IDEOLOGIA GENDER: COME UTILIZZARE L’AMBITO MENTALE PER AVVIARCI ALLA DISTOPIA TRANSUMANA

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Occorre comprendere a fondo il caos derivante dall’ideologia gender, perché funzionale al controllo transumano.

Di Massimo Franceschini

 

Pubblicato anche su Sfero e Ovidio Network

 

L’ultimo video dal canale Il Mondo Nuovo 2.0 offre un’impietosa denuncia dell’ideologia gender che passa per l’analisi terminologica di quello che potremmo definire un “glossario dell’orrore”.

Di orrore in effetti ce n’è tanto, a partire dai primissimi secondi in cui scorrono dei sottotitoli aberranti, orrore culturale, etico, filosofico, logico e scientifico.

Orrore-errore che solo la nostra epoca poteva partorire, a riprova che stiamo vivendo un periodo oscuro di profondi cambiamenti, come storicamente si riscontra nelle fasi di decadenza etica e morale di un sistema.

Questo declino, a ben vedere, si sostanzia in una vera e propria dissoluzione dell’umano e della ragione in qualcosa che non amo definire “satanico”, come invece sembra andar di moda in ambiti poco interessati alla civile comprensione fra credenti e non credenti, in quanto so benissimo come tali accenti possano non essere comunicanti con tutti.

Nonostante ciò, in questo caso occorre necessariamente mettere piede nell’ambito del “pensiero” e della nostra essenza, per capire bene una delle dinamiche manipolate da questa cultura di dissoluzione della persona.

Prendo questo passaggio integrale dal video, per far ben capire:

[…] per l’ideologia gender l’auto-identificazione, o self-id, prevale ontologicamente sulla realtà oggettiva. E infine: tutti hanno sia un’identità di genere, che un orientamento sessuale, ed è anche l’American Psichological Association, l’associazione degli psicologi più influente al mondo, ad affermare che l’identità di genere riguarda tutti gli individui e non è una caratteristica che riguarda soltanto le persone trans-gender o gender-non conforming. Il dogma gender spacciato per verità scientifica secondo cui tutti gli esseri umani possiedono questa identità di genere, a parer mio ha un che di religioso. È curioso, perché la stragrande maggioranza dei promotori dell’ideologia gender è atea, o almeno si definisce come tale. Il concetto di identità di genere come senso innato di sé preesistente al corpo, si può tranquillamente tradurre con “anima sessuata”. Come ho detto diverse volte nei miei video e nelle mie conferenze, il dualismo tra mente e corpo è un punto fondamentale dell’ideologia gender: questa ideologia infatti, derivando dal postmodernismo, considera la realtà del corpo materiale sacrificabile alle percezioni aleatorie e soggettive della mente. Si prenda ad esempio questo commento: “Se l’anima esiste, l’identità di genere probabilmente ne è la prova. L’identità di genere è innata e immodificabile”. Innata, pur basandosi su un costrutto sociale. Interessante è il prosieguo: “Il nostro corpo fa da involucro alla nostra mente”. Il corpo, vedete, non è visto come una parte integrante di noi, ma come un involucro, un qualcosa di esterno al nostro vero essere, qualcosa di modificabile, alterabile e deturpabile a nostro piacimento. Per l’ideologia gender è dunque il cosiddetto “sesso psicologico”, o “anima sessuata”, o “identità di genere” a contare veramente sul piano dell’essere, non il sesso biologico.

Quanto appena letto è in effetti un aspetto fondamentale della questione, ancorché ambiguo, dato che si parla di “identità di genere” come di un costrutto sociale, quindi assolutamente slegata dall’aspetto biologico perché imposta dalla società, per poi avanzare la pretesa che questa stessa identità sia un “senso innato di sé preesistente al corpo”.

Credo che tali ambiguità siano possibili solo in una cultura decadente e irrazionale come la nostra, in effetti contraddistinta da una razionalismo sghembo, che non riconosce altri ambiti del pensiero da quelli delimitati da un freddo scientismo: lo stesso scientismo che permette l’accettazione di pseudo-scienze con il prefisso “psico” e della loro “mania” etichettante-diagnosticizzante, una mania in effetti para-scientifica, visto che sono “discipline” che hanno a che fare con l’uomo… questioni che approfondisco in questo denso articolo.

