Articolo molto interessante sui meccanismi violenti della manipolazione psicologica degli individui
Il testo originale e’ ripreso da psicopsiconline.it (link in fondo)
MANIPOLARE UN’ALTRA PERSONA DI MODO CHE QUESTA ARRIVI A FARE, DIRE E PENSARE COSE CHE MAI AVREBBE CREDUTO POSSIBILI È UNA GRAVE FORMA DI VIOLENZA PSICOLOGICA. LA MANIPOLAZIONE PORTA A PERDERE IL CONTROLLO SU SE STESSI, A MODIFICARE LE PROPRIE CREDENZE, I PROPRI VALORI, I COMPORTAMENTI, LE ABITUDINI.
La violenza psicologica è manipolazione. La manipolazione psicologica avviene utilizzando tecniche specifiche, il cui scopo è quello di sottomettere, di controllare la mente. Ovviamente quando parliamo di controllo della mente siamo ben lontani da “trucchi di magia”, ma parliamo di metodi per influenzare il comportamento altrui ampiamente studiati e validati. Manipolare un’altra persona di modo che questa arrivi a fare, dire e pensare cose che mai avrebbe creduto possibili, è una realtà, è una grave forma di abuso emotivo. La manipolazione mentale porta gradualmente a perdere il controllo su se stessi, a modificare le proprie credenze, i propri valori, i comportamenti, le abitudini. Essa porta a spostare i confini della propria zona personale, a perdere i paletti relativi al proprio IO. I soggetti manipolatori sono prevalentemente persone con un disturbo della personalità del cluster B (DSM), spesso personalità miste, con caratteristiche di narcisismo perverso e maligno. Lo scopo di questi individui è assoggettare una persona al fine di ottenere da lei qualcosa di cui necessitano, sia essa soldi, sesso, successo, prestigio.
In specifico, mi riferisco qui alle tecniche di manipolazione messe in atto nei confronti di una partner all’interno di una relazione di coppia.
La vittima prescelta deve arrivare a fidarsi, a stabilire un rapporto stretto, intimo ed è per questo che un manipolatore utilizzerà tutte le strategie migliori, spenderà tempo ed energie per costruire tale rapporto. Lo scopo è sedurre, determinare un senso di fiducia, di accoglienza. Ovviamente nulla sarebbe possibile se la truffa fosse chiara alla vittima da subito! I termini utilizzati per indicare le tecniche di “lavaggio del cervello” sono spesso in lingua inglese, poiché sono state studiate negli Stati Uniti da esperti quali Robert Hare, George Simon e altri e a volte impossibili da tradurre. Ne farò cenno, premettendo che per ognuna di esse potrebbe essere scritto un articolo a sé, allo scopo di mostrare cosa sia in concreto la manipolazione mentale.
LOVEBOMBING
Soprattutto durante il primo periodo, la donna viene adorata, riempita di lusinghe, di attenzioni, con la capacità di far sentire unici, compresi, accettati. I manipolatori hanno la capacità di inserirsi nel “mondo” dell’altro, carpirne le preferenze, le passioni e adattarvisi totalmente. La vittima viene posta al centro dell’attenzione, qualsiasi cosa faccia e dica viene elogiata, la si fa sentire una persona prescelta e speciale, come fosse unica: nessuna è uguale a lei, brava come lei, ha le sue qualità. Essi lusingano, seducono verbalmente e con contatti corporei carichi di (falso) affetto, baci, abbracci, carezze, coccole. L’interesse dimostrato appare genuino. Lo scopo principale è, come accennato, creare un legame affettivo, soprattutto fiducia.
