattata al variare di tali interessi .

In ogni caso dall’uscita di questa area in poi la Verità originaria ed eventualmente privata, comincia ad assumere la forma di “Narrazione da fonte primaria (una bella definizione, ma … la sua caratura tenderà da quel momento a diminuire).

Per conoscere la Verità originaria, che sarà comunque sempre diversa dalla Verità privata , i Testimoni originali dovranno accettare di testimoniare onestamente e/o bisognerà rendere pubbliche le registrazioni integrali delle videocamere che hanno registrato l’avvenimento, tenendo comunque presente che i diversi punti di osservazioni sono solo “parziali”. Ciò “costa” molto tempo e denaro e non è sempre realizzabile soprattutto a causa degli interessi di parte dei gestori/proprietari delle videocamere.

 Un’altra ipotesi è che, grazie a:
–  videocamere presenti casualmente
– o videocamere gestite da professionisti  senza interessi di parte
si raccolgano sequenze di Contenuto Generato da Utenti (anche anonimi).

In tal caso un’alta caratura di Verità originaria è conoscibile  alle condizioni però che:
– il Tempo delle registrazioni copra in tutto o in gran parte il Tempo dell’avvenimento
– il contenuto filmato venga  diffuso  nel tempo più breve possibile nella Rete Internet , scavalcando la Distribuzione professionale mercantile  delle Agenzie TV e Stampa
– e si alimentino i Social network secondo la procedura del livestreaming .

Nota Bene : La procedura della registrazione e successivo streaming può avere una caratura di Verità inferiore perchè non esclude le azioni descritte nell’area c): il montaggio e gli insert eventualmente estranei al fatto.

 b) L’area della raccolta dati/informazioni utili alla descrizione/ricostruzione del fatto avvenuto
(video, foto, audioregistrazioni di eventuali commenti e dialoghi avvenuti “in loco”, disegni e mappe 2D/3D, etc…) Qui si realizza la Narrazione da fonte primaria. Possono essere presenti solo “professionisti” con o senza interessi diretti.

c) L’area del montaggio dati/informazioni praticato per dare “una forma”
veicolabile dai diversi media : stampa, video, audio, web, grafici, etc… “Realizza la Narrazione secondaria o Verità pubblica” Sono lavorazioni che possono essere svolte solo da “professionisti” , definite edizioni e postedizioni e di solito prevedono modifiche sostanziali grazie a inserimenti di contenuti ( titoli, sottotitoli, sommari, spezzoni di archivio, commenti audio, etc…) nella “Narrazione da fonte primaria”.

 d) L’area della distribuzione del contenuto confezionato o Verità pubblica
La Distribuzione si realizza dalla Fonte a un sistema che veicola contenuti a partner d’affari : satelliti di distribuzione audiovideo digitale verso Tv, camion distribuzione giornali, tralicci e MUX distribuzione radio e Tv digitale terrestre, etc.
Vi si rinvengono solo ed esclusivamente “professionisti” con o senza interessi diretti . Nota Bene : Il Fruitore finale ancora non è entrato in contatto con il contenuto

 Sino a questo passaggio siamo nela macro area a+b+c+d che definiamo di VERITA’   ORIGINARIA o PRIVATA. Da questo punto in poi comincia un processo irreversibile di transmutazione verso la VERITA’ PUBBLICA con conseguente perdita di caratura di verità a favore di falso.
Si entra in una macroaea, che comprende le aree e)+ f)+g)+h) , definibile
AREA della VERITA’ PUBBLICA o AREA del VERO-FALSO

 e) L’area della diffusione della Verità pubblica .
La Diffusione si realizza quando i Media alimentati dalla Distribuzione “mostrano” il contenuto, nelle sue diverse narrazioni, ai fruitori finali: l’Audience di massa.

f) L’area della prima Narrazione pubblica
Qui i Contenuti, declinati nelle diverse Narrazioni, cominciano a circolare disinvoltamente in ogni medium, se circolano in rete web vengono eventualmente condivisi e la loro caratura di vero-falso dipende dalle manipolazioni che hanno subito nella macro area di Verità privata/narrazione secondaria.