Gli alfieri delle psico-“scienze” sono così accreditati e rispettati, che si possono permettere di costruire un paradigma para-scientifico in cui la stra-stra-stra-grande maggioranza delle persone è considerata, di fatto, come sostanzialmente “plagiata” dalla società.

Se diamo retta a questi signori e alle loro teorie, siamo indotti a pensare che la società sia sempre e comunque violenta da un punto di vista sessuale e che solo quando l’“identità percepita” risulti essere diversa dall’appartenenza al sesso biologico ed a quanto “socialmente costruito” intorno ad esso, possa considerarsi libera, corretta, razionale, da proteggere!

Con gli stessi paladini delle psico-“scienze” a farsi garanti della correttezza istituzionalizzata di tali “dogmi-fai da te”, nella speranza che quelli che potremmo chiamare “normo-sessuali” o “normo-identitari”, non siano prima o poi costretti a “liberarsi mentalmente” da tali “imposture sociali” attraverso qualche TSO o qualche dispositivo psico-“legale”, magari di nuova generazione!

Nonostante le questioni siano già gravi ed enormi, i problemi non finiscono certo qui, ma come abbiamo visto investono l’ambito del “pensiero” stesso, del nostro più profondo essere.

Credo siano pertanto necessarie ulteriori riflessioni, per completare e meglio centrare alcuni aspetti del più che pregevole quadro espresso nel video in questione.

Visto che sono comunque un credente nella trascendenza del pensiero rispetto al piano materiale dell’esistenza, lasciando ovviamente piena dignità e legittimità ai non credenti, penso si debba comunque approfondire alcuni aspetti che a questo punto diventano necessari per capire bene, riguardanti la nostra natura e le varie “dualità” che di volta in volta possono apparire all’orizzonte speculativo.

Credo che questo sforzo sia necessario, anche per evitare di commettere errori di prospettiva e forzature non necessarie, se non a scopi che esulano la pura comprensione delle cose; scopi che, come abbiamo già visto e come vedremo anche più avanti, non tranquillizzano sul nostro futuro.

Per quanto mi riguarda, alla “dualità mente-corpo” di cui si parla nel video aggiungerei un terzo ente, lo “spirito”: questo perché considero l’essere stesso, fondamentalmente, un “essere” di ordine “spirituale”.

Considero che l’essere umano sia innanzitutto un essere spirituale, certo possessore di una mente e di un corpo, almeno finché ne possiede uno, ma se consideriamo coscienza e consapevolezza, credo che ontologicamente, unicamente ed essenzialmente di un “essere spirituale” stiamo parlando; che poi sarebbe l’io, l’anima o qualsiasi cosa pensiamo possa essere il “centro” indivisibile e irriducibile dell’identità e del pensiero in una persona.

Questo è ciò che penso: anche se calati in questa dimensione materiale in cui per qualche ragione affermiamo di “esistere”, ragione ora non pertinente ai nostri scopi, considero fondamentalmente che ogni essere umano sia un essere spirituale appartenente ad una dimensione trascendente.

Nonostante ciò, tenendo conto della necessità di dialogo fra i credenti e fra credenti e non credenti, la cosa più importante credo sia la seguente: anche rimanendo ad una “semplice” dualità mente-corpo, come intendere questa “discrepanza” fra il “sesso psicologico” e l’oggettiva biologia, oltretutto “costretta” socialmente in maniera “stereotipata”?

Varie potrebbero essere le ipotesi, che però l’ideologia gender non cerca di chiarire nei suoi fondamenti e funzionamenti, nonostante pretenda di sovvertire la cultura, la politica, le istituzioni antropologiche dell’uomo e la nostra stessa identità!

Se di fatto il “sesso psicologico”, o “anima sessuata” che sia, ha già tutto chiaro prima di congiungersi con un’“appendice biologica”, credo dovremmo porci delle domande.

Questa preesistenza dell’identità di genere lascia intendere una concezione simile alla reincarnazione, per cui ce la saremmo formata durante le vite precedenti e divenuta così parte del nostro karma, indipendente dal corpo biologico?

Oppure dobbiamo considerarci una specie “sfortunata”, perché costretta in linee genetiche “binarie”?

Oppure esiste un “virus spirituale” in grado di far sentire l’essere “fuori luogo” nel corpo che gli è capitato?

