CHI HA PAURA DELLA SPIRITUALITA’ ?

di Davide Gionco

 

Karl Marx disse che “la religione è l’oppio dei popoli”.

Nel pensiero occidentale “di sinistra”, facente riferimento a Marx si è diffusa un forte rifiuto di tutto ciò che è “religione”, in nome di un materialismo razionale: ciò che non si vede e non si tocca, non esiste e quindi non deve essere oggetto delle nostre credenze.

E’ fatto storico noto che per secoli la religione cristiana fu utilizzata in Europa come strumento di controllo politico della popolazione. Famoso è il concetto “Cuius regio, eius religio” (i sudditi devono seguire la regione del proprio governante), definito dall’imperatore Carlo V d’Asburgo alla pace di Augusta del 1555.

La religione effettivamente non si occupava di organizzare la “rivolta” dei popoli contro i sovrani del tempo, come si sarebbe atteso Marx, né mai lo aveva fatto storicamente, fin dai tempi dell’Impero Romano.
In un certo senso poteva essere ritenuta “un mezzo di distrazione di massa, anche la realtà era che la religione non intendeva dare messaggi politici, mentre il potere politico, aristocratico, aveva tutti gli interessi a stringere accordi con il potere religioso.

Anche il pensiero “di destra”, che prese origine dal positivismo di Auguste Compte e dal materialismo scientifico diffusosi nel XIX secolo, sviluppò una ideologia fortemente antireligiosa. In parte per ragioni politiche volendo indebolire il partito degli aristocratici che da secoli era alleato con il potere religioso (lo stesso avversato da Marx), in parte per il pericolo che le idee “egualitariste” del cristianesimo rappresentavano per la nascente classe di potere economico.

Entrambe le correnti di pensiero hanno portato in Europa una diffusa ideologia anticlericale, motivata ufficialmente dall’irrazionalità della religione, in contrasto con la “positiva razionalità” della nuova ideologia politica, di destra o di sinistra, portatrice di progresso per la società.

Ma davvero ci siamo liberati della religione?

Cos`è la religione?
La religione è un insieme di credenze che riguardano il senso profondo della nostra vita, chi siamo, cosa ci facciamo nel mondo, cosa è bene e cosa è male. Ed è un insieme di riti e di simboli che intendono manifestare all’esterno tali credenze.

Oggi la nostra società italiana, dopo oltre un secolo e mezzo di diffusione delle ideologie di destra e di sinistra, ha in gran parte abbandonati i riti della religioni cristiana che per secoli avevano fatto parte della nostra cultura. E con essi ha forse messo da parte il senso profondo di quei riti esteriori.

Tuttavia anche oggi esistono dei “sacerdoti” che ci propongono risposte alle domande di sempre “chi siamo? Cosa ci facciamo nel mondo? Cosa è bene e cosa e male?”
I mass media ci insegnano che siamo persone che vivono per se stesse, per soddisfare ogni proprio desiderio. Che è bene ciò che ciascuno ritiene che sia bene per sé.
Cambiano le risposte, ma non le domande.
E poi lo shopping, portare a spasso il cane, il tatuaggio, lo smartphone di ultima generazione da esibire, la partita di calcio in TV, il mito del lusso e della ricchezza materiale, l’amore libero da impegni, il proprio desiderio fatto diritto…
Cambiano i riti, ma resta la manifestazione dei “valori profondi” della nuova religione.

I poteri forti di oggi utilizzano tecniche di comunicazione sofisticatissime per manipolare l’opinione pubblica, molto di più di quanto avvenisse in passato utilizzando la religione.

Oggi, nonostante la perdita di rilevanza delle ideologie politiche di sinistra e nonostante la crescente sfiducia nei confronti dell’iper-liberismo che ha caratterizzato la società italiana negli ultimi 25 anni, permane un pensiero dominante sostanzialmente avverso alla “vecchia religione”, che nello stesso tempo è assolutamente acritico e favorevole nei confronti della “nuova religione”.

Come dire: la “nuova religione” continua ad essere più che mai l’oppio dei popoli. Non ci siamo liberati dai problemi causati dall’indottrinamento acritico da parte di chi detiene il potere politico-economico.

Rispetto alla “vecchia religione”, però, vi è una grande differenza per quanto riguarda la spiritualità.

La “vecchia religione” insegnava che siamo persone chiamate ad amare i fratelli, chiamate a perdonare chi ci offende, portatori di pace, persone responsabili nei confronti degli altri e del mondo in cui vivono.
Insieme a delle manifestazioni esteriori apparentemente retrograde la religione trasmetteva dei valori profondi positivi per le persone e per la società nel suo insieme.
Gli effetti negativi evidenziati da Marx non derivavano dalla componente spirituale, ma dalla manipolazione che il potere del tempo faceva della religione.

La “nuova religione” insegna che siamo persone chiamate a curare i propri interessi, chiamate ad arricchirsi, in concorrenza con gli altri per potersi affermare, senza responsabilità nei confronti della società e del mondo in cui viviamo.
Adotta manifestazioni esteriori non meno insensate di quella della “vecchia religione”, ma li accompagna con valori profondi negativi per le persone e la società nel suo insieme. Una società che, non a caso, è sempre più frammentata e che non sa verso quale futuro camminare.

Le ideologie del ‘900 hanno buttato via il bambino con l’acqua sporca. Volendo eliminare gli effetti negativi delle manifestazioni esteriori della “vecchia religione” hanno anche buttato via la profonda componente spirituale, frutto di secoli e secoli di riflessioni e meditazioni di generazioni di “padri spirituali” che costituiva l’Anima dei valori della nostra vecchia Europa.

Oggi ci ritroviamo con una “nuova religione” diffusa, con dei poteri forti che la propagandano attraverso i mezzi di comunicazione di massa, ma che nello stesso tempo continuano ad attaccare e screditare la “vecchia religione”, anche se la “vecchia religione” non è più, oggettivamente, uno strumento di manipolazione delle masse.

Chi ha paura della spiritualità?
Chi dovrebbe avere paura di una religione che promuove l’amore per i fratelli, lo spirito di cooperazione fra gli uomini, la pace, la responsabilità verso gli altri e verso l’ambiente?

La spiegazione, logica, di questo comportamento dei poteri forti è la “ragione di destra” dell’anticlericalismo: non si combatte la religione in quanto “oppio dei popoli”, ma proprio in quanto portatrice di una spiritualità profonda che non è funzionale agli interessi del potere politico-economico dominante.

Il pensiero unico che oggi regna nel nostro paese ha oramai superato la distinzione novecentesca fra destra e sinistra, ma ha mantenuto la profonda avversione ideologica nei confronti della componente spirituale della religione, sostituendola con una “nuova spiritualità” più che mai asservita agli interessi del potere.

Se davvero vogliamo essere persone libere e positive per la società in cui viviamo dobbiamo riscoprire il grande patrimonio di spiritualità del nostro passato, le radici della nostra cultura occidentale.

Il metodo per farlo è lo stesso adottato da tutte le “vecchie religioni”: dedicare del tempo a fare silenzio, facendo tacere il rumore che ci circonda, andando a fondo del nostro cuore, per scoprire chi siamo in questo mondo ed il senso del nostro vivere con responsabilità nella nostra società.

La spiritualità non è un inutile residuo del passato, ma è ciò che guida il nostro vivere. Non ne possiamo fare a meno.
Se non coltiviamo noi stessi la nostra spiritualità, qualcuno lo farà al posto nostro, tentando di manipolarci e di inculcarci valori funzionali non al nostro bene, ma alla loro convenienza economica.

Riscopriamo le radici profonde e spirituali del nostro passato.

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