ULTERIORE STIMOLO AL CLN: SE NON DIRIGISMO, ALMENO “DIREZIONALISMO”!

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Per uscire dal pantano inconcludente di una politica velleitaria, il CLN deve farsi carico di indicare la direzione costituente.

qui il video dell’articolo

di Massimo Franceschini

pubblicato anche su Sfero

 

Negli ultimi 2 anni siamo stati testimoni di eventi e fenomeni socio-politici di portata epocale.

Con tutta evidenza tali fenomeni non sono comunque serviti, se non in maniera del tutto insufficiente, a far nascere un senso di realistica responsabilità da parte di quanti hanno più o meno compreso la sostanza di questi e la direzione impressa dai governi mondiali e dai centri di “potere forte”: grazie alla conquista di sempre più spazi permessa dalla finanza e grazie al dominio della tecnica, hanno potuto condizionare pesantemente la politica e tutto il resto in maniera assai più pervasiva di quanto poteva accadere fino a pochi decenni fa, anche grazie all’indotto scadere qualitativo delle stesse classi politiche post “fine della storia”.

La responsabilità a cui mi riferisco avrebbe dovuto nascere da una consapevolezza politica e civile tale da modificare completamente le direttrici dell’azione politica stessa ed il comportamento dei suoi membri più attivi e influenti.

Di cosa sto parlando?

Semplice: della necessità di unire non solo il dissenso più visibile e militante, ma di metterlo in grado di poter entrare in comunicazione con tutto il dissenso, anche quello non organizzato, spontaneo e silenzioso.

Un’area che, sommata in tutte le sue parti, potrebbe costituire una percentuale assai significativa della società civile.

Questa necessità di “unità consapevole e dialogante” è cosa evidentemente assai difficile da raggiungere, data la situazione operativa del nostro presente, i cui effetti possiamo ridurre sostanzialmente a questo: un generalizzato personalismo velleitario, per giunta alimentato dalle piattaforme social capaci di dare l’illusione di poter far politica dal web, di essere tutti “produttori di contenuti autosufficienti”.

Oltre a ciò, non credo affatto che sia sufficiente produrre contenuti, video, momenti di riflessione, convegni e kermesse in cui una minoranza diversamente “competente” spiega ad un popolo comunque già informato cosa “non va”, senza una pur minima possibilità di comunicare ciò al popolo che non dissente o che non sa dell’esistenza di un dissenso “razionale” e competente o che vorrebbe dissentire e contribuire a fare qualcosa, ma non vede niente di ben organizzato, libero, aperto e non manipolativo dove poter affidare la sua opera e la sua voce non abituata ad esporsi in pubblico, soprattutto politicamente.

Se ci si limita a produrre “contenuti”, sostituendo di fatto la politica con quello che così diventa mero “intrattenimento” usando giocoforza le piattaforme “gentilmente” offerte, a caro prezzo democratico, dalle corporazioni che stanno dietro alla situazione attuale, non si sposteranno di un millimetro gli attuali rapporti di forza.

Da un punto di vista più prettamente politico, il movimento sembra aver superato la fase in cui imperversavano nuove costituzioni di soggetti e scissioni, ironicamente chiamate “scissioni dell’atomo”, dato che ormai è entrato nella fase pre-elettorale, che potrebbe anche essere un miraggio, in cui soggetti apparentemente più “grandi” e strutturati, cercano di unire e confederare quelli più “piccoli”.

Vista l’evidente impossibilità di costruire in Italia quanto da me auspicato nell’ultimo libro, constatata la demolizione dello stato di diritto e la non democraticità del momento elettorale, probabilmente a breve soggetto anche ad ampia digitalizzazione, data la realtà ed il particolare sistema di potere di questo momento storico, credo che il soggetto politico più efficace, sensato ed opportuno, sia il nuovo CLN presentato da Ugo Mattei in due successivi momenti, Torino e Genova, ulteriormente argomentato e commentato da me a Bologna il 26 giugno scorso e proprio ieri su Byoblu.