Qui si cominciano a misurare gli effetti delle eventuali manipolazioni e si rafforzano o si eliminano aspetti che sono considerati dai Narratori non utili al perseguimento delle loro finalità e agli scopi delle regie sia manifeste che occulte.

 g) L’area dei commenti aggiuntivi alla prima narrazione pubblica
In questa area si scatenano in primis gli opinion makers (pagati o politicamente schierati) per sostenere una o l’altra narrazione. Qui si assiste anche ai commenti degli Esperti (Scienziati, militari, politici, etc…) i quali, più o meno goffamente sostengono o smentiscono una o l’altra narrazione quasi sempre commisurando i loro punti di vista solo con gli elementi già presenti nella Verità Pubblica senza porsi la questione della sua caratura di verità che potrebbe essere già molto bassa .

 h) L’area delle rivendicazioni e/o delle smentite
in cui si manifestano eventualmente gli Autori o i Falsi Autori del Fatto, oppure Professionisti che sostengono di essere in grado di attribuire la paternità o meno dei fatti avvenuti sulla base di analisi specialistiche che solo loro sarebbero in grado di compiere.

La verità al patibolo
È ormai evidente che  Qualcuno, grazie soprattutto alle tecniche digitali e all’uso di AI, è in grado di manipolare la Realtà, pervertire le  informazioni, selezionare le Fonti, censurare, orientare il Consenso Paura e manipolare, cambiare la realtà narrata al fine di “arbitrare”.
Vorrei descrivere in questa sede gli strumenti di base e i metodi con cui la manipolazione si realizza, ovvero le diverse tecniche preliminari attuate grazie a diversi segmenti mediatici per ottenere una “dominante semantica conformista”, cioè un flusso di opinione forzosamente maggioritario che eserciti pressione sulla coscienza pubblica.

Per procedere bisogna distinguere – oltre alle 8 già descritte aree –  per lo meno 4 Elementi fondanti delle Narrazioni.
– i “Contenuti” (Fatti e Narrazioni) e la loro Produzione,
– le azioni di Networking finalizzate alla distribuzione dei Contenuti ,
– gli Scopi delle Regie
– la divulgazione dei messaggi di Spiegazione, Rivendicazione e/o Smentita.


I Contenuti e la loro Produzione
Con “Contenuto”, (ovvero “Significato/Significante”) si intende sia il fatto avvenuto che la sua registrazione/narrazione su supporti riproducibili quali testi, foto, audio, video, grafica e toponomastica 2D e 3D, effetti speciali e virtuali.

Il fatto può anche essere spontaneo-casuale, cioè manifestatosi in assenza di Regia, ma questa ipotesi, nei casi di manipolazione della realtà, è assolutamente remota. C’è sempre una Regia!  Di solito pertanto questo tipo di fatto si verifica: a seguito di progettazione; con soggetti consapevolmente partecipanti che si mescolano a soggetti inconsapevolmente partecipanti; con presenza e gestione di strumenti e oggetti reali che possono però essere sostituiti da strumenti e oggetti virtuali nella narrazione che ne scaturisce.

La narrazione del fatto può avvenire in uno Spazio Tempo reale o già in parte modificato.
In relazione alla produzione e registrazione del Contenuto, molto importanti sono:
– i soggetti osservanti sul luogo o “esperti”
– il loro ruolo e tradizioni  (autorevoli o meno)
– il punto di osservazione.

Il soggetto osservante può essere casuale-spontaneo (per esempio: le persone che filmano con i loro smartphone e commentano spontaneamente); oppure un “professionista” pagato che si trova nella scena per filmare o fotografare altro; ma la Regia della Paura prevede soprattutto un altro tipo di professionista: un giornalista, uno storico,  uno scienziato, un uomo politico, qualcuno pagato che narra in qualità di esperto testimone e/o filma/riassume da una certa angolazione concordata e che eventualmente non diffondera’ o diffondera’ solo in parte il Contenuto osservato o lo diffondera’ a seguito di modifiche.

Lo spettatore medio, ma anche molti giornalisti, non hanno una vera consapevolezza di questo possibile mix di variabili e tendono a non considerarlo.

