Dice infatti l’analista americana
“A volte aiuta guardare il mondo attraverso una prospettiva non convenzionale quando si pensa alla dimensione delle cose .
Quindi, ecco una mappa piuttosto impressionante tratta da Chief Investment Strategist di Bank of America Merrill Lynch Michael Hartnett che mostra il nostro pianeta terra secondo la capitalizzazione flottante del mercato azionario in miliardi di dollari misurati dal MSCI (che è l’indice che replica l’andamento di tutte le borse mondiale, ndr) .
Gli Stati Uniti , con una capitalizzazione di mercato di $ 19800000000000, è il più grande e rappresenta il 52 % della capitalizzazione di mercato a livello mondiale.
Il Giappone è al secondo posto con $ 3 miliardi di dollari, seguita dal Regno Unito al 2700000000000 $ , e poi la Francia a $ 1300000000000 .
In particolare , la capitalizzazione del solo mercato di Hong Kong è quasi la stessa come dimensione della Cina (capitalizzazioni che sono entrambe significativamente minori rispetto a paesi come Stati Uniti e Giappone) .
Nel frattempo , la Russia , che ha una superficie più grande del pianeta Plutone, ha circa la stessa dimensione della Finlandia , in termini di capitalizzazione di mercato”.
Come possono esserci utili questi dati? Bè, dipende dal campo di nostro interesse. Se il campo è macropolitico, chiaramente sappiamo che finchè il dollaro americano e Wall Street continueranno ad avere questo distacco, difficilmente l’asse del potere si trasferirà altrove. Forse solo con una guerra…
Se invece ci occupiamo prevalentemente di investimenti finanziari, direi che la borsa cinese non ha ancora raggiunto i livelli produttivi reali del paese asiatico e che quindi, bolla di questi ultimi mesi a parte, occorrerà pensare ad un sistema per investire in azioni cinesi, cosa difficilissima allo stato attuale vista l’impermeabilità di quel mercato.
Le banche europee, finora, offrono infatti soprattutto prodotti per investire nella moneta cinese, il rembimbi, ma ciò è fuorviante e pericoloso. Ad essere interessante, nei prossimi anni, sarà invece il sistema finanziario cinese (le azioni), più che la sua moneta di stato.
Ultimo, ma non ultimo, lo sboom borsistico prossimo venturo legato alle tigri asiatiche.
Se ci sarà lo sboom, a guardare questa mappa dipenderà da fattori disparati, soprattutto emotivi (paura, sfiducia, news, ecc.), ma non tanto da questioni tecniche, vista la modesta portata della borsa cinese rispetto alle altre.
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