Un po’ di creatività è sempre un’ottima medicina, anche per i “disturbi sistemici”.
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Articolo pubblicato anche su Sfero
Nel giorno elettorale, per fuggire dal voltastomaco di una consultazione regalata ai collaborazionisti, ho iniziato a condensare un concetto, una sintesi che è insieme analisi e percorso.
Tutti dovrebbero leggerlo, prima che le misure invernali del nuovo governo facciano svanire riferimenti e speranze costruite dai più nei talk della politica-spettacolo.
Per trovare i giusti snodi dovevo partire da lontano, ma anche tenermi estremamente asciutto, per non perdere il particolare fascino che possono avere le necessità ultimative.
Buon viaggio e buona riflessione.
Gli effetti della MODERNITÀ sull’uomo:
il materialismo lo ha reso insensibile alla trascendenza;
la separazione dei saperi lo ha reso incapace di ampiezza culturale;
lo scientismo lo ha reso dogmatico, incapace di percepire variabili e valutare differenze;
il tecnicismo lo ha reso un servomeccanismo;
le ideologie gli hanno fatto trascurare la filosofia e impedito di percepire i veri detentori del potere;
il progressismo lo ha reso un pericoloso fideista nei processi guidati, che pensa siano “evolutivi”;
i media e i social media lo hanno drogato di presunzione, dato che sono un surrogato di conoscenza, informazione, comunicazione;
l’antipolitica lo ha reso incapace di pensare politicamente, di valutare la possibilità e la necessità di costruire un futuro comune.
Tutte queste trappole sono elencate in ordine di grandezza, costruite e alimentate proprio dall’essere che vi si è intrappolato.
L’uomo stesso è quindi responsabile della sua condizione, ora in mano alla tecnocrazia distopica cui sta regalando ogni libertà.
Per abbattere le trappole occorre partire dal basso e risalire fino alla cima.
Solo a quel punto, l’uomo potrà dire di aver riacquistato la padronanza del suo essere.
Ecco allora che l’unica politica possibile si configura come aiuto reciproco: alla comprensione, al discernimento profondo, all’organizzazione efficace.
Credo ci sia una sola bussola per tale viaggio, “ecumenica” e fidata, che è anche un lume adatto a rischiarare un buio percorso irto di ostacoli: i diritti umani, quelli codificati e da sempre condivisi, come la libertà di disporre della propria persona, di non dover subire lesioni all’integrità personale, di non essere discriminato per alcuna caratteristica o condizione personale, di non dovermi sottomettere a misure che antepongano un presunto interesse collettivo alla mia consapevole responsabilità.
Dobbiamo liberare i nostri diritti da diffidenze, incomprensioni e pericolose forzature.
Buon ritorno al senso delle cose.
26 settembre 2022
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