Ovviamente invece ogni differenza è importante, ma quella fondamentale è che ci sia o meno una Regia. Esistono 4 tipi diversi di regia:
1) la regia fisica (teatrale, militare o paramilitare), ovvero le azioni, le persone e gli edifici/oggetti da gestire e riprendere sul territorio (bombardamenti, lanci di razzi, morti, feriti, spari, esplosioni, inseguimenti, ecc.);
2) la regia delle riprese audiovisive e fotografiche (uno o più punti di capturing/raccolta immagini; uno o più congegni di ripresa), usata specialmente per effettuare postproduzione e ricostruzioni in studio con insert audio e commenti;
3) la regia della distribuzione di quanto narrato e/o filmato (packaging e apparizione del contenuto nelle diverse reti e media);
4) la regia (mediatica e politica) delle rivendicazioni e delle smentite.

Il fatto/narrazione di cui stiamo scrivendo può essere inoltre: “live” o registrato (recorded). Nel primo caso: può essere distribuito immediatamente e integralmente SOLO grazie a live tv broadcasting o live webstreaming (casi molto rari); oppure può essere distribuito immediatamente ma parzialmente. C’è da sottolineare che il concetto di “immediatamente” è teorico e prevede comunque un ritardo che rende il contenuto sempre un ibrido “live – recorded” e può consentire nel passaggio di mano (e di tempo), dall’autore originario a una fonte di distribuzione autorizzata, un intervento di regia.

L’aspetto cruciale comunque è che all’aumentare e al variare di tali passaggi di mano, di tempo e delle autorizzazioni e dei veti a distribuire, si possono giocare molte partite.  È ovvio che più il Contenuto è “live” più si rispetta la massima caratura di Verità, più è differito nel tempo più si rischia “perdita di verità” a discapito del falso.

Il Contenuto “non live”  maggiormente pregiato, è la registrazione video effettuata dalle telecamere di sorveglianza o quello registrato dai satelliti e dai droni. . Certe volte è gestito in modo impeccabile, altre volte no. Ufficialmente per motivi di indagine e di privacy. Questa pratica, rafforza la facoltà di manipolazione .

Nel caso di Contenuti Registrati,  la caratura di Verità comincia a diminuire in maniera proporzionale al variare della quantità e qualità dell’edizione o postproduzione alla quale è sottoposto il Contenuto originario. Le modifiche possibili sono quasi infinite.
Sul tutto, la regina delle modifiche è la colonna audio. È la più semplice da attuare. Ciò è di solito sottovalutato, ma soprattutto le parole a commento o riassuntive di quanto accaduto costituiscono – come vedremo meglio in seguito – un veicolo privilegiato per l’organizzazione di consenso/dissenso di massa.
Concludo l’analisi di questa prima area facendo riflettere su ciò che viene definito abitualmente il montaggio (Edizione e Postproduzione). Tale pratica, consente di MODIFICARE sostanzialmente il Tempo della Testimonianza reale e conseguentemente la percezione e il messaggio complessivo.

Il Networking

Si intendono con “Networking” sia le azioni di diffusione e distribuzione, che le infrastrutture-reti che consentono il trasporto del Contenuto e le “finestre” di visibilità rappresentate dai diversi media.
Ovviamente c’è da distinguere tra il trasporto di Contenuti  a mezzo stampa, via cavo/web o via etere e c’è da distinguere il ruolo dei diversi media che ospiteranno i messaggi.

È evidente che il Networking è in grado di selezionare, censurare e “arbitrare”. È in questa fase che i Fatti/narrazione assumono una forma definita, pensata affinché la loro fruizione ottenga gli effetti desiderati dai diversi soggetti coinvolti nella Regia complessiva.

Il Networking è neutrale e obiettivo? “Quasi mai” ! Perché la neutralità avrebbe costi e tempi politici molto elevati e la manipolazione impone invece tempi compulsivi e modi autoritari e conformisti.

Qualcuno controlla l’etica del Networking? No !Non c’è un’autorità in nessun territorio che si ponga la questione … il controllo coincide con l’«autocontrollo» , ovvero:  interessi, sudditanza dei media e vantaggi politici, commerciali  e/o militari.

La stampa, pur svolgendo un ruolo molto importante, si conferma quale medium poco emozionale/emozionante, autorevole (o falsamente autorevole) e riflessivo. S In ogni territorio di origine, in caso di guerra, svolge funzione di sostegno al perpetuarsi della propria “dominante semantica conformista”.

