di Giovanni Lazzaretti
Questione
Caro Giovanni, diffondo i tuoi articoli, ma voglio essere in grado di rispondere a chi dovesse obiettare o chiedere chiarimenti. Ho un dubbio, e quindi ti pongo la questione. Al punto “Domanda sull’efficacia del vaccino”, scrivi:
Esiste un’efficacia del vaccino, al di là delle voci TV? Certamente non esiste in Inghilterra rispetto alla variante delta (indifferenza tra vaccinati e non vaccinati). Il proto-vaccinato Israele ha avuto nel periodo 10.08.2021-05.11.2021 una curva di morti assolutamente imprevista, e molto simile all’analoga del 2020. In Italia il vaccino è stato di fatto testato solo in estate, dove il “lavoro” lo fa il caldo: o diciamo che non è stato testato, o diciamo che è stato testato in modo fallimentare (doppio di morti estivi rispetto al 2020).
Verso la fine, paragrafo “Il Generale Autunno”, scrivi:
«Le cose vanno molto bene. Oggi, 6 novembre 2021, abbiamo 6.760 casi, 3.173 persone in corsia, 392 persone in intensiva, 31 morti. Lo scorso anno alla stessa data avevamo 37.802 casi / 24.005 in corsia / 2.515 in intensiva / 446 morti. La recrudescenza autunnale è inevitabile, ma si sta presentando con numeri enormemente più bassi. Senza abbassare la guardia, l’impressione è che il covid abbia esaurito la sua spinta, e che possiamo convivere».
Faccio l’avvocato del diavolo: si potrebbe dire che i risultati negativi riferiti al numero di morti estivi potrebbero essere ascritti a una campagna di vaccinazione ancora non completata e i risultati positivi del 6 di novembre al completamento della stessa, piuttosto che all’esaurimento della spinta del covid. Contrappongo quindi interpretazione a interpretazione, lettura dei numeri a lettura dei numeri. Come rispondi? Grazie. Gilberto
Provate a porre la questione in TV
Non c’entra niente, ma, appena ho letto la mail di Gilberto, mi è venuto in mente: «Provate a discutere una cosa simile in TV». Nel covid-show permanente le questioni vere non appaiono mai, mai appaiono numeri e tabelle ragionate, i tempi di parola o sono dosati sulle lezioni di Burioni, o sono dosati a misura di slogan.
La questione di Gilberto è importante: il signor nessuno Giovanni Lazzaretti afferma che il vaccino ha valenza nulla sull’andamento del covid in Italia; tutto il sistema mediatico afferma il contrario. Cercherò di rispondere, basandomi come sempre sulle “loro” affermazioni.
In illo tempore
In quel tempo, primavera 2020, quando il vaccino era ancora un mito lontano da realizzare, c’era un po’ di spazio in TV per chi spiegava le cose come stanno:
(1) pensare di eradicare il covid con un vaccino è follia; il covid non è il virus del vaiolo; è mutante; a maggio già si descrivevano 30 varianti
(2) il meccanismo ADE (facilitazione dell’entrata virale mediata da anticorpi) è uno scoglio fondamentale rispetto ad un progetto vaccinale sicuro
(3) il covid non immunizza, gli anticorpi decadono, decadranno anche gli anticorpi vaccinali
(4) mai si deve vaccinare con epidemia in corso, perché la “battaglia” vaccino contro virus genera varianti.
Queste cose le avevo parzialmente citate in un mio articolo del 15.02.2020, e dovrebbero essere chiare a tutti: non esiste “il vaccinato” covid, esistono persone che, avendo ricevuto “il vaccino” hanno anticorpi (forse) per un certo periodo.
Quindi lo schema “in illo tempore” era abbastanza chiaro. Se mai dovessimo trovare un vaccino:
- dovrà essere iniettato in momenti di calma dell’epidemia;
- ci si dovrà limitare alle fasce a rischio, visto che il tempo di calma dell’epidemia sarà breve e non si potrà fare una vaccinazione di massa;
- si dovranno precedentemente valutare gli anticorpi, per evitare di esporre persone al rischio ADE;
- la vaccinazione di massa in ogni caso è inutile, visto che per queste malattie gli anticorpi decadono in tempi relativamente brevi.
E’ stato fatto l’esatto opposto: vaccinazione di massa, con epidemia in corso, senza test anticorpali, illudendo le persone su una copertura a 12 mesi (la certificazione verde vale 1 anno).
