di Giovanni Lazzaretti
Rallegrati! Ma oggi sono triste
Don Matteo a Messa ha insistito sui punti chiave della storia natalizia: il “non temere”, il “rallegrarsi”.
Sul “non temere” sono un po’ più preparato che sul “rallegrarsi”.
Anzi, oggi sono proprio triste.
E’ inutile che la meniamo: il Natale è un evento speciale, e negli eventi speciali “ci si trova”.
Se non puoi trovarti, la tristezza incombe.
L’abolizione del Natale creata ad arte da Peppone e soci nel racconto “La luce che non si spegne” si trasforma in un incubo anche per gli organizzatori. Fino alla redenzione conclusiva.
Entrando poco dopo il mezzogiorno nella grande cucina, Peppone ritrovò l’aria del Natale dei tempi passati e gli sembrò di essere uscito come da un incubo.
L’incubo di oggi ce l’hanno creato “loro”, non il virus. Il virus fa il suo mestiere: infetta, muta.
Gli uomini dovrebbero fare il loro mestiere: curare.
Hanno scelto invece di ospedalizzare senza curare (tranne pochi casi di medici benemeriti) e, poiché gli ospedali hanno dei limiti numerici, impaurire + distanziare + tamponare + segregare è diventata la prassi bovina che ha creato l’incubo che stiamo vivendo.
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C’è un secondo motivo di tristezza, ed è che oggi è un po’ come il 20 ottobre 2011.
Nel 2011 per mesi avevo raccolto dati che descrivessero un barlume di verità su quanto stava accadendo in Libia, dati che mi portarono anche ad ammirare fortemente la genialità di Gheddafi, un personaggio del quale mai mi ero interessato in passato.
Quando ammazzarono Gheddafi il 20 ottobre 2011 il lavoro che avevo fatto si trasformò improvvisamente in tristezza: la verità sulla guerra di Libia e su Gheddafi mi era ormai nota, divergeva totalmente dalle balle dei TG e dei giornali (compreso Avvenire che allora leggevo), ma, come sempre, il male e la menzogna avevano vinto.
Della vicenda mi resta un fascicolo di “verità braccata da vicino” sulla guerra di Libia, un’Ave Maria e un Requiem quotidiani per la Libia e per Gheddafi, e una Messa annuale in suffragio del Colonnello.
Oggi arrivano in Italia le prime dosi di vaccino del Pfizer, ed è un po’ come il 20 ottobre 2011: il male e la menzogna hanno vinto. Ci sono voluti 71.359 morti (a oggi), un po’ come la guerra di Libia, ma “loro” hanno ottenuto lo scopo voluto.
“Loro”
Non chiedetemi chi sono “loro”, ve ne posso solo indicare le caratteristiche.
E’ gente che non ha bisogno di lavorare per vivere, che si nutre di interessi attivi (ossia succhiano il sangue dell’economia e dei popoli), che usano le democrazie per i loro scopi, che usano la giustizia umana contro l’innocente, che usano i media per diffondere bugie, che sono liberal su tutto ma trafficano liberamente con le dittature, eccetera.
Servono Mammona, per essere sintetici. Si ritengono esseri superiori, la cui morte coinciderà con un trasferimento in un qualche empireo gnostico. Vogliono giocattoli di dimensione degne del loro patrimonio, ossia il mondo intero, più o meno.
Questa casta di imperatori del male coopta a sé varie categorie di vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba: governanti, parlamentari, giornalisti, medici, magistrati, dirigenti scolastici e chiunque abbia una fetta di potere da gestire.
Non hanno bisogno di avere dalla loro tutti i governanti, tutti i parlamentari, tutti i giornalisti, eccetera: ne basta un manipolo ben piazzato.
Numeri
Continuo a registrare i numeri, ma ormai non c’è più scopo. Quando partiranno sul serio le vaccinazioni, come per incanto i bollettini quotidiani spariranno.
Col vaccino “deve andare tutto bene”, e la maniera migliore è non comunicare più il numero dei morti.
E, se non ve lo comunicano, non illudetevi di andare a reperirlo in qualche statistica ISTAT: per avere quelle ufficiali ci vogliono molti mesi o anni.
I numeri oggi sono quelli che sono: le intensive si svuotano, le corsie si svuotano, i positivi calano.
I morti invece si moltiplicano: +33% da quando le intensive si stanno svuotando (scollinamento il 25 novembre) rispetto agli stessi giorni in cui si stavano riempiendo, provocando il panico da TG.
Dei morti giornalieri, il 9% circa muoiono in intensiva.
L’altro 91% non si sa dove muoia, nessuno ce lo dice.
