di Guido Grossi
L’obiettivo di perseguire la stabilità del rapporto fra le forze politiche che si impegnano a sostenere il governo, è comprensibile. E questo è il senso del “Contratto” fra M5S e Lega, e del collegato Comitato di Conciliazione.
Rappresenta anche la continuazione ideologica della forte volontà del M5S di introdurre nella prassi politica IL VINCOLO DI MANDATO.
Che però è vietato dalla Costituzione.
Il “vincolo di mandato”, in parole povere, vuol dire questo: io ho preso i tuoi voti in base al programma elettorale che ti ho proposto, e interpreto quel voto come un “mandato” ad eseguire QUEL programma, e non altro.
Sounds good ! Dà il senso della responsabilità a rispettare impegni presi.
“Sounds”, però, vuol dire “sembra”. E, se sembra, non è detto che “sia”, veramente good. Vediamo.
I programmi cambiano, INEVITABILMENTE.
Primo, perché sono per definizione elaborati da una parte (un partito) e devono essere quindi necessariamente conciliati nel gioco del confronto democratico con i programmi di altre parti della comunità (altri partiti). Il programma elettorale del M5S sta, infatti, già cambiando radicalmente per poter essere conciliato con quello della Lega (N.B.: se l’accordo fosse stato fatto con il PD, i cambiamenti sarebbero andati in altra direzione!). L’idea di farlo rivotare dalla base, tende a ristabilire rapporti di correttezza (formale) fra i negoziatori con la base del movimento (qualche decina di migliaia di persone). Ed è cosa apprezzabile. Ma come si riconcilia il patto con gli elettori, che sono molti milioni di persone? Purtroppo, non può arrivare risposta, a questa domanda. E sarebbe veramente utile che base e simpatizzanti del Movimento si ponessero con onestà intellettuale il quesito.
Secondo, perché la realtà è diversa dall’immaginazione, e quando metti in pratica il progetto che hai concepito a tavolino, soprattutto se non hai una lunga esperienza, scopri difficoltà ed ostacoli che non avevi immaginato; ma puoi scoprire anche opportunità, che non avevi immaginato. E’ quindi giusto e saggio apportare continuamente modifiche al programma originario.
Terzo, perché la realtà socioeconomica nella quale siamo costantemente immersi cambia continuamente, ed è anche fatta di in una rete di RELAZIONI internazionali che ci strattona da tutte le parti ed è anch’essa in continuo movimento, che non può e non deve essere ignorato. E’ giusto e saggio tenerne conto.
I programmi politici di legislatura DEVONO essere costantemente MODIFICATI. Inevitabilmente.
Di conseguenza, ogni patto, Contratto, Comitato, pur essendo comprensibile, è e resta illusorio. Se non cambi direzione quando trovi un ostacolo, ti fai male!
Quindi, sapevatelo: SARA’ COMUNQUE VIOLATO.
Ma, allora, come si fa a rispettare il “mandato elettorale”, che pure ha un senso, ed un senso importante, se inteso come responsabilità a mantenere un impegno?
Si fa riscoprendo un faro. Una luce che nella confusione e nelle nebbie della realtà complessa e mutevole, rappresenti una guida ed un approdo sempre sicuro.
E quel faro esiste già, ed è potente. Però è offuscato, nell’immaginario collettivo, da un sistema mediatico senza spina dorsale e prassi politiche nei partiti che (NON) ci rappresentano e sistematicamente lo ignorano: la Costituzione della Repubblica Italiana.
Quello sì che è un contratto!
I cittadini italiani non lo sanno, ma quello è anche un Programma politico. Ma non di breve termine, di legislatura. E’ un progetto pensato per durare nel tempo. Sebbene non perfetto (siamo divini, ma anche un po ‘umani), è anche un meraviglioso progetto politico.
ATTENZIONE ATTENZIONE: è un programma che SI OCCUPA DI TUTTI, e non di una parte!
E’ naturalmente flessibile, per consentire l’adattamento alla realtà che cambia, ma allo stesso tempo e’ preciso nell’imporre paletti che non devono essere superati.
ANCORA ATTENZIONE : sul piano sia squisitamente giuridico che politico, QUEL PATTO, E NON ALTRI, E’ PIENAMENTE VINCOLANTE.
(fra l’altro, non c’è “Trattato” che tenga!)
E’ per questo che i rappresentanti eletti e nominati GIURANO sulla Costituzione.
Che poi siano prevalentemente spergiuri (come dimostra senza tema di smentita il sostanziale tradimento di quel progetto da parte di tutte le forze politiche in campo negli ultimi decenni) è un fatto che merita la valutazione politica ed etica sull’attuale classe dirigente, ma non modifica il piano del dover essere.
Il DIVIETO DI VINCOLO DI MANDATO protegge la Costituzione. Vincola i rappresentanti ad attuare quel progetto, e non altri. Naturalmente adattandolo attraverso la legge ordinaria ed i programmi di legislatura alla realtà che cambia, ed al diverso gioco delle proposte politiche in campo.
IL VINCOLO DI MANDATO, invece, finisce per proteggere i partiti. I programmi di parte. Vorrebbe legare i rappresentanti a rispettare impegni presi nei confronti di pochi, e non di tutti.
Nota bene : il non partito, con un non statuto, nato contro la forma partiti, rischia di finire (inconsapevolmente) per tutelare proprio gli interessi della forma “partito” che voleva superare!
Anche su questo aspetto iscritti e simpatizzanti del Movimento dovrebbero riflettere, e a lungo.
In conclusione. LA VERA DOMANDA che i cittadini dovrebbero porsi, per capire e valutare quello che sta succedendo, è la seguente:
Le proposte sulle quali M5S e Lega stanno ragionando, attuano il programma costituzionale?
Pongono le condizioni affinché TUTTI possano partecipare al progresso materiale e spirituale della comunità, attraverso UN LAVORO tale da permettere “la piena realizzazione della persona umana”, e quindi necessariamente non alienante, non competitivo, riconosciuto da una remunerazione tale da garantire una esistenza libera e dignitosa a sé ed alla propria famiglia?
Garantiscono il pieno rispetto dei Principi Fondamentali?
Attuano il modello economico, che IMPONE alla Repubblica di intervenire nell’economia, col fine di garantire nella sostanza il rispetto dei diritti scritti sulla carta?
Richiedono il rispetto sostanziale dei doveri dei cittadini?
Il rispetto della libera iniziativa economica e della proprietà privata, sono condizionate e subordinate, come previsto e scritto, al prevalente interesse pubblico?
… e così via..
Leggete la Costituzione, articolo dopo articolo, e confrontatela col Contratto.
Se non c’è coerenza, di quel contratto non ce ne facciamo nulla.
Se c’è coerenza, e poi il progetto non venisse applicato, di quale magra soddisfazione dovremmo accontentarci, nel sapere che ci sarà stata, fra l’altro, anche la violazione di un accordo privato fra parti politiche?
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