Le cose note
Le cose note basilari le traiamo dai resoconti e dalle tabelle dell’Istituto Superiore di Sanità:
età media dei morti 80 anni
3,3 patologie di media nei morti (2,9% senza patologie)
85% dei morti provengono dagli ultra settantenni
10% dalla mia fascia d’età 60-69
5% dalle persone con meno di 60 anni
periodi di punta del covid: inizio primavera, tardo autunno.
Conosciamo inoltre la decadenza statistica degli anticorpi (sempre che si siano attivati) dai 4 mesi, e l’inefficacia statistica dai 6 mesi.
In pratica una regione poteva gongolare per aver “coperto” gli ultraottantenni entro inizio aprile; il problema è che li aveva coperti per l’estate, quando il virus è clinicamente morto. Mentre sono puntualmente scoperti per l’autunno, che è il periodo a rischio.
Modello Lazzaretti
Dimenticando per un momento i danni da vaccino, il vaccino è uno stimolatore di anticorpi “a scadenza”: statisticamente degradante dal quarto mese, statisticamente spento dal sesto mese.
Le età più alte, quelle da 60 in su che davano il 95% dei morti, erano tutte state vaccinate entro maggio (non tutte le persone, ovviamente, ma era comunque stata data la possibilità a tutte queste categorie); da giugno si apriva la vaccinazione per tutti.
Quindi tutte le categorie che davano il 95% dei morti, con l’autunno
- o sono ad anticorpi ampiamente degradanti,
- o sono completamente scariche di anticorpi (tanto è vero che viene proposta la terza dose).
Tutti i vaccinati dell’estate erano persone che davano un contributo ai morti pari al 5% (precisando che il 4,85% riguardava i patologizzati; il “contributo morti” dei non patologizzati era lo 0,15%).
E’ lecito ignorare l’estate. Se mi dite «mettiamoci d’accordo, l’estate non conta», io sottoscrivo tranquillamente. Ma se mi dite che l’estate ha dimostrato un’efficacia vaccinale, mi incavolo, perché i numeri dicono l’opposto.
Quindi, se l’autunno è blando (con cautela, può essere anche a scoppio ritardato), non può esserlo a opera di vaccini ormai scarichi sulle fasce dei “vecchi” (dai 60 in su), e attivi sulle fasce che non generano morti.
Per chi crede al vaccino, l’unica strategia sensata era la vaccinazione in agosto/settembre dell’area a rischio (ultrasessantenni con patologie). Invece, in questo inizio di autunno,
- hanno statisticamente gli anticorpi le fasce che non ne hanno bisogno (18-59 anni – 5% dei morti)
- statisticamente non hanno più anticorpi quelli che ne avrebbero bisogno (60 in su – 95% dei morti)
- quindi la motivazione del calo così netto (un decimo rispetto all’autunno 2020) deve essere un’altra.
Motivazioni possibili
Le motivazioni di questo autunno blando possono essere diverse:
- il virus ha finito il suo ciclo: niente di strano, ciclo 36 mesi per la spagnola, 25 mesi per il covid ci sta tutto;
- il virus, che si è sempre manifestato come “virus del freddo ma non troppo” (picchi di morti al 29 marzo, 2 dicembre, 10 aprile), potrebbe avere varianti che quest’anno lo spostano verso il freddo;
- i morti non possono morire due volte: la moria di 130.000 fragili (3,3 patologie di media, ricordiamolo) + 60.000 (a spanne, basato sul 2020) di malasanità, ha tolto “area di lavoro” al virus;
- esiste una vasta popolazione che ha anticorpi di qualità indipendentemente dal vaccino.
Ciò che ci direbbe la verità sarebbe solo una verifica a largo raggio sugli anticorpi delle persone. Ma la verità rivelerebbe la sostanziale inutilità del vaccino, e non la cercheranno mai.
Modello covid-show
Il modello covid-show non può che essere uno slogan: «Abbiamo vaccinato molto, ne cogliamo i frutti». Non tengono minimamente conto del Fattore Tempo, per cui i loro “vaccinati” sono ormai “ex-vaccinati”. E hanno sempre un anti-modello pronto: «Guardate ad esempio la Romania: pochi vaccini, tanti morti».
Povera Romania. «Il baratro del Coronavirus in Romania tra vescovi No-vax, ospedali a fuoco e cimiteri esauriti – La Romania sprofonda nel baratro del Coronavirus. È uno dei paesi con i più alti tassi al mondo di mortalità per Covid-19 e tra i più bassi, invece, dal punto di vista della campagna vaccinale». Eh già. Pochi vaccini, tanti morti. Ma è davvero così? Guarderemo meglio la povera Romania la prossima volta.
Giovanni Lazzaretti
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