di Massimo Bordin
Il razzismo, qui inteso come la teoria secondo la quale esistono gruppi etnici superiori ad altri, affonda le radici nella notte dei tempi. E varie volte filosofi, storici e scienziati si sono adoperati per dimostrarlo. Quando i conquistadores spagnoli, dopo i viaggi di Colombo, entrarono in contatto con gli amerindi pensarono di trovarsi di fronte ad homuncoli, cioè a vie di mezzo tra l’uomo e l’animale. E li misero sulla graticola, nel senso letterale del termine. Erano cattolici fino al buco del culo, ma questo non li fermò nella loro opera di schiavizzazione e genocidio. Per non parlare del nazionalsocialismo, che attraverso i suoi scienziati pubblicava articoli e faceva esperimenti nel tentativo di dimostrare l’inferiorità di ebrei, slavi, zingari, sinti e gente di colore.
Ma chi ritiene che il razzismo nella sua forma più acuta sia appannaggio del solo Occidente, è chiaramente un cretino. Significa non conoscere la storia e aver viaggiato poco. Anzi, dato che le civiltà del terzo mondo hanno avuto – come dato aggregato – meno elaborazioni concettuali, pochi uomini di pensiero e meno tempo storico di civiltà, zero o quasi rivoluzioni, si può affermare che il razzismo sia più diffuso, ora, fuori dall’Occidente che non in Occidente.
Date un’occhio a questa infografica. Come è stata realizzata questa mappa?
Si basa sugli esiti di un sondaggio. Ad un campione di abitanti in diverse parti del mondo è stato chiesto: “chi NON vorresti come vicino di casa?”
Le risposte sono state le più varie, ma chi ha risposto “non vorrei come vicino un appartenente ad un’altra razza” è stato mappato e… sorpresa!
I più tolleranti si sono rivelati gli abitanti delle Americhe, dell’Europa scandinava, della Spagna, dell’Australia, mentre i più razzisti sembrano essere indiani, arabi, egiziani e nigeriani.
La fonte è il Washington Post, non la blogosfera delle scie chimiche.
Non solo.
Da quando esistono i social mi sono preso la briga di chiedere l’iscrizione e partecipare a gruppi facebook che promuovono la cultura etnica extraeuropea, come quella wolof, ad esempio. Ebbene, se qualcuno ne ha occasione, si vada a vedere cosa scrivono in questi gruppi. Il 90 per cento dei post non riguarda affatto abitudini, architettura o alimentazione etniche, ma il fatto che il paese che li ospita, l’Italia, è razzista e postano a consolazione di ciò video youtube dove bianchi vengono umiliati, perché magari prendono botte da qualche colorated in una rissa. E guai a farglielo osservare: ti becchi subito del salviniano, del razzista, del leghista et similia. La narrazione sulla schiavitù, soprattutto da parte di Hollywood e dell’ultimo Tarantino, ha fatto danni enormi in tal senso. La schiavitù è infatti senz’altro un dramma assoluto, che non ha giustificazioni di nessun tipo, ma è contro la verità storica sostenere, ad esempio, che riguardò una sola etnia, quella subsahariana. Il termine stesso in italiano, “schiavo”, da qualche altra parte veniva chiamato “slavo”, e gli slavi di etnia bianca sono stati infatti per secoli gli schiavi per antonomasia.
Tratto da:
http://micidial.it/2020/08/razzismo-ce-diciamo-pure/
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