di Giovanni Lazzaretti
Risparmiatore e investitore sono figure diverse: il risparmiatore tutela il capitale, l’investitore cerca il rendimento. Oggi si è creata la categoria degli “investitori inconsapevoli”: la banca telefona che hai troppi soldi sul conto corrente; vai dal consulente; chiedi dei BOT; il consulente inorridisce; ti propone prodotti che rendono di più; codifica il tuo profilo di rischio; da quel momento sei in gabbia: riportare le somme sul conto corrente ti farà ribrezzo.
I soldi sono solo i contanti nel portafoglio, tutto il resto è credito. Crediti solidi sono conti correnti, libretti, BOT, BTP, Buoni Postali. Nei “prodotti finanziari” i consulenti assicurano solidità, e l’evanescenza appare solo a crisi avvenuta. La remunerazione della finanza avviene prelevando interessi dall’economia. Il grosso dei crediti stanno nella voragine finanziaria (finanza 1.000.000 di miliardi di dollari; debito degli Stati 200.000 miliardi; PIL annuo mondiale 75.000 miliardi).
E’ un po’ come la prigione-voragine della trilogia di Batman: c’è chi si è rassegnato a rimanerci; c’è chi tenta di uscire con la corda di sicurezza e ripiomba dentro; c’è chi trova la “potente spinta dello spirito” ed esce. La potente spinta per noi è la frase “l’interesse non m’interessa”.
Liberati dalla voragine, potremo scegliere di fare cose nuove. Ad esempio potremmo entrare volontariamente in una nuova voragine. Una “Voragine Virtuosa”. E qui ho bisogno di un esempio concreto.
Immaginate la scuola materna parrocchiale del paesino di San Rocco in Venaria. La scuola è piena, pur essendo in concorrenza con la scuola di Stato che ha rette più basse. E’ una scuola cattolica, ma non è una scuola “di cattolici”: i cattolici a San Rocco in Venaria sono il 10%, ma la scuola raccoglie il 50% dei bambini. 125 bambini; spese annuali 500.000 euro; costo annuale per bambino 4.000 euro. Ottimo, visto che il costo di un bambino nella scuola di Stato (dati del MIUR) è 5.739,17 euro. Le entrate sono 480.000 euro (60% da rette, 20% dal Comune, 10% dallo Stato, 10% da offerte). Perdita 20.000 euro.
Supponiamo che arrivi Mario Monti a “risanare” la perdita. La sua ottica è limitata: taglio delle spese e/o aumento del gettito. Il taglio delle spese significa destabilizzare un modello funzionante (così funzionante che allo Stato costa il 43% in più). Tagli, peggioramento del servizio, genitori che arricciano il naso, calo d’iscrizioni, passivo peggiorato, nuovi tagli, eccetera. Con questo metodo il punto di equilibrio è la chiusura della scuola.
Aumentiamo le entrate? Lo Stato ha calato i contributi da 80.000 euro (2003) a 50.000 (2017): chiedere soldi allo Stato è come cavare sangue da una rapa. Il Comune in 10 anni è passato da 80.000 a 90.000: non c’è da contarci troppo. Le offerte sono su base volontaria: le puoi incentivare, ma non forzare. Restano le rette: aumenti le rette, le famiglie economicamente in bilico rinunciano e passano alla scuola di Stato, ti illudi di crescere, finisci per calare. Dal punto di vista economico non se ne esce.
Ma supponiamo che un gruppetto di persone, che hanno trovato la “potente spinta dello spirito”, siano usciti dalla voragine finanziaria. Potrebbero fare un ragionamento diverso.
«Le scuole paritarie sono 10.000; se tutte hanno una perdita di 20.000 euro lo Stato le può risanare con un contributo globale di 200 milioni (milioni, briciole). Perché lo Stato non lo fa? Perché deve raschiare il fondo del barile per dare 70 miliardi (miliardi, non briciole) annuali ai redditieri. Gli interessi passivi impediscono allo Stato di fare il suo dovere».
«Noi siamo usciti dalla voragine col motto “l’interesse non m’interessa”: possiamo quindi prestare senza interessi e senza scadenza. Quanto prestare? Presteremo la decima delle nostre liquidità, per fare una cosa del tutto tranquilla. Questa cifra la mettiamo nella voragine della scuola. E’ una voragine, perché la scuola non potrà mai restituire la cifra GLOBALE. Ma è una Voragine Virtuosa, perché la scuola dà lavoro a 15 persone e dà soddisfazione a 120 famiglie. La scuola infatti non deve distribuire dividendi, ma deve solo avere un regolare flusso di cassa per pagare subito dipendenti e fornitori».
«Dalla voragine della finanza quando si può uscire? SINGOLARMENTE si può uscire quando si vuole, ma GLOBALMENTE è vietato uscire: un’uscita del 2% degli investitori sarebbe già destabilizzante. La Voragine Virtuosa dovrà copiare il modello: ognuno potrà uscire SINGOLARMENTE, ma non si dovrà uscire GLOBALMENTE».
«Riproduciamo la voragine finanziaria come Voragine Virtuosa! Non il “modello Monti” basato su entrate/uscite, ma il “modello Gesù” del “prestate senza sperarne nulla”. Non “pareggio di bilancio” ma “regolarità del flusso di cassa”: i nostri soldi inutili messi a servizio di una realtà economica funzionante».
Il modello di San Rocco in Venaria è esportabile: auguro a tutti una potente spinta dello spirito.
Giovanni Lazzaretti
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