Le foto e le illustrazioni 2d e 3d, possono svolgere anch’esse un ruolo molto importante, sono infatti facilmente manipolabili e riproducibili, vengono spesso usate dal mainstream quale “immagine di sintesi e sostegno” in favore di affermazioni talvolta esili se non ambigue.

La massima autorità dell’organizzazione consenso/dissenso emozionale di massa resta la TV. Spavaldamente manipola e reimpasta testimonianze e commenti, sia video che audio, anche ormai grossolanamente e talvolta ai limiti del ridicolo.
Per svolgere questo suo ruolo diventano fondamentali gli archivi audiovisivi, una delle grandi varianti storiche che hanno assunto importanza nello scorso secolo. Fino a pochi decenni fa gli archivi potevano essere considerati “fonti” di testimonianze (memoria ad alta caratura di verità ) alle quali accedere per sostenere la ricerca. Oggi sappiamo che tali fonti sono state inquinate con false notizie .

La radio continua a sostenere – diciamo dall’esterno – le affermazioni di stampa e tv anche se il suo ruolo, dal secondo dopoguerra ad oggi, è stato minimizzato.

Giungiamo alla valutazione del ruolo svolto dalla Rete in generale e da alcune sue roccaforti aventi caratteristiche uniche.
Intanto c’è da dire che, nel vasto mosaico della “narrazione/induzione alla  paura”, uno dei ruoli del web è stato quello di sostituire la Cronaca incessante alla Storia. Quindi dobbiamo rilevare una prima forte incidenza del Web sul concetto di tempo percepito. Raramente si ha una vera consapevolezza dell’accesso ai diversi tempi che si può avere grazie al Web.
Di solito le percezioni del tempo nel Web si aggrovigliano, specialmente se relative all’immediato passato. Contemporaneamente all’assunzione di tale ruolo, il Web ne svolge uno complementare: è diventato l’immenso ARCHIVIO della contemporaneità, consultabile sia da qualunque utente periferico che dagli addetti ai lavori. Come già accennato però, non sappiamo più quanto tale archivio sia “costruito spontaneamente” e quanto invece sia “organizzato ad hoc”.
È proprio questo suo ruolo che sta consentendo : consultazione e ricostruzione di fatti, eventi, affermazioni, dettagli fotografici e video, spezzoni audio, ecc., riconducibili ad attori ufficiali ed eventualmente occulti. E inoltre rinvenimento di volti di esecutori, presunti esecutori e testimoni.
Purtroppo la natura di tale archivio, ad un esame attento e onesto, appare caotica e bivalente, essendo il web inevitabilmente infarcito di vero-falso in quanto costruito mirabilmente sia da fonti anonime che da fonti (che si autodefiniscono) autorevoli, ma al dunque fortemente partigiane. Ciònonostante – come vedremo in seguito – si accettano e accreditano rivendicazioni a mezzo Web.

Il Web ha assunto però una funzione che prima non esisteva nella comunicazione globalizzata, una funzione che potenzialmente mette in discussione e sfida tutto il “teatro del mainstream”: consente infatti di svolgere, grazie a blogger e opinionisti, ruoli di sorveglianza non episodici e strutturati e consente altresì di contrastare con una forza misurabile, e in qualche caso con effetti importanti, le affermazioni del conformismo compulsivo, ottuso e dominante.

Tali caratteristiche, sono purtroppo messe in discussione dall’ipotesi di “rimozione” che macro soggetti quali Google and Co. e recentemente l’Unione Europea in ottemperanza al Digital Service Act,   operano per diversi motivi : dal diritto all’oblio, alle Norme delle Comunità dei Social Network fino all’individuazione arbitraria o meno di fake news. Dobbiamo ritenere che ciò avvenga, in tempo di pace ufficiale,  anche a copertura di segreti di Stato, misfatti di intelligence, false testimonianze di varia natura e volgari questioni di business.

