di Emma Clancy
L’AUSTERITA’ UCCIDE: LA COMMISSIONE EUROPEA HA CHIESTO TAGLI ALLA SPESA SANITARIA PUBBLICA 63 VOLTE TRA IL 2011 E IL 2018
Coloro che manifestavano contro i tagli di spesa ai servizi pubblici all’indomani della crisi finanziaria globale del 2008 innalzavano spesso cartelli e striscioni recanti lo slogan “l’austerità uccide”.
La pandemia di Covid-19 sta mostrando la cruda realtà di questa affermazione. Una decade di austerità imposta dalle istituzioni e dai governi degli stati membri dell’UE ha causato un significativo deterioramento dei servizi sanitari in tutta l’UE.
La scorsa settimana, i medici del norditalia hanno descritto l’orrenda situazione in cui si sono trovati costretti a dover scegliere quali pazienti trattare e quali lasciar morire. Il 12 Marzo il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie ha lanciato il seguente monito: “La velocità con cui il Covid-19 può causare epidemie invalidanti a livello nazionale una volta stabilita la trasmissione all’interno della comunità, indica che in poche settimane o addirittura giorni, è probabili che situazioni simili a quelle viste in Cina e in Italia possono ripetersi in altri paesi UE/SEE o nel Regno Unito…Il rischio di eccedere la capacità del sistema sanitario nell’UE/SEE e nel Regno Unito nelle prossime settimane è considerato elevato”.
L’OMS ha delineato le azioni da attuare nell’immediato in ogni stato membro dell’UE:
- Trovare, testare, isolare e trattare ogni caso e tracciare tutti i contatti
- Preparare gli ospedali; e
- Proteggere e formare gli operatori sanitari
E’ stata questa la strategia usata in Cina, Corea del Sud e altri paesi del sud-est asiatico che ha contenuto efficacemente l’epidemia. Ma la risposta di molti stati membri dell’Ue non può nemmeno ambire a “trovare, testare,isolare e trattare ogni caso e tracciare ogni contatto”
Il settore dell’assistenza sanitaria e quello pubblico dell’ UE non sono attrezzati per rispondere conformemente alle migliore pratiche internazionali.
L’assistenza sanitaria sventrata dai tagli alla spesa e dalle privatizzazioni
Un rapporto che ho pubblicato il mese scorso ha rivelato che la Commissione Europea ha presentato 63 richieste individuali agli stati membri di tagliare la spesa alle forniture per l’assistenza sanitaria e/o privatizzare o esternalizzare i servizi sanitari tra il 2011 e il 2018, al fine di soddisfare gli obiettivi arbitari di debito e crescita sanciti dal Patto di Stabilità e Crescita. Queste richieste hanno interessato in particolare le economie “periferiche” colpite dalla crisi del debito sovrano: Grecia, Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo. Alcuni dei principali risultati del rapporto, Discipline and punish: end of the road for the Stability and Growth pact? (disciplinare e punire : il patto di Stabilità e Crescita è al capolinea?), incluso il suo impatto sui servizi pubblici nell’UE, sono brevemente descritti di seguito.
Sorveglianza e controllo dell’UE dei bilanci degli stati membri
Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC), emanato nel 1997, si è rivelato una delle caratteristiche più contestate e controverse dell’Unione economica e monetaria e della più ampia Unione Europea.
Il PSC impone due massimali numerici sulla spesa pubblica:
- Il rapporto debito pubblico/PIL deve essere inferiore al 60%
- Il disavanzo annuale degli stati membri deve essere limitato al 3% o inferiore
Il potere della Commissione Europea di sorvegliare e controllare i bilanci nazionali degli stati dell’UE è stato notevolmente rafforzato nel 2011 dall’adozione del Six- Pack e nel 2013 dal Two-Pack, nonché dalla firma del Fiscal Compact, un trattato intergovernativo.