RISPECCHIAMENTO
Strettamente collegato al primo elemento di idealizzazione, vi è la tecnica definita “rispecchiamento”. Il manipolatore, al fine di adescare e far innamorare la preda prescelta utilizza l’imitazione del comportamento, del linguaggio non verbale, dei gesti, della postura, della mimica dell’altro. Ne copia anche il modo di parlare, l’uso di alcuni termini del suo linguaggio. Si appropria delle preferenze e passioni della vittima creando in lei un senso di affinità, di unione. In questa fase la vittima si rende vulnerabile raccontando fatti personali, segreti, preferenze, che verranno dapprima utilizzate per creare il rapporto e poi per screditare e ferire toccando i punti più sensibili.
GASLIGHTING
E’ un comportamento manipolatorio messo in atto dall’abusante mirato a far dubitare l’altra persona di se stessa, della sua capacità di giudizio e del suo grado di contatto con la realtà fino a sentirsi confusa, sbagliata, in errore. E’ molto difficile da individuare e soprattutto da dimostrare a causa all’abilità del manipolatore di mentire e di rendere succube la partner che arriva a credere di essere matta. La vittima si sente minimizzata, è costantemente in secondo piano, i suoi sentimenti, le sue percezioni, i suoi ricordi sono messi in discussione al punto che si chiede se non stia davvero impazzendo. Questa tecnica mina l’intera percezione della realtà. Il gaslighting fa dubitare dei propri ricordi, percezioni e giudizi, gettando emotivamente e psicologicamente in una condizione di disequilibrio.
Chi manipola usa una varietà di tecniche sottili per minare e mettere in dubbio la realtà dei fatti. Queste includono, ad esempio:
- Screditare facendo credere ad altre persone che la partner è irrazionale o instabile.
- Cambiare argomento durante la conversazione.
- Minimizzare e banalizzare i sentimenti e i pensieri altrui, acquistando sempre più potere.
- Negazione ed evitamento. Affermando che non ricorda, che l’altro mente, che inventa, che non capisce nulla, il partner narcisista crea dubbi e confusione.
- Distorsione e ricontestualizzazione. Egli distorce ciò che viene detto, lo rigira a suo favore, ne modifica il contesto.
TRIANGOLAZIONE
La triangolazione è uno dei modi attraverso cui il manipolatore controlla le emozioni di un’altra persona, si sente potente perché dalle sue parole scaturisce la reazione emotiva dell’altro. E’ la situazione in cui due persone vengono messe l’una contro l’altra da una terza che mente ad entrambe in modo da creare attrito e portare la vittima in uno stato di confusione, dove niente è distinguibile come vero o falso. Il soggetto narcisista/psicopatico coinvolge una terza parte (a volte più di una) per portare il caos nella relazione. La terza parte può essere un partecipante disponibile o potrebbe non essere consapevole del fatto che viene utilizzata in questo modo. Una terza parte può anche essere un frutto dell’immaginazione del manipolatore, interamente inventata. Indipendentemente da ciò, la terza parte sarà solitamente qualcuno a cui la vittima è improbabile si avvicini al fine di corroborare/smentire la storia del narcisista, a meno che sia proprio questo che egli vuole. La triangolazione è spesso usata per creare gelosia, sospetto, insicurezza. Il manipolatore può sedersi e guardare il dramma che ha creato, o per aumentare il risultato può piombare dentro il triangolo e prendere una parte contro l’altra, apparendo come un eroe a una e causando rabbia o gelosia all’altra. Potrebbe agire in privato a supporto di entrambe le parti, mentre queste si massacrano a vicenda. Le possibilità sono infinite e tutto questo è un gioco che li fa sentire potenti.