Dopo questo, questo e questo, una trilogia di articoli-proposta, vorrei qui tentare di delineare delle ulteriori linee guida per il CLN opportune al momento storico ed alla realtà del dissenso, organizzato o meno:

  1. La spinta all’aggregazione deve essere primaria, ma indirizzata sia a soggetti politici e associazioni varie, anche non prettamente “politiche”, sia a persone di varia levatura che si individuino come necessarie all’enorme lavoro politico, giuridico, informativo, organizzativo e logistico necessario.
  2. La questione del “partecipare comunque alle prossime elezioni” deve essere ben meditata.
    Non si può non vedere la distruzione democratica, costituzionale ed istituzionale descritta da Mattei anche nel suo ultimo libro, e non si può non tener conto del fatto che un’organizzazione politica del dissenso, che oggi deve essere necessariamente unitario, abbia nella partecipazione elettorale, soprattutto in queste condizioni, solo uno dei punti all’ordine del giorno, neanche fra i più importanti: se dobbiamo ricostruire l’agibilità politica ora negata, dobbiamo innanzitutto riunire tutti quelli che ancora pensano o ricordano come senza politica e senza istituzioni democratiche funzionanti si aprano solo abissi di divisione, manipolazione, privazione e guerra, gli stessi abissi sui quali proprio ora crediamo di poter ancora evitare, mentre ci stiamo finendo velocemente dentro in modo difficilmente reversibile, anche legittimando con il voto un sistema del tutto occupato da poteri extra-nazionali e antidemocratici.
  3. Da queste premesse, vediamo allora come la definizione di un nuovo percorso costituente in grado di ricostruire la politica, il diritto, le istituzioni democratiche, anche eventualmente aggiornando la Costituzione ad una situazione che i Padri Costituenti non potevano immaginare, sia imprescindibile e urgente.
    Tale lavoro, servirebbe anche si decidesse democraticamente di partecipare alla tornata elettorale, che comunque credo debba essere evitata e denunciata come definitivamente manipolata e antidemocratica se fosse sottoposta a restrizioni o condizioni nella partecipazione di ordine sanitario e “personale” o a meccanismi elettronici di voto.

Invito quindi il CLN a indirizzare i suoi sforzi nella direzione politica qui auspicata, senza paura di apparire “dirigista”, con la consapevolezza che il paese non vincerà certo l’occupazione seguendo le velleitarie mire elettorali di soggetti politici che, per quanto impegnati attivamente, sbaglieremmo a individuare come realmente rappresentativi, conosciuti ai più, capaci di esprimere statisti adeguati al momento drammatico e di elaborare messaggi e politiche realmente efficaci da un punto di vista sociale, civile ed economico.

È del tutto evidente che le migliori competenze che il movimento esprime e fa parlare nelle piazze non abbiano ancora un soggetto politico adeguato alla loro possibile partecipazione.

È del tutto possibile che molte competenze non si siano ancora espresse perché non informate adeguatamente o perché ancora non vedono un progetto politico serio, non velleitario e consapevole delle reali sfide.

È del tutto possibile che nel complessivo segmento non votante, sempre più maggioritario, una buona percentuale di questi sarebbe disposto a dare una mano alla ricostruzione per una nuova partecipazione attiva e democratica.

Invito il CLN a tener conto coraggiosamente di quanto qui scritto, a non temere di apparire “dirigista”, praticando invece quello che potremmo chiamare un necessario “direzionalismo” verso una necessariamente rapida costruzione socio-politico-organizzativa, per far fronte alle emergenze vere, fasulle, indotte e sistemiche.

Il tempo è poco: sulle onde della tecnica il potere sta riscrivendo la geopolitica, la realtà, perfino l’uomo stesso, e non abbiamo più le istituzioni a difenderci.

È ora di ricostruirle insieme.

 

2 luglio 2022
fonte immagine: Public Domanin Pictures (solo per la bussola)

 

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