di Francesco Cappello
José Baselga, ricercatore responsabile della ricerca e sviluppo in oncologia di AstraZeneca è morto all’improvviso all’età di 61 anni.
Non si dice da nessuna parte che si fosse vaccinato. A pensar male, però chissà che stavolta non ci sia una qualche correlazione…
Si dichiara, non senza un certo stupore, che sia stato ucciso da una malattia rarissima che colpisce una persona su un milione, il morbo di Creutzfeldt-Jakob, una rara infezione cerebrale che causa degenerazione e morte. Qualcuno ricorderà la mucca pazza… ecco questo morbo ha a che fare con i prioni e con la tossicità della proteina spike. Si tenga ora presente che i vaccini anticovid di ultima generazione inducono le nostre cellule a diventare fabbriche di produzione della proteina spike.
Riporto dall’ultimo lavoro della dott.ssa Bolgan dedicata alla tossicità della Spike (pag. 13):
“(…) Nel caso di proteine simil-prioniche, come già visto, ciò può causare un ulteriore avvolgimento scorretto delle proteine (effetto stampo) che porta all’aggregazione delle proteine e alla fine alla morte cellulare. E’ importante segnalare che la malattia di Parkinson [PD], la malattia da prioni di Creutzfeldt-Jakob sono state riportate in letteratura come patologie causate dalla COVID-19, e la PD come possibile reazione avversa da vaccino a mRNA, a sostegno di un ruolo da parte di un processo neuroinfiammatorio indotto dall’infezione virale e dalla formazione di aggregati simil-prionici nell’insorgenza di queste patologie. A questo proposito, il SARS-Cov-2 presenta delle sequenze simil-prioniche nel dominio di legame del recettore della regione S1 della proteina spike, caratteristica unica rispetto agli altri coronavirus, che aumentano il legame virale al suo recettore ACE2 e quindi hanno un ruolo funzionale importante nella virulenza. Non è stato studiato però se tali sequenze possano portare alla formazione di proteine spike prioniche patologiche. Inoltre, in un recente articolo il dott. Classen JB ha condotto un’analisi bioinformatica per individuare l’eventuale presenza di sequenze nell’mRNA del vaccino “Pfizer” che potrebbero attivare TDP-43 e FUS, due proteine con proprietà simil-prioniche che legano l’RNA e di conseguenza sono in grado di indurre patologie prioniche. Da tale analisi preliminare risulta che la sequenza di RNA nel vaccino contiene sequenze che si ritiene possano indurre TDP-43 e FUS ad aggregarsi nella loro conformazione simil-prionica. In particolare è stato dimostrato che le sequenze di RNA GGUA , le sequenze ricche di UG , le ripetizioni tandem diUG e le sequenze di quadruplex G , hanno una maggiore affinità di legame per TDP-43 e / o FUS e possono indurre TDP-43 o FUS ad acquisire le loro configurazioni patologiche nel citoplasma.Nell’analisi fatta sono state identificate un totale di sedici ripetizioni tandem UG (ΨGΨG), sequenze ricche di UG (ΨG) aggiuntive e due sequenze GGΨA. L’ipotesi posta dagli autori è che l’mRNA vaccinale possa potenzialmente agire come cofattore nella formazione di proteine simil-prioniche patologiche”.
per carità solo indizi, nessuna prova
opera citata a cura della dott.ssa Loretta Bolgan
VACCINO COVID-19 LE PIATTAFORME VACCINALI INNOVATIVE – PARTE SECONDA – TOSSICOLOGIA DEI VACCINI CONTENENTI LA SPIKE DEL SARS-COV-2
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