Una caratteristica assolutamente innovativa invece quale elemento di cambio del paradigma, è la presenza costantemente in crescita di utenti periferici più o meno anonimi, più o meno professionali che “caricano” testimonianze live e/o registrate direttamente sulla scena degli attentati. Sono i già citati Contenuti Generati dagli Utenti, che certe volte scompaginano la narrazione ufficiale. Purtroppo anche questo può essere un fenomeno bivalente. Non si può escludere infatti che le Regie occulte intervengano”caricando” a loro volta in rete filmati a sostegno di false flags e/o di interpretazioni ambigue.

Scopi e Target
Al di là degli scopi propriamente “mediatici” , che sono banalmente riassumibili nell’accumulazione del maggior consenso/dissenso possibile, esiste inevitabilmente tutta una serie di scopi politici  e militari che variano al variare delle regie:
– la destabilizzazione di territori e quadranti strategici sia locali che internazionali;
– l’assunzione di ruoli e norme che consentono di agire potentemente sui bipoli vero/falso e controllo/libertà
– la generazione di pulsioni di impotenza, sconforto e paura a discapito del target finale: cittadini, elettori, consumatori, contribuenti e loro famiglie.

Tali obiettivi si raggiungono in modo agevolato anche attraverso la comunicazione orale. Quindi dobbiamo immaginare che la gran parte dei media mainstream sia impegnata ad attivare parole d’ordine (“terrorismo”; “pandemia” , “virus”,  “nemico”, “guerra”; “complottismo”, “dietrologia”, ecc.) al fine di ottenere adesioni emozionali nei commenti da bar, da desco familiare, tra colleghi, in autobus , etc…

L’obiettivo consiste dunque nella costruzione di identità (testimonials, politici, scienziati, militari, opinionisti) che, sostenute da immagini e audio circolante nel mainstream, generano assonanza di vedute, empatia e convincimento emozionale profondo, in quanto espresso tra simili legati da affetti e visioni del futuro comune (la famosa difesa dei “nostri valori” che ovviamente variano al variare delle parti).

Rivendicazioni,  smentite e affermazioni autorevoli

La partita più perversa si gioca in ogni caso sul Marchio che rivendica e/o smentisce, sulla sua credibilità e sull’autorevolezza dei testimonials scientifici.

El Pueblo “accoglie” ormai quasi con sollievo la rivendicazione e la “false flag scientifica” per avere almeno la certezza di un nemico individuabile. Circoscritto. Avente un nome. Lo fa per non sentirsi infiltrato e/o circondato da N nemici occulti e invisibili.

Per “credere” però… semplicemente “per credere” alle affermazioni e rivendicazioni di default… servirebbe per lo meno un mix di tre “testimonianze” robuste:
a) i video delle telecamere di sorveglianza (quando ci sono);
b) i video generati dagli utenti (quando ci sono) che si trovano nella scena per caso
c) infine – e SOPRATUTTO – documenti di “rivendicazione vera e propria”, mostrati nei dettagli e inequivocabilmente riconducibile al Marchio e affermazioni di politici e scienziati non collusi e senza conflitti di interesse.

Il mainstream però a tal riguardo non si pone più la questione della credibilità e si limita a titolare o a far leggere dai conduttori delle news affermazioni brutali senza citare la Fonte. Oppure strainvitando nei talk show conformisti  ogni possibile sostenitore delle tesi ufficiali.
La sensazione di  vessazione mediatica è lecita se si considera il gran numero di possibilità di modificare ricostruzioni audio, video e digitali, se si considera che esistono società di produzione audiovisiva, le quali promuovono e offrono spavaldamente interviste e documentari taroccati pieni di morti, feriti, sangue e ogni altro dettaglio utile a renderle assolutamente terrorizzanti e verosimili.

Se non c’è portavoce ufficiale ( specialmente in caso di guerra), firma e marchio riconoscibili, ritualità manifesta nella rivendicazione, luogo di comparsa, permanenza e rintracciabilità della rivendicazione, testimonianze video-live quali telecamere di sorveglianza e video caricati spontaneamente in rete da CGU… se tutto ciò non viene diffuso e mostrato diligentemente dalle Autorità e dai Media ai cittadini… Se al posto di tutto ciò c’è soprattutto maldestra o disinvolta ricostruzione mediatica, l’ipotesi di false flag ne esce rafforzata e alla paura generata dalle circostanze, ancorchè false, si aggiunge la sensazione di rabbia e di inganno, con tutte le conseguenze che ne derivano.

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