Rilanciamo nel nostro blog questo articolo di data base Italia sulla penetrazione nelle Istituzioni Europee delle ONG di miliardari filantropi (o presunti tali)
Quando abbiamo esaminato più da vicino il background dei giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo, non avremmo mai immaginato di fare delle scoperte tanto preoccupanti
Dopo un’indagine di 6 mesi, partita nel 2019, è stato pubblicato un importante RAPPORTO (appendici disponibili qui ) che delinea la vastità del rapporto tra ONG e giudici CEDU, nonché i problemi e i conflitti di interesse che ne derivano.
Abbiamo identificato sette ONG attive presso la Corte e hanno giudici tra il loro ex personale. Almeno 22 dei 100 giudici che hanno prestato servizio dal 2009 sono ex dipendenti o leader di queste sette ONG.
Tra queste, l’Open Society Network di George Soros si distingue per il numero di giudici ad essa collegati (12) e per il fatto che finanzia di fatto le altre sei organizzazioni individuate in questo rapporto.
La potente presenza dell’Open Society e dei suoi affiliati è problematica in molti modi. Ma ancora più grave è il fatto che 18 dei 22 giudici sono stati giudicati aver prestato servizio in casi avviati o supportati dall’organizzazione a cui erano precedentemente associati.
Abbiamo identificato 88 casi problematici negli ultimi 10 anni. Solo in 12 casi i giudici si sono astenuti dalla seduta a causa del loro legame con una ONG coinvolta.
E questa è una valutazione bassa che non tiene nemmeno conto degli stretti legami finanziari tra le ONG. Ad esempio, non abbiamo identificato tutti i casi che coinvolgono altre ONG finanziate dalla Open Society Foundation, né abbiamo identificato tutti i casi in cui un giudice di una ONG finanziata dall’OSF si è pronunciato nei casi in cui quella fondazione ha agito.
Questa situazione è grave e mette in discussione l’indipendenza della Corte e l’imparzialità dei giudici. Questi conflitti devono essere risolti immediatamente.
La nostra relazione formula proposte a tal fine. In particolare, si dovrebbe prestare maggiore attenzione alla scelta dei candidati alla carica di giudice evitando la nomina di attivisti. Il rapporto fa anche proposte per garantire la trasparenza degli interessi e dei legami tra richiedenti, giudici e ONG e per formalizzare le procedure di espulsione e squalifica.
Consapevole del valore del sistema di protezione dei diritti umani in Europa, l’ECLJ spera che questa relazione venga accolta come un contributo positivo al miglior funzionamento della Corte.
A seguito di questa relazione, l’ECLJ ha deciso di deferire formalmente la questione all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in conformità con l’articolo 67 del suo regolamento, che prevede un’efficace procedura per le petizioni.
Questa Assemblea è incaricata dell’elezione dei giudici, ha potere di indagine e può formulare raccomandazioni ai rappresentanti dei 47 Stati parti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ai quali abbiamo anche indirizzato questo rapporto.
Abbiamo bisogno del vostro sostegno per tutelare l’indipendenza della Corte europea e l’imparzialità dei suoi giudici.
https://eclj.org/geopolitics/echr/conflits-d-interets-entre-juges-et-ong
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