Il semestre europeo è il programma annuale di politica economica coordinata in tutta l’UE, introdotto dalla Commissione nel 2011. Mira essenzialmente a sottoporre i bilanci nazionali degli stati membri al controllo, all’alterazione e all’approvazione della Commissione e del Consiglio prima che il piano finale di bilancio sia messo ai voti in seno al parlamento nazionale. Il semestre europeo comprende i requisiti del PSC e della Procedura per gli Squilibri Macroeconomici, nonché riforme strutturali più ampienell’ambito della strategia europea del 2020. In risposta alle bozze dei piani di bilancio presentati dagli stati membri, la Commissione formula “specifiche raccomandazioni per i singoli stati”.
Individuazione dell’assistenza sanitaria su cui applicare tagli di bilancio
Il rapporto esamina il ruolo del PSC nell’intensificare il trasferimento di ricchezza dalla forza lavoro al capitale nell’UE, in particolare dopo la crisi finanziaria globale. Esamina in che modo il PSC realizza questo trasferimento analizzando il contenuto delle raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione Europea agli stati membri dell’UE sulla base del PSC e della Procedura per gli Squilibri macroeconomici. Esamina inoltre l’impatto fortemente corrosivo del PSC e del suo quadro di sostegno, sulla democrazia nell’UE, e le implicazioni che ne conseguono. Il rapporto analizza il contenuto di tutte le raccomandazioni specifiche per paese formulate nell’ambito del PSC e della Procedura per gli Squilibri Macroeconomici dal 2011 al 2018. Rivela che oltre alle costanti richieste di riduzioni della spesa pubblica, la Commissione ha individuato nello specifico pensioni, prestazioni sanitarie, crescita salariale, sicurezza sul lavoro e indennità di disoccupazione.
Contenuto delle raccomandazioni specifiche per paese della Commissione nell’ambito del Patto di Stabilitò e Crescita e di Procedura per gli Squilibri Macroeconomici
NUMERO DI STATI MEMBRI UE CHE HANNO RICEVUTO INSTRUZIONI DALLA COMMISSIONE
Fonte: calcolo dell’autrice basato sui dati della Commissione CSR 2011-2018
Dall’introduzione del Semestre Europeo nel 2011 fino al 2018, la commissione ha formulato 105 richieste separate a singoli stati membri di aumentare l’età di pensionamento obbligatoria e/o ridurre la spesa pubblica su pensioni e assistenza agli anziani. Ha effettuato 63 richieste ai governi di tagliare la spesa sanitaria e/o esternalizzare o privatizzare i servizi sanitari. Le richieste volte a reprimere la crescita dei salari sono state avanzate agli stati membri in 50 occasioni. Sono state formulate 38 volte istruzioni volte a ridurre la sicurezza sul lavoro, le tutele occupazionali contro il licenziamento e i diritti di contrattazone collettiva dei lavoratori e dei sindacati. Oltre alle richieste di routine di tagli alla spesa pubblica per i servizi sociali in generale, la Commissione ha anche formulato 45 richieste specifiche atte a ridurre o eliminare i sussidi per i disoccupati, i soggetti più deboli e le persone con disabilità, adottando financo misure punitive per costringere tali persone ad entrare nel mercato del lavoro o quanto meno a cercare lavoro. Sotto l’ombrello dei limiti al deficit e al debito, la Commissione europea sta imponendo l’austerità in settori politici sui quali non ha autorità legale.
L’attuale focus politico deve essere naturalmente la risposta alle sfide enormi ed immediate poste dalla pandemia. Ma se ci troviamo di fronte a una recessione probabilmente molto più grave di quella della crisi finanziaria globale, abbiamo anche bisogno di una valutazione onesta del fallimento delle politiche pubbliche che hanno lasciato i sistemi sanitari dell’UE in una posizione così debole, con risultati così devastanti.
Tratto da:
http://links.org.au/austerity-kills-european-commission-demanded-cuts-to-public-healthcare-spending-63-times-2011-2018
Traduzione a cura di Renato Nettuno
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