di Massimo Bordin
E mentre l’esercito degli antitaliani che quotidianamente sfogano su twitter i loro infantili istinti repressi contro il cattivo paese che non li avrebbe sufficientemente gratificati da piccoli, la tedeschissima Deutsche Bank crolla miseramente in Borsa con un rischio default che supera quello dello stato italiano. Oggi il titolo germanico esce persino dall’indice internazionale Eurostoxx 50.
Come non sapete di che si tratta? E’ solo la più grande banca tedesca, anzi, europea: un mostro che presta soldi potenzialmente a 82 milioni di abitanti, capofila di una nazione che guida la Ue e che ci ordin di fare (a noi…) i compiti a casa. Vi sfido a trovare googlando o sui giornali italiani articoli approfonditi e che mettano in giusto risalto l’incredibile situazione di Deutsche Bank. Se una banchetta con 5 sportelli del credito agricolo di Vergate sul Membro in Brianza ne chiude uno, da Bruxelles a Londra tutti si stracciano le vesti e parlano di un paese fallito, in svendita, sul quale non bisogna investire nemmeno un soldo bucato. Se Deutsche Bank va verso la chiusura, tutti a fare spallucce. Dopo pesanti tagli al personale e trimestri catastrofici sono arrivati gli aumenti di capitale, già bruciati. La banca tedesca sono ben 4 anni che chiude in perdita e la Merkel proverà la fusione con qualche altro colosso tedesco, come commerzbank, nella speranza di salvare capra e crauti.
Perchè succede questo? Cosa hanno fatto di così malvagio gli amministratori del maggior istituto europeo per meritarsi questa fine? Semplice: si sono negli anni trasformati da banca commerciale a banca d’investimento speculativo. Abbandonati i grandi investimenti industriali grazie al clima di deregulation, dagli anni 90 DB ha iniziato coi derivati e le solite menate alla Lehman Brothers ed i risultati arrivano oggi, con una crisi di liquidità senza precedenti. Se l’euro crollasse nell’anno del Signore 2018 – cosa assai improbabile – la causa andrebbe cercata nei tedeschi di Deutsche Bank, e niente altro.
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