Morti in corsia, in RSA, a casa, per strada?
Morti di covid, positivi al tampone ma morti di altro, tamponi post mortem di morti casuali, incidentati che vengono rilevati positivi al loro ingresso in ospedale, referti di morte covid redatti frettolosamente per chiunque respiri male (normale polmonite trasformata in covid)?
Non lo sapremo mai, la corsa è finita.
Adesso è il vaccino del Pfizer che comanda.
Tutti convinti e determinati, da Sallusti al Papa.
Esercizi per la schiena
Ho smesso di guardare la TV da molti mesi (tranne la pausa estiva per guardare don Matteo a ora di pranzo).
Ma, siccome sono un abitudinario, gli esercizi per la schiena continuo a farli in sala, ed è l’unico momento in cui incrocio i TG o i dibattiti che guarda mia moglie per conciliare il sonno.
Avendo raccolto tutti i dati e una mole notevole di articoli di medici non “dissidenti”, ma semplicemente “normali”, mi accorgo immediatamente quando un cooptato mediatico dice una sciocchezza. Al 50% sento sciocchezze, al 50% banalità. Quando sento una cosa intelligente, deve essere per un miracolo della Provvidenza.
Una delle sciocchezze più grosse l’ha detta un tizio che recitava più o meno così: «Ci abbiamo messo più di 40 anni per il vaccino della polio, 10 anni per il morbillo, e adesso meno di 1 anno per il covid. Anche se viviamo una situazione difficile, comunque il progresso va avanti».
Naturalmente in TV la logica è morta, e nessuno ha alzato il ditino per dire: «Scusi, ma basta inserire il vaccino della varicella e i conti non tornano più: è partito nel 1953 come il morbillo, e ci sono voluti 42 anni. Poi ci sarebbe l’HIV, quello lo cercano da 37 anni e non l’hanno mai trovato, l’ultimo test in Sudafrica è fallito proprio nel 2020: morivano più i vaccinati che i non vaccinati. Poi c’è il vaccino per la dengue che purtroppo l’hanno trovato, ma l’hanno ritirato perché faceva danni».
Detta in un’altra maniera: è impossibile che un vaccino serio comporti meno di 10 anni di attesa.
E non tiriamo in ballo il vaccino annuale antinfluenzale: quello è un vaccino probabilistico che viene prenotato in gennaio per il novembre successivo e tira in ballo i ceppi che si suppone saranno più diffusi nell’inverno prossimo.
E’ al PRIMO vaccino antinfluenzale che dobbiamo guardare, e quello necessitò dei soliti tempi lunghi o lunghissimi, dopo il primo fallimento in URSS nel 1936.
Il vaccino del Pfizer
Quindi il vaccino del Pfizer che sta arrivando in Italia non è, per forza di cose, un vaccino serio: gli mancano i tempi tecnici.
Cosa possono aver valutato, in pochi mesi? E’ presto detto, al massimo hanno testato una “efficacia”, ma non certo una “sicurezza”.
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Non è male rileggere la retromarcia di Sanofi sul vaccino per la dengue .
La decisione del Governo filippino di avviare un’indagine per truffa ai danni della salute pubblica e di sospendere la campagna di vaccinazioni contro la malattia di dengue, che nell’arcipelago è endemica, arriva dopo la diffusione di una nota ufficiale della casa farmaceutica Sanofi.
La casa produttrice di Dengvaxia, sulla base dei risultati degli ultimi studi sull’efficacia e la sicurezza a lungo termine del vaccino, raccomanda alle autorità sanitarie dei Paesi acquirenti di modificare le raccomandazioni per l’utilizzo del farmaco, che può essere somministrato in sicurezza a coloro che sono già stati esposti in precedenza al virus della febbre di dengue, garantendo una copertura immunitaria duratura.
D’altra parte, durante i sei anni di osservazione, è emerso invece che nella popolazione vaccinata che non aveva contratto infezioni in precedenza si sono registrati casi di malattia di dengue più gravi, con anche manifestazioni emorragiche.
“Questi risultati evidenziano la natura complessa della malattia di dengue. Stiamo lavorando con le autorità sanitarie per garantire che medici, personale sanitario e pazienti siano pienamente informati delle nuove scoperte, con l’obiettivo di migliorare l’impatto di Dengvaxia nei Paesi in cui il virus è endemico”, ha dichiarato Su-Peing Ng di Sanofi.
Sei anni di osservazione. Per scoprire che il vaccino non era sicuro. Che dava immunità duratura a chi già aveva avuto contatti col virus della dengue, e dava invece malattia più grave del normale ai vaccinati che incontravano il virus per la prima volta (il vaccino si “alleava” col virus invece di combatterlo).
