DAL CONATO PER UNA CONSULTAZIONE INFAME, UNA STORIA ANCORA DA SCRIVERE

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Un po’ di creatività è sempre un’ottima medicina, anche per i “disturbi sistemici”.

Qui il video dell’articolo

 

Di Massimo Franceschini

 

Articolo pubblicato anche su Sfero

 

Nel giorno elettorale, per fuggire dal voltastomaco di una consultazione regalata ai collaborazionisti, ho iniziato a condensare un concetto, una sintesi che è insieme analisi e percorso.

Tutti dovrebbero leggerlo, prima che le misure invernali del nuovo governo facciano svanire riferimenti e speranze costruite dai più nei talk della politica-spettacolo.

Per trovare i giusti snodi dovevo partire da lontano, ma anche tenermi estremamente asciutto, per non perdere il particolare fascino che possono avere le necessità ultimative.

Buon viaggio e buona riflessione.

 

Gli effetti della MODERNITÀ sull’uomo:

il materialismo lo ha reso insensibile alla trascendenza;

la separazione dei saperi lo ha reso incapace di ampiezza culturale;

lo scientismo lo ha reso dogmatico, incapace di percepire variabili e valutare differenze;

il tecnicismo lo ha reso un servomeccanismo;

le ideologie gli hanno fatto trascurare la filosofia e impedito di percepire i veri detentori del potere;

il progressismo lo ha reso un pericoloso fideista nei processi guidati, che pensa siano “evolutivi”;

i media e i social media lo hanno drogato di presunzione, dato che sono un surrogato di conoscenza, informazione, comunicazione;

l’antipolitica lo ha reso incapace di pensare politicamente, di valutare la possibilità e la necessità di costruire un futuro comune.

Tutte queste trappole sono elencate in ordine di grandezza, costruite e alimentate proprio dall’essere che vi si è intrappolato.

L’uomo stesso è quindi responsabile della sua condizione, ora in mano alla tecnocrazia distopica cui sta regalando ogni libertà.

Per abbattere le trappole occorre partire dal basso e risalire fino alla cima.

Solo a quel punto, l’uomo potrà dire di aver riacquistato la padronanza del suo essere.

Ecco allora che l’unica politica possibile si configura come aiuto reciproco: alla comprensione, al discernimento profondo, all’organizzazione efficace.

Credo ci sia una sola bussola per tale viaggio, “ecumenica” e fidata, che è anche un lume adatto a rischiarare un buio percorso irto di ostacoli: i diritti umani, quelli codificati e da sempre condivisi, come la libertà di disporre della propria persona, di non dover subire lesioni all’integrità personale, di non essere discriminato per alcuna caratteristica o condizione personale, di non dovermi sottomettere a misure che antepongano un presunto interesse collettivo alla mia consapevole responsabilità.

Dobbiamo liberare i nostri diritti da diffidenze, incomprensioni e pericolose forzature.

Buon ritorno al senso delle cose.

 

26 settembre 2022

 

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