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Non so se avete capito, è l’inizio della fine
Il più grande contagio, alla base dell’era moderna, si chiama scientismo: ha fatto sì che uomini ed istituzioni coltivassero il fideismo per la scienza, ben oltre le avvertenze degli stessi uomini di scienza più equilibrati, onesti e saggi, che hanno sempre mostrato come la vera scienza, pronta a mettere in discussione ogni suo conseguimento, non possa mai diventare dogma atto a sminuire ogni altro sapere.
Da questo, abbiamo un inevitabile, “pragmatico contagio”: consiste nel miraggio di una cultura materialista e tecnicista, chiamato “progresso”, che investe la sfera politica determinando le sue direttrici.
Questo contagio ci fa pendere dalle labbra di “tecnici” ed “esperti”, soprattutto se resi popolari e “simpatici” perché cooptati da media, industria privata, politica ed interessi vari.
L’altro grande contagio è quello della paura: data la nuova e “progressiva” cultura materialista viviamo con uno sgomento strisciante ed inconfessato che ci tiriamo dietro fino alla fine del corpo, ci fa vivere con l’ansia del domani, mentre si fa anche sostanza dell’oggi.
Sulla paura si basava il potere “spirituale” quando diventava “temporale”, paura che imperversa, ormai da troppo tempo, nelle morenti “democrazie” Occidentali.
Di conseguenza, abbiamo l’altro grande contagio: trae la sua “sostanza” proprio dalla paura, un’epidemia spesso più corrotta e devastante che si salda con il contagio operato da una politica socialmente disonesta, pragmaticamente inefficiente, intenta a seminare il virus della divisione sociale, ideologica e classista: sto parlando del grande contagio operato dai media.
Il principale prodotto della corporazione mediatica è un intrattenimento spesso demenziale e fintamente “realistico”, abbinato ad una politica-spettacolo apparentemente “vicina” all’audience: media e politica nascondono i vari conflitti di interesse con Stati ed organismi stranieri, logge e corporazioni private, finanziarie e tecnologiche di vario tipo.
La strategia per “affrontare” il coronavirus, è così imposta sull’onda del terrore mediatico, una “difesa” tutta paura, statistiche, allarmi, precauzioni, leggi, regolamenti e tecnicismi: un “fermare” che avrà esiti più catastrofici, come già stiamo vedendo, di quelli del virus stesso.
Un virus sul quale fornirò, alla fine dell’articolo, utili ed importanti chiavi di lettura atte a riconsiderare tutta la faccenda, basate su input di fonti alternative meno compromesse con il sistema dei media.
I fattori sin qui esposti, sembrano quindi impedire il formarsi dell’unica vera “medicina” per il virus.
Tutta la tensione procurata dal sistema ci fa dimenticare la vera difesa che passerebbe, innanzitutto, dalla consapevolezza di poter affrontare il problema da una posizione di relativa tranquillità, data da una reale comprensione e “dimensionamento” del fenomeno.
La vera immunità di gregge, la vera terapia, sarebbe principalmente la condizione che non ci farebbe ammalare: quella data dal sapere lo Stato finalmente “nostro”, intenzionato a rispondere al problema in modo tranquillo ed informato, perché ricco di mezzi che, in quanto Stato sovrano rappresentante di una grande, produttiva e creativa comunità, non dovrebbe chiedere ad alcuno.
L’ultimo contagio che vorrei mettere sul piatto, senza con questo intendere l’assenza di altri, per non andare molto in là con i discorsi, è quello direttamente collegato alla “scarsità”, all’apparente indisponibilità di “mezzi”: è il contagio, tutto tecnicistico-ideologico, che ci impedisce di vedere le colossali finzioni relative al denaro.
In un mondo governato dalla finanza e dalla tecnologia, regna l’idea che, per funzionare, gli Stati debbano indebitarsi con le banche, soprattutto se estere ed appartenenti agli immensi e potentissimi fondi speculativi.
Non capiamo che intorno a denaro e finanza si sono creati miti imperscrutabili… ci affidiamo all’oracolo Borsa come primitivi in cerca di buoni auspici, mentre non capiamo che siamo noi stessi a fornire le armi a banche e fondi speculativi, con i nostri risparmi resi incerti da una politica collusa.