TECNICA DEL FUTURE FAKING
Nell’ambito dell’ innata capacità di mentire dei soggetti narcisisti perversi e maligni, i “future fakes” (grossolanamente tradotto finti futuri) sono fatti proposti al fine di ingannare la partner creando in lei false aspettative. Non vanno confusi con le promesse non mantenute, anche se vi assomigliano, essi possono concernere situazioni più o meno importanti e coinvolgenti nella vita della compagna. Possono andare dall’organizzazione di una cena, di un fine settimana, a una vacanza più lunga, una prospettiva di cambiare casa, fino alla proposta di convivenza o dell’avere un figlio. Non si tratta di desideri o di sogni ad occhi aperti, ma di veri e propri progetti, spesso definiti nei dettagli, ma che non si realizzeranno. La partner, inconsapevole e convinta di avere a che fare con una persona sana, si organizza di conseguenza, fino a trovarsi in guai seri quando il fatto non si realizzerà. In alcuni casi “minori” saranno disagi: appuntamenti mancati all’ultimo minuto, viaggi disdetti un’ora prima, biglietti di concerti non utilizzati, prenotazioni di alberghi, biglietti aerei disdetti all’ultimo. Con il passare del tempo la partner non saprà mai quando un fatto è vero o no, ritrovandosi a non sapere come agire, vive in un continuo stato di dubbio e incertezza.
INTERMITTENZA
L’elemento centrale per definire sia l’abuso narcisistico sia la sofferenza che ne deriva è l’intermittenza. Una relazione in cui il buono e il cattivo, l’adulazione e la denigrazione, gli apprezzamenti e le critiche si alternano costantemente è senza dubbio una relazione tossica. Inoltre, la causa principale della sofferenza nella persona vittima di violenza è l’alternarsi di momenti d’oro e momenti infernali poiché da questo deriva sia la dipendenza sia la dissonanza cognitiva. Voglio ricordare un tipo di condizionamento studiato dallo psicologo americano B.Skinner e che ci permette di comprendere cosa ci accade durante la relazione con un manipolatore. Skinner effettuò questo esperimento: mise in una gabbietta un topo, in presenza di una levetta. Nel primo caso il topo premendo casualmente la levetta riceveva del cibo, il topo continuava le sue attività, sinchè, avendo fame, si avvicinava alla levetta, la premeva e otteneva il cibo. In un altro caso, un topo messo nelle stesse condizioni non otteneva nulla premendo la levetta. Il topo ben presto si disinteressò alla levetta. Ora veniamo al nostro caso. In una terza situazione il topo riceveva il cibo premendo la levetta, ma dopo questo primo periodo di condizionamento, la situazione venne modificata: il topo poteva o no ricevere la pallina di cibo, del tutto casualmente. Cosa accadde? Il topo si ossessionò nel premere la levetta, smise di fare qualsiasi altra cosa per rimanere attaccato alla levetta in attesa di quel cibo che inizialmente riceveva sempre, questa situazione si chiama “rinforzo intermittente”. Anche quando gli sperimentatori smisero completamente di erogare cibo, il topo rimase accanto alla levetta, fino a lasciarsi morire. Dopo il periodo di idealizzazione (rinforzo positivo), inizia la svalutazione, il manipolatore dà molto meno e a caso ciò che desideriamo. Al momento dello scarto cessa completamente di “erogare cibo” affettivo. Noi che facciamo? Siamo state condizionate e ci comportiamo come il topo dell’esperimento: continuiamo a stare lì in attesa della pallottola che, prima arriverà sempre meno e in modo casuale, poi non arriverà più. E’ scattata la dipendenza, siamo diventate dipendenti da quella situazione e la continuiamo a cercare illogicamente, in modo continuo, fino a morirne. Il narcisista perverso o lo psicopatico crea appositamente la situazione, condiziona fino a rendere schiave. Nulla di “malato”, nulla di “folle” nella cavia, ma uno sperimentatore sadico e perverso che gode nel farla soffrire, nel sottometterla e portarla a morire di dolore.
