“GOVERNARE” CON CONFLITTI E SOCIAL: CAMBIARE TUTTO AFFINCHÉ NULLA CAMBI?

È tempo che il governo inizi a governare sul serio

 

Sono veramente stanco della situazione politica del nostro Paese e del racconto mediatico della stessa realtà, che il governo “giallo-verde”, e Salvini in particolare, sembrano assolutamente favorire.

Premetto che non sono “di sinistra” e non sono “di destra”, sono per una totale attuazione dell’originale Costituzione, ispirata ai diritti universali dell’uomo.

Chi mi legge sa che non manco mai di denunciare il sistema di logge e lobby, che tramite la finanza e l’influenza sulla formazione della classe politica governa di fatto gli stati ex-sovrani e le nostre vite, lasciando ai governi nazionali questioni di ben poco conto.

Sistema che vede sinistra e destra a lui del tutto succubi e prone, attente solo a distrarre dai veri problemi con stucchevoli ed a volte becere polemiche, pronte a scannarsi con modi e contenuti adatti solo a mantenere il grosso del loro elettorato: quello meno disposto a vedere esattamente la radice dei problemi e più intenzionato a sentire ed a rispondere “di pancia”.

Per fare un esempio pratico della parzialità dei media basta vedere la vicenda della nave Diciotti: qui e qui due articoli che danno due diversi racconti della vicenda, atti a raccogliere una clientela sostanzialmente divisa e polarizzata.

La divisione dell’elettorato e della società civile operata dai media fa tanto comodo al sistema stesso, ed è accentuata dalla classe politica, sia di governo sia di opposizione.

Parlare dell’ipocrisia della sinistra sarebbe come sparare sulla Croce Rossa: i suoi appelli ai diritti umani sono del tutto fuori luogo, dato che la sinistra “di governo” e gran parte di quella che le gravita intorno, non affondano mai le loro analisi sulle vere cause della deportazione dall’Africa: proprio non se la sentono di attaccare duramente lobby, multinazionali, Paesi alleati e soggetti nazionali di vario tipo che guadagnano sullo sfruttamento economico e geo-politico dell’Africa.

Proprio ieri sera ho visto un’intervista su La 7 alla Boldrini in cui, vista la mala gestione del caso Diciotti, la stessa appariva quasi una vera “statista”: non dimentichiamo però la sua retorica sul fatto che lo stile di vita migrante debba diventare il nostro… quello di un futuro in cui saremo tutti in una condizione “liquida” di sopravvivenza, in cui dovremo essere disposti a spostarci, non più forzatamente ma amando il “nuovo stile”.

Di fatto, anche la destra ha gli stessi problemi di autorevolezza: appare più “giusta” e “corretta” quando rivendica una diversa politica di sovranità per il Paese, ma lo fa in maniera del tutto confondente, mettendo l’accento non sulle vere cause dei problemi ma spingendo in maniera velleitaria su una presunta “sicurezza” e aizzando divisioni fra “gli ultimi”: italiani e gli altri, disoccupati italiani e stranieri, affamati italiani e stranieri, prima gli italiani e via di seguito.

Il più esposto mediaticamente, vuoi per la sua attività incessante sui social, vuoi perché soggetto per vari motivi “più adatto” a diventare il nemico da additare da parte dei media, è certamente Salvini.

Come molti gli riconosco grandi meriti nella conduzione della Lega “risorta” e sul suo fiuto politico, che però rischia di andare a infrangersi sugli ostacoli creati dal suo stesso impeto e dai suoi “modi”.

Non mi sto riferendo al fatto che Salvini sembri parlare “pane al pane, vino al vino”, cosa certamente preferibile all’ipocrisia degli ingessati “radical-chic” di parte avversa, quanto al contenuto vero e proprio di ciò che dice e di come lo dice.

Sul problema delle “divisioni”, usate per tenere unito l’elettorato più massimalista e di fatto autoritario ho già detto, e non sto accusando Salvini di essere fascista e razzista, bene o male parla anche lui della nostra Costituzione e non sembra così disgustato da pelli di colore diverso, come lo sarebbe un vero razzista.