Nell’habitat qui descritto è assai facile che le corporazioni farmaceutiche, facenti capo agli stessi soggetti che manovrano finanza, monete e tutto il resto, avranno sempre più buon gioco a determinare i nuovi modus vivendi di “Salute Pubblica”, a cui la politica si prostrerà senza fiatare.
Possiamo già vedere come la questione “salute pubblica” si stia rivelando molto più televisivamente “presentabile” e coinvolgente, anche rispetto a quella del terrorismo, troppo sanguinolenta, che resterebbe comunque a disposizione ove la paura sanitaria si indebolisse.
Vista la forza dei contagi qui descritti, si capisce come cultura e politica non siano riuscite a sviluppare delle vere difese immunitarie, che pur hanno tentato di mettere in campo con la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo.
Come possiamo vedere in questi giorni, e come vedremo meglio in seguito, ciò determina tutta una serie di conseguenze politiche e sociali che stanno portando, inevitabilmente, ad un regime di controllo sempre più stringente e illiberale, tragicamente introiettato dalle confuse coscienze di un popolo stordito.
Se vi aggirate circospetti, “brandendo” una mascherina dal dubbio valore, ma guardando con occhi di fuoco chi ne è sprovvisto siete già contagiati: il virus televisivo ha fatto egregiamente il suo lavoro.
Se vi “armate” della ridicola autocertificazione senza pensare che, piano piano, dimenticherete come la strada chiedesse solo di essere calpestata, l’aria respirata… sopportate di buon grado il lasciapassare, finché non ci daranno l’agognato riconoscimento facciale 5G… come in Cina!
Se vi affacciate dal balcone felici di “meritare” il piccolo show condominiale, so che non alzate ciglio mentre vi si dice che si continua a svendere il Paese e la vostra vita alla finanza, proprio non lo capite, non ricordate come un tempo il senso civico si studiasse a scuola… altro che ridicole, ma “progressive”, teorie gender!
Quando la UE “apre” la borsa ed esprimete un sospiro di sollievo, so che non vi passa per la testa di chiedervi: “Beh… se era così facile, perché tutti gli anni di crisi, i suicidi, la disoccupazione, i ponti che crollano, perché la distruzione della Grecia?”.
La realtà sta cambiando sotto i nostri piedi malfermi, giorno dopo giorno le coordinate si spostano, i lacci si stringono ed abbiamo sempre meno possibilità, è ora di rendercene conto.
È ora di capire che non c’è più tempo per intellettualismi ed analisi profonde e ponderate… come se non fosse già stato scritto abbastanza dalle culture dell’uomo, come se non fosse già stato tutto previsto!
Non c’è altra strada se non la politica, l’unico ambito che potrebbe, se consapevole e condiviso, tentare di scartare tutte le trappole di un mondo che sta perdendo le coordinate che conoscevamo, i valori che le nuove generazioni, se non aiutate, mai sapranno.
Se non riusciremo a creare un’azione politica votata all’obiettivo di inoculare nel tessuto socio-culturale, nella scuola, nei media e nelle Istituzioni una sana pratica dei diritti umani e sociali, da sottoporre al vaglio elettorale, periremo a causa del virus di comportamenti “politicamente corretti”, pubblici e privati, infettati dal contagio.
Gli anticorpi stanno finendo.
Qui e qui due fonti autorevoli sul coronavirus, alternative al terrorismo di sistema.
Qui un video che pone delle interessanti ed inquietanti domande.
Qui un articolo che ci fa vedere il mondo verso cui stiamo probabilmente andando: se un’istituzione così autorevole mette in campo certe cose possiamo star sicuri che non è solo un esercizio intellettuale.
Qui un programma di azioni politico-economiche da Guido Grossi, sul giornale di Sovranità Popolare nel quale a volte scrivo anche io. È immediatamente realizzabile, se solo ci fosse la volontà politica, sarebbe tutta un’altra scena, un’aria assai più respirabile per ogni uomo e donna che formano il nostro splendido Paese.
Qui un “mini saggio” in cui, partendo dal “caso Bibbiano”, cerco di delineare, in maniera sintetica, la sostanza dei maggiori problemi sociali, culturali e politici della nostra epoca.
Farsi un’idea alternativa delle questioni sul tappeto è doveroso, non si può coltivare la libertà di pensiero se non si esce dai comodi binari che portano al telecomando.
https://www.massimofranceschiniblog.it/, 20 marzo 2020
qui il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani
fonti immagine: Wikimedia Commons
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