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Vediamo intanto l’efficacia del vaccino del Pfizer: a 100 giorni dalla vaccinazione tra i 18.198 vaccinati ci sono stati 8 casi di covid, mentre tra i 18.325 del gruppo di controllo (hanno ricevuto una soluzione salina) si sono registrati 162 casi.
Quindi, alleluia! Efficacia al 95%!
Il problema però è che la probabilità di ammalarsi è bassissima. 162 casi su 18.325 del gruppo di controllo fa 0,88% di probabilità di ammalarsi. C’è quindi una riduzione del 95%, ma partendo da un numero di ammalati risibile.
Inoltre noi non abbiamo il problema degli ammalati, ma degli ammalati da ospedale. E qui la percentuale di casi gravi nei non vaccinati è 0,05% (ridotta col vaccino con un’efficacia dell’89%, ma, come prima, partendo da un numero risibile).
E i morti? Noi abbiamo il problema dei morti. Di quanto si riducono? “Purtroppo” non ci sono morti né nei vaccinati né nel gruppo di controllo. E allora, di che stiamo parlando?
Noi abbiamo finora circa 70.000 morti su 60 milioni di abitanti. Quindi, prendendo un gruppo generico di 18.000 persone gli “toccavano” 18.000 x 70.000 / 60.000.000 = 21 morti. Ma i morti non ci sono.
La mia interpretazione è questa: il test è stato fatto su persone tendenzialmente giovani e sane, mentre il problema dei morti noi l’abbiamo sugli ultra sessantacinquenni con patologie.
Ricordiamoci i numeri.
Sotto i 65 anni muoiono normalmente 1.501 persone per milione; di covid 116 per milione.
Sopra i 65 anni muoiono normalmente 40.861 persone per milione; di covid 4.221 per milione (36 volte più degli under 65).
E i morti hanno 3,6 patologie di media.
«Ma cosa pretendevi? Che facessero test di vaccino su persone anziane e con patologie?»
Ma è esattamente ciò che faranno da adesso in poi: vaccinazione di massa su persone anziane e con patologie.
Quello che non hanno voluto fare su un piccolo gruppo di test lo faranno sulla grande massa della popolazione.
Ma poi è davvero un “vaccino”?
Ma poi è davvero un “vaccino”?
Le pire est que les premiers «vaccins» qu’on nous propose ne sont pas des vaccins, mais des produits de thérapie génique. On va injecter des acides nucléiques qui provoqueront la fabrication d’éléments du virus par nos propres cellules. On ne connait absolument pas les conséquences de cette injection, car c’est une première chez l’homme. Et si les cellules de certains «vaccinés» fabriquaient trop d’éléments viraux, entrainant des réactions incontrôlables dans notre corps ? […]
Je suis d’autant plus horrifié que j’ai toujours été en faveur des vaccins et que j’ai présidé pendant des années des instances élaborant la politique vaccinale. Aujourd’hui, il faut dire stop à ce plan extrêmement inquiétant. Louis Pasteur doit se retourner dans sa tombe. La science, l’éthique médicale et par-dessus tout le bon sens doivent reprendre le dessus.
Il dottor Christian Perronne è molto chiaro.
La cosa peggiore è che i primi “vaccini” che ci vengono offerti non sono vaccini, ma prodotti di terapia genica. Inietteremo acidi nucleici che causeranno la produzione di parti del virus da parte delle nostre stesse cellule.
Non conosciamo assolutamente le conseguenze di questa iniezione, perché è la prima nell’uomo. E se le cellule di alcuni “vaccinati” producessero troppi elementi virali, provocando reazioni incontrollabili nel nostro corpo? […]
Sono ancora più inorridito perché sono sempre stato a favore dei vaccini e ho presieduto per anni gli organismi che formulano la politica sui vaccini. Oggi dobbiamo dire basta a questo piano estremamente preoccupante. Louis Pasteur si sta rivoltando nella tomba. La scienza, l’etica medica e soprattutto il buon senso devono riprendere il sopravvento.
In pratica ci trasformeranno in OGM, Organismi Geneticamente Modificati, in mezzo agli applausi generali, da Sallusti al Papa (non me ne vogliano i due: Sallusti è l’ultima sciocchezza sui vaccini che ho letto su Internet prima di iniziare a scrivere, il Papa è l’ultima sciocchezza sui vaccini che ho sentito in TV mentre facevo gli esercizi per la schiena).
Efficacia risibile nei numeri, efficacia inesistente sui morti (non ce ne sono nel gruppo di controllo), pseudo vaccino del Pfizer che ci trasforma in OGM, sicurezza non testata per mancanza di tempo.
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