Il problema è che con i suoi modi solletica troppo la pancia di quella parte dell’elettorato che è “fascista” di fatto, se non storicamente nei metodi: senza andare ad aprire dibattiti che lasciano il tempo che trovano, riflettiamo solo sulla definizione estensiva di “fascismo” presa dal dizionario Wikipedia: qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull’uso indiscriminato della forza e della sopraffazione.

A ben vedere, storicamente si può adattare ampiamente anche alle dittature di colore opposto, e la sostanza è che ad un certo punto la gente, stanca delle ipocrisie e delle ingiustizie della politica, si mette su un piano che non è più quello del diritto ma della forza e della sopraffazione.

Un pericolo di cui Salvini non sembra essere consapevole, o interessato.

Oltre a ciò, il grosso problema relativo all’azione ed ai messaggi di Salvini non è solo quello relativo ai suoi modi od ai suoi contenuti, ma riguarda anche quello dei mezzi: Salvini non solo usa i social per raccontare la sua verità, ma sembra usarli anche per governare!

Siamo arrivati ad un punto tale di invadenza mediatica nelle nostre vite, ad una caratterizzazione così artificiale e virtuale della realtà, che non facciamo più caso alla deriva di un sistema che ingloba e tritura tutto in un “pensiero unico”, anche se contrapposto, che si forma, si dipana e ci invade nel profondo da quella “meraviglia globale” che è il WEB.

Si governa dal WEB, come per esempio con gli ordini alla Diciotti ricevuti tramite Facebook, si fanno continui comizi al proprio elettorato sulla stessa piattaforma, contribuendo così alla perdita di autorevolezza della politica e dell’azione di governo.

Perdita di autorevolezza che non solo da ulteriore fiato all’ipocrita “opposizione” ed ai media mainstream, ma sancisce definitivamente la sconfitta della politica e di una sana ed autorevole azione di governo, sull’altare di un continuo teatrino mediatico in cui si è sommersi da “informazioni” uguali e contrarie, ed in cui raramente si ottengono riflessioni attente, non urlate, corredate da fatti e prive di antagonismo.

Tutto il can-can sembra proprio adatto a distrarre da ciò che un vero governo “sovranista” dovrebbe fare: agire con atti formali e non con post su Facebook, e dire al Paese come stanno esattamente le cose circa i reali rapporti di forza fra società civile e sistema “profondo” di potere.

Occorre  un governo che annunci con autorevolezza, non autoritarismo, le misure che si vogliono realmente prendere per il ripristino delle sovranità costituzionali del nostro Stato di diritto.

Solo come esempio e data la sua urgenza: occorre un’immediata anche se “parziale” sovranità monetaria, come quella permessa da una Moneta Fiscale parallela all’Euro, con la quale si potrebbe attuare una politica progressiva di piena occupazione, di gestione e messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture, di recupero dei settori regalati alla gestione privata, di protezione sociale e di servizi alla persona, come da Costituzione, e di mille altre cose atte a liberare la produttività e la sicurezza del cittadino e della sua impresa.

Una Moneta Fiscale parallela all’Euro non è vietata dai trattati europei, che comunque non avremmo mai dovuto firmare, e porrebbe un grosso limite alla speculazione garantendo altresì una nuova sicurezza al Paese, molto più delle tensioni salviniane.

Con essa potremmo veramente aiutare chi in difficoltà, cittadini italiani ed altri, velocizzare il riconoscimento e la destinazione dei migranti e creare percorsi di istruzione e ritorno nei loro Paesi per quelli che non hanno rinunciato a liberare le loro terre dalla schiavitù.

Una politica veramente sovrana potrebbe diventare il faro mondiale per un nuovo riscatto della società civile dal potere sempre più invasivo delle lobby private, che tramite la tecnologia stanno condizionando le nostre vite e idee.

Una vera azione di governo autorevole e sovrana, che agisca con atti formali senza generare inutili e controproducenti campagne mediatiche è quanto mai urgente e non più prorogabile: Salvini e tutto il governo se ne facciano una ragione, altrimenti saremmo autorizzati a pensare, ancora una volta, che la miglior difesa del sistema sia sempre quella di farci sognare cambiamenti che mai vedranno la luce.

 

Massimo Franceschini, 24 agosto 2018

qui il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani

fonte immagine: Wikipedia

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