MENTIRE
La menzogna è la caratteristica imprescindibile del manipolatore. I narcisisti maligni mentono per adescare, per avere il controllo, per ottenere ciò che desiderano, per soddisfare i loro bisogni, per divertimento, per disprezzo della verità, per creare una maschera, per nascondere le loro reali intenzioni. La bugia, per il narcisista, è uno strumento di lavoro. La bugia è la distorsione della verità con cognizione di causa e competenza, con un obiettivo, con l’intenzione di ottenere qualcosa. Lo psicopatico è un bugiardo patologico, come scrive Cleckley, “mostra uno spiccato disprezzo per la verità; non dobbiamo credere alle sue storie del passato, alle promesse per il futuro e alle intenzioni del presente”. Mentire alimenta il narcisismo di questi individui, poiché li fa sentire superiori, in grado di condizionare, di far provare a loro piacimento emozioni, illusioni, speranze, come un burattinaio muove i fili della vita di altre persone. Questo li fa sentire più astuti, più intelligenti, in grado di truffare senza essere scoperti. Essi non danno valore alla verità, soprattutto gli psicopatici hanno verità soggettive, fugaci, valide “per ora”. S. Forward scrive che queste persone disturbate non provano vergogna, non sono perciò spinti ad essere onesti. Non rispettano le regole sociali e morali, per loro non sbagliano mai. Usano la menzogna per far accettare agli altri la loro versione dei fatti, che per loro è l’unica a contare.
COMUNICAZIONE
Con un manipolatore la comunicazione non è diretta: chi maltratta non utilizza un linguaggio chiaro e diretto, ma tortuoso e indiretto. Non risponde alle domande, oppone il silenzio, rifiuta il dialogo, nega l’esistenza di conflitto. Non c’è una comunicazione efficace con loro: il manipolatore non dà rilievo al messaggio che riceve, più il messaggio è importante più c’è disattenzione da parte sua. Manipola la conversazione tramite tecniche tipo PNL che usa in modo naturale, ad ottenere un effetto ipnotico. Un narcisista perverso o maligno manipola con una conversazione ambigua e paradossale. Tipico è il cosiddetto “doppio legame” (double bind) che indica una situazione in cui la comunicazione tra due individui uniti da una relazione emotivamente rilevante, presenta un’ incongruenza tra il livello del discorso esplicito e il livello detto metacomunicativo (non verbale, gesti,…). Come osserva lo psichiatra argentino Marietan, il narcisista perverso o lo psicopatico conosce profondamente l’enorme valore manipolatorio delle parole, fin dove può arrivare la loro suggestione: sa metterle nel momento esatto in cui avranno il maggior peso e sa ometterle quando il silenzio fa più male. Egli parla, ma molte volte non informa. Lo psicopatico sa occultare tutto a prescindere dalla curiosità della partner, con questi individui la trasparenza è impossibile. Il narcisista non gioca mai a carte scoperte, la partner, invece (purtroppo), svela tutte le sue carte e quello che ha rivelato verrà usato contro di lei.
Un soggetto narcisista avrà gioco facile nell’utilizzare quelli che in PNL vengono definiti “comandi nascosti” e che fanno parte dell’ipnosi conversazionale (vedi R. James). Si tratta di un uso strategico del linguaggio per oltrepassare le difese consce e inconsce dell’interlocutore, di modo da convincerlo, persuaderlo, guidarlo nelle scelte. La vittima non si accorge che in questo modo vengono superate le sue resistenze, i suoi freni, i suoi valori. Questi comandi ipnotici non vengono riconosciuti dalla parte razionale della mente, ma raggiungono la parte subconscia, mimetizzandosi nella conversazione.
Questo accenno alle tecniche di manipolazione ci mostra come esse siano una delle principali cause del senso di confusione e di dissonanza cognitiva della donna abusata.
Arriva un momento, infatti, in cui i pezzi del puzzle cominciano ad andare al loro posto e si inizia a comprendere che si è state un giocattolo a cui si è fatto credere di tutto dalle piccole cose all’amore e non ci si capacita che la perversione e la malvagità esistano e abbiano lasciato ferite più profonde di un coltello.
Le ferite hanno il nome di Sindrome da abuso narcisistico.
(Articolo a cura della Dott.ssa Mina Rienzo, Psicologa-Psicoterapeuta)
Articolo originale:
https://www.psiconline.it/articoli/relazioni-coppia-famiglia/violenza-psicologica-e-tecniche-di-manipolazione.html
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