Oppure un “Dio maligno” ci mette a caso dentro dei corpi che possiamo sentire estranei?

Oppure alcuni di noi sono di fatto “malati”, in quanto non a loro agio con il proprio corpo, in sé comunque funzionante ed esente da problemi che, di fatto, diventerebbero di ordine “mentale”?

Oltre a ciò, c’è l’idea che questa “anima sessuata”, questo “sesso psicologico” sarebbe immodificabile: non è quindi una questione “eterea” come il “pensiero”, quindi capace di tutte le auto-modifiche possibili?

Sarebbe quindi una sorta di “genoma spirituale”?

In tal caso interessante… c’è qualche straccio di prova di ciò?

Ma oltre a questo: sicuri non sia più facile, più “naturale”, etico, economico ed “ergonomico” provare un’introspezione, un lavoro psicologico e/o spirituale capace di analizzare e riconsiderare questo particolare aspetto del pensiero, soprattutto la sua origine in questa vita, visto che tali prerogative sono sul piano del pensiero stesso, al posto di mettere mano al corpo in maniera violenta, devastante, medicalizzante, psichiatrizzate e dalle facili e frequenti ricadute drammatiche a medio-lungo termine?

Penso che la realtà sia ben diversa da quanto prospettato dai paladini transumani: di fatto, l’ideologia gender tratta l’uomo come sostanzialmente malato di una qualche “schizofrenia” o “dissociazione”, a questo punto insita nella sua natura, fra l’“essere pensante” e il suo corpo fisico, mentre non sta scritto da nessuna parte che la mente non possa tranquillamente “adattarsi” o “armonizzarsi” alla parte materiale, biologica del suo essere, senza ricorrere a violenze di sorta, ma usando “solo” il suo pensiero e magari un aiuto esterno, una guida prudente, non invasiva, deontologicamente corretta.

A ben vedere, questo processo avviene nella maggior parte degli adolescenti cosiddetti “disforici”, ma non ideologicamente ed istituzionalmente violentati alla transizione, che nel tempo riescono ad accettare il corpo ricevuto dalla natura.

Come affermavo nel primo articolo che scrissi sull’argomento:

Non esiste alcuna ragione “naturale”, “biologica”, “filosofica”, “morale”, “etica”, “medica” o “scientifica”, che impedisca ad un essere umano di sentirsi a suo agio nel corpo che gli appartiene. Tale ragione sarebbe, pertanto, di natura esclusivamente individuale ed avrebbe a che fare con la sfera mentale, emotiva e relazionale della singola persona, punto.

Il fatto che questa “oscenità intellettuale” abbia potuto prender piede sin dal secolo scorso, come il canale di questo video documenta ampiamente, è uno dei più forti indici del degrado della nostra civiltà in cui un “pensiero unico”, appoggiato dalla cultura e dallo spettacolo dominanti, pretenderebbe di lottare per una nuova era di maggiori “sensibilità” e “inclusività”.

Credo che, al contrario, le cose stiano in tutt’altro modo, per niente rassicurate.

Quelli che premono per questa ideologia disumanizzante, di fatto trans-umanizzante, stanno oggettivamente spingendo in una direzione inquietante, addirittura giustificata da una presunta protezione dei diritti umani: quella che finirà col favorire riforme e protocolli di controllo del pensiero e del comportamento, una “tecno-distopia” giustificata da una cultura di fatto antiumana e che ha già la sua neolingua, come il video mostra ampiamente.

Le incapacità politiche e culturali del nostro tempo, dettate dall’antipolitica imperante ben alimentata da media e social media, ci riducono a pensare che la battaglia sarà dura, probabilmente perdente.

Questo perché ormai la politica è occupata da forze che di fatto perseguono le agende antidemocratiche ed extraistituzionali del controllo globale, distopico e transumano.

E pensare che basterebbero delle forti campagne di consapevolezza e di attuazione culturale, politica e giuridica dei veri, 30 diritti dell’uomo, per capire come la dignità e la vita di ogni essere umano sia già protetta, indipendentemente da qualsiasi sua condizione personale.

Troppo difficile evidentemente, quando i veri obiettivi sembrano essere di tutt’altro genere.
(AI free)

18 gennaio 2024

fonte immagine: Edgardigital – UFBA, Africa Rivista

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