Ritratto sintetico del programmato fallimento democratico
Pubblicato anche su Sfero
Riguardo le conquiste sociali del secolo scorso e la democrazia stessa, certo da rimpiangere, credo sia necessario comprendere quanto fossero comunque controllate dalle élite, palesi ed occulte.
Mentre dietro le rivoluzioni viaggiavano i soldi di chi li stampava e li stampa tuttora, gli sfruttati dal capitale non capivano che “lotta di classe” e “socialismo” erano imbuti ideologici uguali e contrari al “liberismo”, utili al divide et impera necessario a non rendere troppo “ideali” le fragili democrazie occidentali.
Così, i “progressisti” non hanno voluto riconoscere i diritti dell’uomo come ideali sui quali inchiodare il sistema alla necessaria “responsabilità umanistica”, preferendo parole d’ordine divisive per mantenere una conflittualità sistemica mentre la finanza, guarda un po’, prendeva il largo indisturbata.
E iniziò la “distruzione controllata” della democrazia reale per certi versi più efficiente, quella italiana, per sventare il vero pericolo: non tanto quello “rosso”, ma appunto l’esempio di successo dell’esperimento socio-politico del nostro Paese che, ormai ricostruito e lanciato economicamente, doveva essere di nuovo rimesso in riga.
Con tutta evidenza, l’opera di demolizione e continua sottomissione “protocollare” continua ai giorni nostri, dato che siamo evidentemente nominati avanguardia europea del “Regime Psico-Tecnocratico-Sanitario di Controllo” sino-finanziario-hollywoodiano, “progressista”, “inclusivo”, “sostenibile”, “securitario”, “green”, “egualitario” e “liquid gender friendly”.
Cosa volere di più?
Massimo Franceschini, 27 maggio 2021
fonte immagine: Wikimedia Commons
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